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- I tesori della Guadalupa - Parco des Mamelles
Il Parco des Mamelles si estende su più di due ettari di verde incontaminato, un ampio spazio che accoglie numerose specie animali e vegetali. Il suo nome deriva da due montagne vicine, le “ Mamelles ”, che si incontrano lungo la stupefacente Route de la Traversée . Queste vette, avvolte da foreste lussureggianti, sono il simbolo stesso della bellezza selvaggia e indomita della Guadalupa. Il parco è un autentico scrigno naturale, preservato e curato con attenzione per garantire il benessere degli animali e il piacere dei visitatori. Sentieri sinuosi si inoltrano nella fitta foresta tropicale, dove l’aria è intrisa dei suoni rilassanti della natura. Passeggiando, lo sguardo si apre su paesaggi sempre diversi: dalla giungla ombrosa alle radure baciate dal sole, dai ruscelli scintillanti alle cascate che rinfrescano l’aria. Ogni angolo regala un’esperienza unica. Paragonato a una moderna Arca di Noè, il Parco des Mamelles ospita circa 85 specie provenienti dai Caraibi e dalla Guyana francese — mammiferi, uccelli, rettili e artropodi — per un totale di oltre 450 esemplari. Tutti vivono immersi in un ambiente verde e rigoglioso, tra più di mille specie di piante, in un clima ideale con temperatura e umidità ottimali. Aperto tutto l’anno, accoglie chiunque desideri lasciarsi conquistare dalla sua bellezza e dalla sua tranquillità, in qualsiasi stagione. Le specie che popolano il parco provengono in gran parte dalle regioni tropicali, in particolare dai Caraibi e dalla Guyana. Qui, ogni sforzo è dedicato alla conservazione e alla protezione di queste creature, alcune delle quali sono minacciate o in serio pericolo di estinzione. Tra la fauna del parco si possono ammirare maestosi giaguari, eleganti panda rossi, iguane dal fascino preistorico, pappagalli dai colori vivaci, agili lemuri Catta e i curiosi procioni, conosciuti localmente come “racoons”. Ma il Parco des Mamelles non è soltanto un rifugio per gli animali: è anche una culla di biodiversità vegetale. Passeggiando lungo i suoi sentieri, lo sguardo si perde tra la varietà sorprendente della vegetazione, che spazia dalla foresta pluviale umida fino a zone più secche. Tra la flora si incontrano alberi maestosi come gli acajou, i gommiers e i fromager, insieme ad arbusti esotici e a una moltitudine di piante epifite e liane. A rendere l’atmosfera ancora più magica, splendono i colori delle orchidee, della passiflora e del balisier, fiori tropicali che punteggiano di bellezza ogni angolo del parco. Per rendere la visita un’esperienza indimenticabile, il Parco des Mamelles ha pensato a ogni dettaglio come camminare su una passerella sospesa o lungo la fitta rete di sentieri accompagnati da guardiani sempre pronti a fornire qualsiasi informazione. Questi uomini e donne conoscono a fondo ogni animale del parco e sono sempre pronti a condividere racconti, curiosità e dettagli preziosi sul loro lavoro. Partecipare a questi momenti è un’occasione unica per scoprire da vicino le specie ospitate, comprenderne il comportamento, il regime alimentare e conoscere gli sforzi di conservazione messi in atto per proteggerle. Tra le presentazioni più apprezzate c’è quella dedicata ai felini e ai lemuri Catta: un’occasione per osservare da vicino questi animali straordinari, scoprendo come vivono, cosa mangiano e quali comportamenti li contraddistinguono. È un’esperienza affascinante ed educativa, capace di catturare l’attenzione di tutti, ma soprattutto dei più piccoli, che possono così sviluppare una sensibilità nuova verso la fauna e la natura. La ricchezza della flora del parco non solo contribuisce a creare un habitat ideale, ma insegna, in modo diretto, quanto sia importante proteggere gli ambienti naturali per mantenere viva la biodiversità. Ogni specie ospitata qui vive in spazi studiati con cura, progettati per riprodurre il più fedelmente possibile il loro ambiente naturale. Un’altra delle esperienze più suggestive che il Parco des Mamelles offre ai suoi visitatori è la passerella sospesa, un camminamento a venti metri dal suolo che attraversa la chioma della foresta. Camminare quassù significa vedere la natura da una prospettiva rara e privilegiata: uno sguardo dall’alto sulla foresta tropicale, tra rami e foglie che si aprono come un mare verde, mentre gli uccelli volano alla stessa altezza dei vostri occhi. La passerella è sicura e accessibile a tutte le età, e anche chi soffre di vertigini scopre presto che il fascino della vista ripaga ogni esitazione. Lungo il percorso, pannelli informativi raccontano le specie di piante e animali che vivono a queste altezze, trasformando la passeggiata in un’esperienza non solo emozionante, ma anche ricca di scoperte. All’interno del Parco des Mamelles ha pensato a ogni dettaglio si trova anche un centro di cura per la fauna selvatica, gestito dall’associazione SOS Faune Sauvage. La sua missione è chiara: salvare, proteggere e restituire alla natura gli animali in difficoltà, contribuendo in modo concreto alla salvaguardia del patrimonio naturale della Guadalupa. Lo Zoo della Guadalupa rappresenta una nuova generazione di parchi faunistici, impegnati non solo a mostrare gli animali, ma a tutelarli attivamente. Per questo ha stretto collaborazioni con importanti associazioni, sia nelle Antille che in diverse parti del mondo, creando una rete di impegno e conoscenza dedicata alla protezione della fauna selvatica. Il Parc des Mamelles è aperto tutto l’anno, dal lunedì alla domenica, dalle 9:00 alle 18:00, con ultimo ingresso alle 16:30. Il parco — situato a Bouillante , lungo la spettacolare Route de la Traversée — è raggiungibile da Pointe-à-Pitre in circa mezz’ora di auto. Una volta arrivati, è disponibile un parcheggio a pagamento al costo di 5 euro. Il biglietto d’ingresso costa 10 euro per gli adulti, 5 euro per i bambini dai 4 ai 12 anni, mentre l’ingresso è gratuito per i più piccoli sotto i 4 anni. Per ulteriori approfondimenti è possibile collegarsi al sito web: www.zoodeguadeloupe.com www.enjoyguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - Vulcano Soufrière 2^ p.
