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La storia

Cristoforo Colombo
Invazione Guadalupa
Proclamazione fine della schiavitù

Correva l’anno 1493 quando Cristoforo Colombo, in occasione del viaggio di ritorno a bordo della Nina dalle isole del Nuovo Mondo scoperte il 12 ottobre del 1492, s’imbatté in una tremenda tempesta. Il fragore e la veemenza del mare inghiottirono la Pinta con tutto il suo equipaggio, salvando miracolosamente la caravella del navigatore genovese.

Durante quei terribili attimi di tormenta, Cristoforo Colombo fece un voto alla Madonna della Guadalupa affinché lui e il suo equipaggio fossero risparmiati dalla tragica sorte che invece aveva colpito i compagni di viaggio della Pinta.

Superata incredibilmente quella terribile esperienza, Cristoforo Colombo, al fine di mantenere fede alla sua promessa, decise di organizzare un pellegrinaggio al Monastero reale di Santa Maria di Guadalupe lasciando alla sorte la scelta della persona che, al misericordioso cospetto della Madonna, avrebbe dovuto sciogliere il voto.

Il giornale di bordo di Cristoforo Colombo, trascritto da Padre Bartolomé de Las Casas, racconta che all’interno di un berretto vennero mescolati tanti ceci quante erano le persone che si trovavano sulla nave al momento della tempesta, più uno segnato con una croce. Colui che l’avrebbe estratto, sarebbe andato a far visita alla Madonna della Guadalupa.

Il fato volle che fosse proprio Cristoforo Colombo a estrarlo. Il 15 marzo del 1493 il navigatore genovese arrivò a Palos, ed il giorno seguente si recò a Santa Clara di Monguer sede del Monastero per sciogliere il voto e promettere ai frati della chiesa che la prossima isola scoperta l’avrebbe denominata Santa Maria della Guadalupa.

Il 25 settembre del 1493 il navigatore genovese partì da Cadice per il suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo toccando, il 4 novembre dello stesso anno, le coste della Guadalupa, allora denominata dai Caribi, un gruppo amerindo proveniente dall’America Meridionale reo di aver cacciato dall'isola la popolazione originaria degli Arawak, Karukera, “L’isola dalle belle acque”.

Lo sbarco avvenne sulla spiaggia di Sainte-Marie, piccolo villaggio posto a ridosso dell’odierna città di Capesterre-Belle-Eau, sull’isola di Basse-Terre, oggi custode di un Memorial a lui dedicato inaugurato il 4 novembre del 1916 per volontà del Governatore Merwart (Emil Mervar) e del vescovo Genoud, meta di visita nei prossimi giorni.

L’arcipelago della Guadalupa, oggi territorio d’Oltremare francese, dopo oltre tre secoli di colonizzazioni iniziate dagli spagnoli nel XVI secolo, tra il 1600 e il 1800 fu oggetto di aspri combattimenti tra inglesi e francesi per aggiudicarsene il dominio.

La storia racconta che nel 1635, grazie all’aiuto economico della Compagnie des Îles d'Amérique, i francesi, dopo aver allontanato sull’isola della Dominica i Caribi, stabilirono il primo insediamento europeo, diventando una fiorente colonia dedita alla lavorazione dello zucchero e alla produzione del rum.

I grandi proprietari terrieri di allora, per incrementare i volumi delle esportazioni verso l’Europa dei citati prodotti, ebbero bisogno di una massiccia forza lavoro che reclutarono dall'Africa occidentale con la deportazione degli schiavi neri.

L’occupazione della Guadalupa da parte dei francesi venne però interrotta dagli inglesi tra il 1759 e il 1763; gli inglesi fecero di Pointe-à-Pitre un grande porto specializzato nell’esportazione dello zucchero sui mercati inglesi e nord americani, e nell’importazione, dai medesimi Paesi, del legname e del cibo.

La difficile convivenza tra francesi e inglesi ebbe fine nel 1763 con la firma del trattato di Parigi con il quale la Francia rinunciava alle proprie mire espansionistiche in Canada in cambio di Guadalupa. Ma la pace durò poco. Il caos che la Rivoluzione francese stava creando in Europa, nel 1794 portò gli inglesi a invadere nuovamente l’isola.

La risposta francese non si fece attendere. L’invio di un contingente militare comandato da Victor Hugues portò con una legge del 1794 alla liberazione degli schiavi d’Africa, i quali, oltre a cacciare le truppe britanniche diedero vita ad un indiscriminato sterminio di coloni e proprietari di piantagioni.

Ma in Europa, il fallimento della missione di Victor Hugues costrinse Napoleone Bonaparte a rispondere con fermezza; nel 1802 inviò alla Guadalupa il generale Antoine Richepance, il quale riuscì a ripristinare la schiavitù nonostante le dure lotte portate avanti da personaggi come Louis Dèlgres, militare, condottiero e politico francese mulatto, leader alla Guadalupa per la non rioccupazione e la non reintegrazione della schiavitù da parte della Francia napoleonica.

Bisognava però attendere il decreto del 27 aprile del 1848 per vederla definitivamente abolita. La ferma campagna antirazziale condotta in quegli anni dal politico francese Victor Schoelcher, importante figura storica del XIX secolo, nonché fermo difensore dei diritti umani, mise risolutamente la parola fine, a oltre tre secoli di persecuzioni razziali.

Trascorsi 23 anni da quella fatidica data, nel 1871 la Guadalupa ebbe una rappresentanza nel parlamento francese; nel 1946 riuscì a diventare uno dei Dipartimenti d’Oltremare francese, mentre dal 1982 è ufficialmente una Regione d’Oltremare francese.

(Ascolta il podcast della scoperta della Guadalupa)

1 puntata
00:00 / 13:45

La popolazione

I gruppi etnici principali sono mulatti e neri (72%), asiatici (soprattutto indiani) (14%) e bianchi (7%). La popolazione è un'eredità diretta del periodo coloniale, e vive per il 90% sull'isola principale.

La minoranza di bianchi discende dai coloni europei e sono chiamati blancs-matignon e vivono in gran parte isolati nella zona interna collinare di Grands-Fonds. Métros sono chiamati i francesi metropolitani che occupano in maggioranza i posti di funzionario.

Oltre al francese, lingua ufficiale, si parla la lingua creola delle Antille.

La maggioranza degli abitanti è di religione cattolica.

Città principali sono il capoluogo Basse-Terre e Pointe-à-Pitre.

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