Il vulcano Soufrière , denominato dai locali “ La Grande Signora ”, con i suoi quasi 1.500 metri, è il punto più alto delle Piccole Antille francesi e domina l’isola con la sua presenza solenne. Raggiungibile in circa 45 minuti di auto da Capesterre-Belle-Eau percorrendo la principale arteria stradale della N1, il vulcano Soufrère è posto ai piedi della cittadina di Sainte-Claude , Comune di Basse-Terre con oltre diecimila abitanti e una storia che inizia con i coloni olandesi del Seicento, dediti alla produzione di dolciumi. Oggi, Sainte-Claude è il punto di partenza ideale per chi vuole vivere una giornata a contatto con la natura. Ma il cuore dell’esperienza è la scalata verso la cima. Il percorso più battuto è il chemin des Dames , sentiero della larghezza di circa un metro ricavato lungo il pendio del vulcano. L'ascesa è una camminata che parte dal parcheggio e prosegue lungo il sentiero Trace du Pas du-du Roi completamente avvolto da piante tropicali, formata da alberi giganteschi, liane e felci arboree, sino a raggiunge la Savane a Mulets a 1.140 metri di altitudine, e prosegue lungo il chemin des Dames tra vapori sulfurei, tappeti di muschi colorati e i segni lasciati dalla storia del vulcano di difficile percorrenza visto le numerose pietre, per fortuna porose, poste sul terreno. Qui l’ambiente cambia drasticamente, la foresta rigogliosa si riduce a vista d’occhio, mettendo in primo piano i muschi e i licheni che avvolgono le pareti del vulcano. La Soufrière non è solo un luogo da visitare: è un vulcano vivo, pulsante. La sua prima eruzione documentata risale a oltre cinquecento anni fa, nel 1530. Ma fu nel 1690 che mostrò davvero la sua potenza: un’eruzione violenta oscurò il cielo, devastò i campi e trasformò l’isola. Altre manifestazioni si susseguirono nei secoli, fino al 1976, quando il vulcano tornò a farsi sentire: tremori, fumo, odore di zolfo. Più di 70.000 persone furono evacuate. Alla fine, non ci fu lava, ma l’energia della Soufrière lasciò un segno indelebile nella memoria degli abitanti. Oggi, il vulcano è monitorato giorno e notte, ma continua a sbuffare, come un gigante che non dorme mai del tutto. Salire lungo i suoi sentieri significa camminare sopra la sua energia, percependo a ogni passo la forza della natura. Al termine dell’ascesa al vulcano, ci si può concedere un momento di relax nei Bains Jaunes , una piscina naturale di acqua calda a 28-30 gradi posta ai piedi del Soufrière, adiacente al parcheggio. Per affrontare le asperità della salita, servono scarpe adatte, una giacca per il vento e acqua a sufficienza. In cambio, la Soufrière regala circa quattro ore di emozioni autentiche: panorami mozzafiato, vapori sulfurei che avvolgono i sentieri, e la sensazione di trovarsi sul dorso di un colosso antico, capace di plasmare e trasformare il mondo che lo circonda. Testo e foto Stefano Mappa www.enjoyguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - Cascata du Carbet e vulcano Soufrère 1^ p.
Preparatevi a entrare con Stefano di #EnjoyGuadalupa nel cuore pulsante della Guadalupa . Questa non è una semplice escursione… è un’immersione nella forza primordiale della natura. Oggi il nostro viaggio, suddiviso in due parti, alla scoperta dei tesori della Guadalupa , ci porta a Basse-Terre , per tuffarci nella giungla lussureggiante di Capesterre-Belle-Eau , dove le fragorose acque della cascata du Carbet precipitano da oltre 100 metri nel vuoto, dando vita al salto d’acqua più alto delle Piccole Antille — uno spettacolo che toglie il fiato e ricarica lo spirito. Zaino in spalla, occhi aperti e cuore pronto: stiamo per esplorare la Guadalupa più selvaggia, quella che non si lascia domare… ma solo rispettare. L’avventura comincia ora. La cascata du Carbet , alta 110 metri e situata all'interno del Parco Nazionale della Guadalupa , dichiarato Riserva Naturale della Biosfera dall'UNESCO , è un'imponente meraviglia naturale raggiungibile percorrendo tre itinerari, non sempre praticabili a causa delle instabili condizioni meteo che colpiscono l'arcipelago tra giugno e novembre. Le spettacolari cascate del fiume Grand Carbet sono tra le più maestose delle Piccole Antille. Il nome del fiume deriverebbe da un antico insediamento amerindio situato vicino alla foce, caratterizzato dalla presenza di carbets — ampie capanne aperte utilizzate come riparo. La sorgente del Grand Carbet si trova sul versante est del vulcano La Soufrière. Le sue acque, cariche di zolfo, si purificano lungo tre imponenti salti, prima di confluire nell’oceano Atlantico, 11 chilometri più a valle, sulla costa orientale dell’isola. Come anticipato sono tre i percorsi per ammirare questa imponente cascata. Il primo prevede un’escursione di 3 ore andata e ritorno dal parcheggio. Il secondo, più agibile, e quello più praticabile; parte dal Parco Nazionale, raggiungibile in circa 15 minuti d'auto dal centro di Capesterre-Belle-Eau , percorrendo la D4. All'ingresso del parco, una finestra naturale ricavata tra le folte fronde della foresta pluviale offre una visione privilegiata su due dei tre salti della cascata, consentendo ai visitatori di immortalare la bellezza del luogo con stupende foto. Da questa finestra parte un sentiero panoramico molto curato, lungo il quale brevi tratti di passerelle in legno consentono la sosta per ammirare la maestosità del posto, dove una vegetazione rigogliosa, con alberi e foglie di dimensioni straordinarie, fa da cornice a spumeggianti corsi d'acqua. Dopo circa 15 minuti di cammino, il sentiero, ricavato all’interno della calda foresta pluviale, termina su una balconata in legno che permette ai visitatori di godere della vista impareggiabile della cascata. La terza cascata si tuffa da un’altezza di 20 metri in un bellissimo bacino circolare ed è particolarmente impressionante per la grande quantità d’acqua che vi scorre, è però consigliabile solo a scalatori esperti data la difficoltà nella salita. www.enjoyguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - Il giardino botanico di Deshaies
Disegnato dal paesaggista Michel Gaillard , il giardino botanico di Deshaies si estende per cinque ettari coltivati a orchidee, ibisco, canneti, dove trovano casa pappagallini variopinti e simpatici fenicotteri rossi. All’ingresso c’è una grande piscina ricca di carpe giapponesi Kois, piante acquatiche, papiri, e una rigogliosa schiera di piante tropicali. Il giardino botanico di Deshaies è visitabile percorrendo un lungo e romantico sentiero lungo il quale s’incrociano palme, piante medicinali, buganvillee, e tanto altro. Il sentiero conduce altresì ad una romantica e suggestiva cascata artificiale, e a varie gabbie di simpatici e multicolori pappagalli. Per chi intende trascorrere un’intera giornata nel giardino, questa oasi verde offre la possibilità di pranzare in un ristorante panoramico con veduta sul mar dei Caraibi e la cascata del parco, assaporando la tipica cucina creola a base di prodotti locali. Ma il giardino offre anche la possibilità di consumare dei veloci pasti nel grazioso snack bar con vista della magnifica baia di Deshaies , e acquistare nella boutique prodotti locali come cacao, cioccolato e dolci, oppure approfondire attraverso la sua libreria la conoscenza e la conservazione della natura del luogo. Il giardino è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 9,00 alle 16,30 al costo, per gli adulti, di 15,00 euro. Testo e foto Stefano Mappa www.enjoyguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - Il Memorial ACte
Con Stefano di #Enjo y Guadalupa per le vie vi Pointe-à-Pitre per visitare l'importante museo del #MemorialACTE " Situato sull’isola di Grande-Terre il Mémorial ACTe è uno dei musei più significativi del mondo dedicati alla memoria della schiavitù e della tratta transatlantica degli schiavi. Inaugurato il 10 maggio 2015, il Memorial ACTe è un centro carico di valore simbolico, storico e culturale, non solo per i territori d'oltremare francesi, ma anche per la memoria collettiva globale. Il museo si trova nell’area portuale di Darling Harbour , proprio dove sorgeva l'antico zuccherificio Darboussier , simbolo dell’economia schiavista coloniale. Questa scelta di collocazione non è casuale: lo zuccherificio è un sito emblematico del passato coloniale e schiavista della Guadalupa. Il Mémorial ACTe è stato progettato dagli architetti Pierre-André Périn e Pascal Berthelot . L'edificio è imponente e moderno, rivestito da una struttura metallica che richiama una liana argentata, simbolo di rinascita e connessione tra le culture. Il design mira a coniugare memoria, modernità e speranza. ACTe è l’acronimo di: - Ancrage (radicamento), - Commémoration (commemorazione), - Témoignage (testimonianza), - emancipation (emancipazione). Il centro si propone come luogo per ricordare il passato, testimoniare le sofferenze e promuovere l’emancipazione culturale e sociale. L’esposizione permanente si sviluppa su circa 2.200 metri quadrati e accompagna i visitatori lungo un percorso cronologico e tematico che va: 1. Dall’Africa precoloniale; 2. Alla tratta transatlantica e la deportazione degli africani; 3. Alla vita degli schiavi nelle colonie; 4. Alla lotta per l’abolizione; 5. Alle conseguenze post-abolizione, comprese le discriminazioni e l’eredità culturale nella diaspora. L’esperienza è immersiva, con supporti multimediali, audiovisivi, fotografie, mappe, e testimonianze orali. Il Mémorial ACTe non si limita alla storia delle Antille francesi: abbraccia l’intera diaspora africana e riflette su come la schiavitù abbia influenzato le Americhe, l’Europa e l’Africa stessa. È un luogo di memoria mondiale, riconosciuto anche dall’ UNESCO , che lo ha incluso nel progetto della " Route des Esclaves ". Altri spazi da visitare sono: - quella destinata alle mostre temporanee su temi legati alla cultura nera e alla diaspora; - il centro di documentazione e ricerca; - gli spazi educativi e pedagogici; Giardino della memoria, uno spazio all’aperto meditativo con opere d’arte e installazioni. Vietato fotografare all'interno del Memorial. Horaires d'ouverture Mardi - Dimanche : 9h - 18h Fermé le lundi Tarif Plein Adulte : 15,00€ Tarif Résident * : 10,00€ Senior + de 65 ans * : 8,00€ (Testo e foto Stefano Mappa) Mémorial ACTe www.enjoyguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - Distilleria Bologne
Tre Secoli di Storia e Passione Oggi Stefano di #EnjoyGuadalupa ci fa conoscere una delle oltre 10 distillerie presenti alla Guadalupa, una distilleria che trae origine nel lontano XVII secolo. La distilleria Bologne si trova a Ballif , un quartiere collinare situato nel Comune di Basse-Terre , capitale amministrativa della Guadalupa. La distilleria è adagiata sulle pendici occidentali del vulcano attivo La Soufrière, a circa 200 metri sul livello del mare, in una zona caratterizzata da suoli vulcanici ricchi e fertili, ideali per la coltivazione della canna da zucchero. Il sito domina la costa caraibica dell’isola di Basse-Terre, offrendo un panorama suggestivo tra mare e montagna. Il clima è tropicale, con piogge abbondanti e una buona ventilazione, condizioni che favoriscono un’agricoltura rigogliosa. La vicinanza al Parco Nazionale della Guadalupa e al massiccio della Soufrière rende questa zona particolarmente vocata alla biodiversità, ma anche esposta a vincoli ambientali e a una forte pressione per la tutela del territorio. Questa posizione geografica conferisce al rum Bologne caratteristiche organolettiche uniche, grazie alla combinazione di altitudine, terroir vulcanico, clima tropicale e tecniche agricole attente alla sostenibilità. Fondata nel XVII secolo sulle pendici vulcaniche della Soufrière in Guadalupa, la piantagione di Bologne ha attraversato secoli di evoluzioni agricole, fino a specializzarsi, a metà Ottocento, nella monocoltura della canna da zucchero. Questo passaggio ha rivelato la straordinaria ricchezza del suolo, rendendo Bologne uno dei terroir più prestigiosi per la produzione di rum. Dal 1887 è attiva come distilleria, la più antica dell’isola. Oggi, la distilleria Bologne coltiva 148 ettari di canna da zucchero, integrando parte della materia prima con acquisti da agricoltori indipendenti. Ogni anno trasforma circa 15.000 tonnellate di canna, producendo principalmente rum bianco (94%) e una piccola parte di rum invecchiato (6%). Unica in Guadalupa, Bologne continua a coltivare la canna nera, varietà rara e poco produttiva ma ricca di aromi distintivi. È stata anche la prima distilleria dell’isola a produrre rum biologico, con tutte le sue coltivazioni certificate HVE livello 3 (Alto Valore Ambientale). L’attenzione all’ambiente è centrale nella sua filosofia produttiva. Il 58% del rum prodotto è venduto localmente, mentre il 42% è destinato all’esportazione, soprattutto verso la Francia continentale. Testo e foto Stefano Mappa www.enjouguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - Forte Louis Delgrès
Il Forte Louis Delgrès è un'importante fortificazione storica costruita intorno al 1650 e classificata come monumento storico dal 1977. Situato in posizione dominante nella città di Basse-Terre , capoluogo amministrativo della Guadalupa sull’isola omonima, il forte Louis Delgrès , inizialmente chiamato Fort Saint‑Charles , fu un punto strategico durante le guerre tra francesi e inglesi, e successivamente nella lotta contro la schiavitù guidata da Louis Delgrès , figura emblematica della resistenza guadalupense. Louis Delgrès, originario della Martinica, era un ufficiale di colore e fervente repubblicano antischiavista. Nel 1802, scatenò in Guadalupa una rivolta contro il generale Richepanse, inviato da Napoleone per ristabilire la schiavitù abolita nel 1794. Dopo una brillante carriera militare e il comando di Basse-Terre, Delgrès resistette con 300 uomini, ma, accerchiato a Matouba, preferì togliersi la vita insieme ai suoi compagni, facendosi esplodere mentre gridava: « Vivere liberi o morire ». Durante la Rivoluzione francese, il forte fu teatro di scontri tra inglesi e repubblicani. Nel 1802, di fronte al ritorno della schiavitù voluto da Napoleone , Delgrès ne prese possesso per opporvisi, anche se fu poi costretto a ritirarsi. Dopo la morte del generale Richepanse, che ne aveva ripreso il controllo, il forte fu ribattezzato in onore di Delgrès, diventando ufficialmente Fort Delgrès nel 1989. Oggi il forte è un sito culturale aperto al pubblico e ogni 27 maggio ospita una cerimonia commemorativa dell’abolizione della schiavitù, alla presenza delle istituzioni locali e nazionali. Fa parte inoltre della “ Strada dello schiavo – Tracce e memorie in Guadalupa ”, un itinerario promosso dall’ UNESCO che valorizza i luoghi legati alla memoria della schiavitù, per comprendere meglio il passato coloniale dell’isola. Il Fort Delgrès, uno dei monumenti storici più vasti della Guadalupa, comprende ampie aree verdi e edifici militari. Il percorso di visita, ben segnalato, ripercorre le tappe storiche del sito: l’antica prigione, la polveriera trasformata in spazio espositivo, la cisterna del 1702, il piccolo cimitero militare e il monumentale memoriale a Louis Delgrès inaugurato nel 2002. Alcuni spazi ospitano un piccolo museo con mostre permanenti: una dedicata alla guerra del 1802 e alla lotta contro la schiavitù, l’altra all’eruzione della Soufrière del 1976. Nella zona più elevata, il Bastione del Galion, si trova il cimitero militare dove riposano il generale Richepanse e l’ammiraglio Gourbeyre. Nel punto più alto del forte si erge il Memoriale Delgrès , realizzato dall’artista Roger Arékian: è composto da 40 sculture in pietra vulcanica, cemento e metallo, che formano una spirale simbolica di 21 metri, al centro della quale si innalza una testa di Delgrès alta 2,40 metri. L’opera, ricca di riferimenti numerologici e simbolici (il numero 40, rappresentazione biblica della prova, e il 13, associato alla rinascita), evoca resistenza, oppressione e libertà, con dettagli incisi sul suolo, come 21 palle di cannone. Ispirato a Stonehenge, il monumento colpisce per la sua forza espressiva e spirituale, costituendo il culmine della visita al forte. Il Fort Delgrès si trova all’ingresso di Basse-Terre, nel quartiere del Carmel , con vista sul porto turistico e sul paesaggio urbano. Il suo ingresso monumentale, affiancato da alte mura, si apre su un panorama spettacolare del Mar dei Caraibi e, sul retro, offre la vista sulla cima del vulcano La Soufrière. È facilmente raggiungibile tramite la N1 da Pointe-à-Pitre (circa un’ora di auto), oppure lungo la N2 lungo la costa ovest se si proviene dal nord dell’isola. Dal centro di Basse-Terre, il forte è accessibile a piedi o in auto, con parcheggio esterno e indicazioni chiare dal cuore della città. Il Fort Delgrès è a ingresso libero dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 16:30. www.enjoyguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - Pointe des Châteaux
Pointe des Châteaux è una spettacolare penisola situata all'estremità orientale dell’isola di Grande-Terre, nella Guadalupa. Questo promontorio selvaggio, battuto dai venti e dalle onde dell’Atlantico, offre uno dei paesaggi più suggestivi dell’arcipelago. Il suo nome — che si traduce in “ Punta dei Castelli ” — deriva dalla forma frastagliata delle rocce che emergono dal mare e ricordano, appunto, torri o castelli in rovina. L’atmosfera è maestosa e primordiale: scogliere a picco sull’oceano, sabbie bianche, onde impetuose e una natura ancora incontaminata. Salendo verso il punto panoramico, dove si erge una grande croce bianca, si può godere di una vista mozzafiato a 360 gradi: a est l’infinito oceano, a ovest le distese di Grande-Terre , e nei giorni più limpidi si scorgono perfino le isole vicine, come La Désirade . Pointe des Châteaux è anche un luogo ricco di biodiversità, dove piante endemiche resistono alle condizioni estreme e uccelli marini come sule e fregate sorvolano le scogliere. È un sito emblematico della Guadalupa, amato da escursionisti, fotografi e chiunque cerchi un contatto profondo con la forza e la bellezza della natura. Un luogo che resta impresso nel cuore e negli occhi di chi lo visita. Pointe des Châteaux è facilmente raggiungibile in auto e rappresenta una delle escursioni più accessibili e scenografiche della Guadalupa, soprattutto se ti trovi sull’isola di Grande-Terre. Pointe des Châteaux si trova a circa 11 km a est di Saint-François, cittadina turistica dotata di porto, hotel e ristoranti. Basta seguire la D118, una strada panoramica che attraversa paesaggi costieri e distese di vegetazione tropicale. In auto, il tragitto da Saint-François dura circa 15–20 minuti. Alla fine della strada c’è un parcheggio gratuito dove lasciare l’auto. Da lì, parte il sentiero pedonale (breve ma ripido) che conduce al punto panoramico con la grande croce bianca. www.enjoyguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - Forte Napolèon
Il viaggio tra i tesori della Guadalupa oggi fa tappa a Terre-de-Haut , una gemma caraibica posta all’interno del meraviglioso arcipelago di Les Saintes. Questo pittoresco arcipelago, esclusivo per gli originali scenari naturali, ha il potere di effondere un fascino senza eguali nel suo genere. Le colorite abitazioni dagli sgargianti tetti rossi, incastonate tra le baie e le lussureggianti collinette delle due sole isolette abitate, Terre-de-Haut e Terre-de-Bas , si rivelano agli occhi dei visitatori come due bizzarri quadri naif. Originariamente abitate dalle tribù indiane Arawak , le isole furono scoperte da Cristoforo Colombo il 4 novembre del 1493, denominandole ” Los Santos ” in riferimento alla festa di Ognissanti. Nel 1782 furono terre di conquista dei francesi e degli inglesi tanto che il 12 aprile di quell’anno venne combattuta la “ Battaglia dei Santi ” vinta dai britannici. Nel 1816 tornarono in possesso dei francesi, i quali edificarono due importanti fortificazioni: Fort Joséphine sull’isola a Cabrit e Fort Napolèon sul Morne à Mire a Terre-de-Haut . Come anticipato, la tappa odierna è il Forte Napoléon , imponente struttura posta sulla sommità della collina Mire , a 114 metri di altitudine, un bellissimo punto di osservazione dal quale si può ammirare un panorama meraviglioso, come la sottostante baia, considerata, peraltro, tra le più belle del mondo. Illuminata da uno sole splendido che ha il potere di far brillare l’azzurro mare, questa suggestiva ansa mette in risalto il verde lussureggiante delle adiacenti colline, ed esalta i colori sgargianti delle piccole abitazioni dai tetti rossi. Da questa postazione, oltre alla baia Bourg, è possibile godere della vista dell’isola della Dominica , di Basse-Terre e Grande-Terre . In sintesi, un paesaggio mozzafiato d’ impareggiabile bellezza. Il Forte Napoléon fu costruito in due tempi, dal 1845 al 1849, e dal 1857 al 1867 sotto Napoleone III, dopo che gli inglesi, nel 1809, lo distrussero insieme al piccolo forte Joséphine, i cui ruderi, sono ancora presenti sulla piccola isola disabitata di Cabrit. Dal 1997 è classificato come Monumento storico . Oggi, Forte Napoléon è custode della storia di questa terra e della battaglia del 1782 che ha contrapposto i francesi agli inglesi, di numerose sale espositive, e di un bellissimo giardino botanico dedicato a varie tipologie di piante grasse come cactus, aloe, yuccas, ecc. dal quale si può ammirare la sottostante baia. Durante la Seconda guerra mondiale, sotto il regime di Vichy , il forte è stato utilizzato come prigione per i francesi di origine italiana e libanesi. Sotto le volte delle grandi sale, sono esposte le rievocazioni di battaglie, le tecniche di navigazione, la storia della colonizzazione, l'evoluzione delle specie botaniche presenti sull'isola. Tra gli oggetti caratteristici locali, è esposto il cappello Salako , importato dal Vietnam dai soldati francesi che vestivano la propria uniforme indossando questo accessorio. Sebbene le mura del Fort Napoléon siano di proprietà del Dipartimento, è l’ ASPP — l’ Associazione per la Salvaguardia del Patrimonio delle Saintes — a occuparsi della sua gestione sin dal 1980, grazie all’iniziativa dell’allora sindaco Robert Joyeux. Questa proficua collaborazione tra Comune, Dipartimento e associazione ha reso possibile la valorizzazione della storia dell’arcipelago attraverso esposizioni accessibili, visite guidate e numerose attività culturali. Entrare nel forte significa non solo immergersi nella memoria dell’isola, ma anche contribuire attivamente alla vitalità delle iniziative locali e alla tutela del patrimonio culturale delle Saintes . www.enjoyguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - Le Roches Graveès
Il nostro viaggio alla scoperta delle Roches Graveès inizia da Trois-Rivières , un piccolo centro con meno di 8.000 abitanti, sede del porto d’imbarco per l'arcipelago di Les Saintes. Situata in gran parte sul versante del massiccio vulcanico Madeleine, a 961 metri sul livello del mare, Trois-Rivières è stata la culla della civiltà precolombiana. Il sito amerindo delle “ Roches Gravées” , raggiungibile in pochi minuti dal porto, è quello che in Guadalupa custodisce le maggiori testimonianze risalenti ai primi abitanti dell'arcipelago: gli indiani Arawaks . Le Roches Gravées è praticamente un museo a cielo aperto, con oltre 230 incisioni rupestri , ospita circa 22 massi datati tra il 300 e l’800 dopo Cristo. Queste incisioni, rappresentazioni antropomorfe spesso complesse (volti stilizzati, figure divine), si ritiene che avessero funzioni spirituali legate alla comunicazione con gli Zémis — spiriti ancestrali o entità naturali. Sospesi in questa atmosfera magica, tra le incisioni spiccano figure complesse come il “cacique” o il “sorcier”, ma anche volti enigmatici intagliati nella roccia comunemente utilizzata come polissoir — per lucidare utensili in pietra Immerso in un ambiente rigoglioso di piante tropicali e bagnato da trasparenti ruscelli d’acqua, il sito ha un’atmosfera quasi fiabesca. Nel 1974, questi resti sono stati classificati monumenti storici. Lasciata Trois-Rivières , il nostro tour alla scoperta si questi siti d’arte rupestre, prosegue con la visita delle Roches Gravées "Plessis" , un sito archeologico risalente a un periodo compreso tra il primo e il sesto secolo d.C., situato sulle sponde dell'omonimo fiume, linea naturale di confine tra i comuni di Baillif e Vieux-Habitants . Vieux-Habitants è il più antico comune della Guadalupa. Fondata nella prima metà del XVII secolo dai primi colonizzatori francesi, oggi è una città altamente turistica grazie ai numerosi siti storici e naturali che ospita. La prima grande scoperta di questi petroglifi, risalenti al periodo degli indiani Arawak , avvenne alla fine del XIX secolo, portando alla luce ben 147 incisioni rupestri . La "roccia madre", situata sulla riva destra del fiume Plessis, è ricoperta da un gran numero di disegni che raffigurano volti stilizzati (per lo più cerchi contenenti due occhi e una bocca). Sull’altra riva, invece, si trovano altre raffigurazioni incise su rocce sparse, che sembrano testimoniare le paure e le credenze di questo popolo amerindo. Un secondo ritrovamento avvenne nel 1995 a causa del ciclone Marilyn, che portò alla luce un blocco roccioso con quattro nuove incisioni. Questo evento ha contribuito a valorizzare ulteriormente il sito, tanto che, con un decreto del 22 novembre 2013, le Roches Gravées "Plessis" sono state classificate come monumento storico. Secondo gli studi archeologici, il sito dimostra che le incisioni furono effettuate dai nativi americani in tappe successive lungo il corso d'acqua. Le Roches Gravées "Plessis" sono raggiungibili seguendo le indicazioni per la frazione di Saint-Robert, da cui si imbocca un sentiero che, in circa 15 minuti, porta al fiume Plessis . Proseguendo lungo il corso del fiume, si giunge alla cascata Kalinago . Roches Graveès a Trois-Rivières
- I tesori della Guadalupa - La scalinata e la prigione degli schiavi
Il viaggio dedicato alla scoperta dei “Tesori della Guadalupa ” oggi fa tappa sull’isola di Grande-Terre per scoprire due siti storici che parlano al cuore. Ci troviamo a Petit-Canal , piccolo, ma importante comune di poco più di 8000 abitanti, in quanto testimone di uno dei capitoli più toccanti della storia coloniale delle Antille francesi. Cammineremo lungo i gradini della memoria, tra pietra e silenzio, tra schiavitù e resistenza. Petit-Canal non è solo una tappa: è un invito alla riflessione. Petit-Canal , conosciuta nel XVII secolo come Mancenillier , prende il nome da un albero la cui linfa è tossica e che abbondava in alcune zone del territorio. Nel 1730, l’attuale Petit-Canal fu chiamata semplicemente Canal, per poi assumere il nome attuale venti anni dopo. La denominazione di " Canal " le fu attribuita in seguito alla realizzazione di un canale, tristemente utilizzato dalle imbarcazioni per il trasporto degli schiavi dal porto di Canal all’odierna Morne-à-l’Eau . A causa di questo legame storico con la deportazione e la vendita degli schiavi africani, il tour a Petit-Canal si concentra su due siti che ricordano l'oscuro passato della Guadalupa: la scalinata e la prigione degli schiavi. Oggi, a testimoniare quella pagina dolorosa, si erge una scalinata monumentale di 54 gradini , chiamata comunemente l'escalier des esclaves — la scalinata degli schiavi. A circa un chilometro dal centro città, in meno di quindici minuti a piedi percorrendo Rue de l'Église, si giunge alla scalinata degli schiavi. Ogni scalino racconta una storia muta: è stato percorso a piedi nudi da uomini e donne strappati alla loro terra, carichi di catene e di speranze spezzate. La visita è un'opportunità per riflettere sulle atrocità della schiavitù e sulla storia di Guadalupa, un luogo dove passato e memoria storica si intrecciano. Ricostruita dopo il 1848, questa scalinata era percorsa dagli schiavi, una volta sbarcati dall’adiacente molo, per essere condotti ai mercati. Su ogni muretto della scalinata sono posizionate targhe con i nomi delle tribù africane deportate. Ai suoi piedi si trova il monumento della Fiamma Eterna allo Schiavo Ignoto , con accanto il busto di Louis Dèlgres , famoso per la sua lotta contro la schiavitù nei primi anni dell’Ottocento. Inaugurato il 28 maggio 1994, la Fiamma Eterna è rappresentata da una fiaccola che custodisce, secondo gli storici, le fruste di quaranta padroni, usate sugli schiavi dopo l’abolizione della schiavitù. In cima alla scalinata sorge la chiesa di Saint-Philippe-et-Saint-Jacques , distrutta dal terremoto del 1928 e ricostruita nel 1865 dal noto architetto locale Ali Tur . Frontalmente alla chiesa si trova il monumento più antico della Guadalupa, il “Tronco delle Anime”. Questo monumento rappresenta il Memoriale della Schiavitù , con la scritta “ Libertà – 1848 ” che segna la data dell’abolizione definitiva della schiavitù, avvenuta il 27 aprile di quell’anno grazie al decreto di Victor Schoelcher , importante difensore dei diritti umani. Poco distante dalla scalinata, in circa due minuti a piedi, si trova un altro importante sito storico: la famosa prigione degli schiavi , ormai in rovina, all’interno della quale sono cresciuti secolari alberi di fico. Tra i vari luoghi di interesse, quello che merita particolare attenzione è il “ fico maledetto ”, legato a una leggenda secondo cui gli schiavi, nel costruire la prigione, piantarono semi di fico con l'intento di favorire, nel tempo, la naturale distruzione dell’edificio. Nel corso dei secoli, infatti, i suoi rami e le enormi radici hanno avvolto i muri della prigione, rendendolo un luogo che evoca inevitabilmente un senso di tristezza e dolore, poiché rappresenta un simbolo delle sofferenze subite dagli schiavi africani deportati in questa terra. Petit-Canal ci ricorda che non esistono luoghi troppo piccoli per ospitare grandi memorie. Camminare su quei gradini è come attraversare il tempo: ci insegna a guardare al passato senza distogliere lo sguardo, per costruire un futuro più consapevole. www.enjoyguadalupa.com
- I tesori della Guadalupa - La riserva di Grand-Cul-de-Sac-Marin
La riserva naturale di Grand-Cul-de-Sac-Marin è un simbolo della ricchezza naturale della Guadalupa e un’importante area protetta che si estende su 15.000 ettari, collega le isole di Basse-Terre e Grande-Terre. Essa comprende laghi, mangrovie, isolotti protetti e ospita numerose specie marine, tra cui 255 specie di pesci e 50 coralli, oltre a 78 specie di uccelli, alcune endemiche, dove mangrovie e barriere coralline svolgono un ruolo vitale nel mantenimento dell’equilibrio ambientale. La riserva Grand-Cul-de-Sac-Marin è delimitata da una barriera corallina lunga 25 km e, sul versante terrestre, dalla più vasta fascia di mangrovie delle Piccole Antille, rappresentando così un importante serbatoio di biodiversità. Le zone umide costiere proteggono la costa dall’azione delle onde, filtrano le acque di ruscellamento, immagazzinano l’acqua proveniente da piogge cicloniche eccezionali e ospitano numerose specie di uccelli migratori. La poca profondità delle acque favorisce la crescita di estese praterie di fanerogame marine (piante con fiori), che fungono da aree nursery per molte specie di pesci, crostacei e molluschi. La preservazione del Grand-Cul-de-Sac-Marin affronta sfide legate a inquinamento e turismo non regolamentato, che minacciano questo fragile ecosistema. Gli sforzi di conservazione includono sensibilizzazione, restauro degli habitat, rafforzamento delle normative e collaborazione tra autorità, ricercatori e ONG, oltre a programmi educativi per le future generazioni. Questo ecosistema ricco e variegato è un importante esempio di tutela ambientale, che preserva l’equilibrio tra terra e mare, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nella natura. Il Grand-Cul-de-Sac-Marin può essere esplorato in barca, kayak o paddle, permettendo di navigare tra la mangrovia e osservare i fondali in tranquillità. Le escursioni guidate offrono un’immersione completa in questo ecosistema protetto, dove le zone umide sono riconosciute a livello internazionale per la loro biodiversità. Il periodo migliore per visitarlo è da dicembre a maggio, durante la stagione secca, ideale per le attività nautiche e l’osservazione della biodiversità. È essenziale rispettare le regole di protezione, evitare di danneggiare i coralli e preferire attività sostenibili per preservare questo fragile ecosistema. www.enjoyguadalupa.com















