In tour con Enjoy Guadalupa
Percorrendo la N2 lungo il litorale sud-ovest dell’isola di Basse-Terre, si raggiunge Vieux-Habitants, il più antico villaggio della Guadalupa.
Fondata nella prima metà del XVII secolo dai primi colonizzatori francesi, oggi, con i suoi oltre 7000 abitanti, rappresenta un Comune altamente turistico in virtù dei tanti siti storici e naturali che ospita.
Il tour parte con la visita al sito archeologico delle Roches Gravèes “Plessis”, e della cascata Kalinago. Seguendo, da Vieux-Habitants, le indicazioni stradali che conducono alla frazione di “Saint-Robert" si giunge su questo importante luogo dichiarato monumento storico nel 2013.
Sono ben 147 sono le incisioni presenti sulle rocce poste lungo le sponde del fiume Plessis dagli indiani Arawak, popolazione vissuta tra il primo e quarto secolo dopo Cristo, venute alla luce nel 1995 per effetto del ciclone Marilyn.
Lasciato il sito archeologico delle Roches Gravèes “Plessis” le tappe successive sono due abitazioni secolari dedite alla coltivazione della pianta del caffè, la Domaine Vanibel e l’abitazione La Griveliere.
Il sito Vanibel, un tempo chiamato Moulin à l’Eau, posto ad un altitudine di 375 metri sul livello del mare, appartenne alla famiglia Leborgne e al suo interno ci avrebbero lavorato molti schiavi.
Le prime informazioni storiche riguardanti questa piantagione sono state tratte da una mappa disegnata dagli ingegneri reali francesi tra il 1765 e il 1770.
I cicloni del 1821 e del 1825 causarono danni devastanti agli edifici della piantagione portandola al suo declino e la conseguente vendita due anni dopo a Charles Billery Richeplaine, il quale si occupò di commissionare alcuni interventi di restauro, come quello sul mulino che porta ancora oggi la scritta “DAVID M 1827”.
La piantagione Vanibel nel corso dei successivi anni cambiò proprietari e tipologie di produzione; soltanto all’inizio del XX secolo si stabilizzò, con la coltivazione esclusiva del caffè.
A pochi chilometri dalla piantagione Vanibel, proseguendo lungo la D23, si raggiunge l’abitazione Grivelière antica piantagione di caffè e cacao, oggi riconvertita in attrazione turistica, non solo per il fascino degli antichi macchinari e delle infrastrutture che custodisce, ma per i servizi che vengono offerti ai visitatori durante i tour guidati.
Fondata alla fine del XVII secolo, nel 1843 Auguste Périollat le conferì l’attuale denominazione destinandola alla produzione del caffè e del cacao.
Collocata lungo la Grande Rivière di Vieux-Habitants, all’interno del Parco Nazionale della Guadalupa a 200 metri sul livello del mare, l’abitazione Grivelière ha un’estinzione di circa 90 ettari, e prima dei recenti lavori di ristrutturazione, era una delle tenute agricole meglio conservate delle Piccole Antille.
Classificata Monumento Storico nel 1987, ospita una casa padronale, un hangar per la torrefazione, due mulini per lavorare i chicchi di caffè e un laboratorio.
Le citate infrastrutture, tutti restaurate, consentono ai turisti di rivivere la vita agricola dei secoli scorsi, e nel corso del guidato è possibile ammirare un bellissimo giardino creolo e degustare, a termine visita, una tazza di caffè o di cioccolato caldo offerti dalla Direzione della piantagione.
Lasciata l’abitazione Grivelière, la tappa successiva ci porta alla scoperta della cascata Paradise.
Posta nel cuore del Parco Nazionale della Guadalupa, si raggiunge percorrendo un sentiero di media percorrenza della lunghezza di circa due chilometri e quattrocento metri.
Il punto di partenza è da un parcheggio posto 200 metri più avanti rispetto all’abitazione Grivelière, quindi, seguendo il citato sentiero, è possibile scoprire e guadare il fiume Grande-Rivière, uno dei fiumi più belli della Guadalupa.
L’escursione ha la durata di circa quattro ore ma lo spettacolo è assicurato.
Rientrando al parcheggio il rientro a Vieux-Habitants è finalizzato alla scoperta della spiaggia de Rocroy, una piccola insenatura dai fondali meravigliosi, e da una banchiglia coperta da sabbia vulcanica di color grigio scuro.
Per il piacere di chi la frequenta soprattutto nei fine settimana, la spiaggia de Rocrory si pregia della presenza di docce e carbets per la consumazione dei pasti, anche se sul posto è presente un bar-ristorante lounge.
Lasciata la spiaggia, giungiamo in centro città per visitare la chiesa di S. Giuseppe, la più antica della Guadalupa, costruita nel 1636 dai padri domenicani.
Incendiata dagli inglesi appena sbarcati nel borgo il 20 marzo del 1703, la chiesa fu prontamente ricostruita in pietra dai Cappuccini sotto l'egida di Padre Vincenzo.
Al suo interno sono custoditi numerosi pezzi di oreficeria religiosa per la maggior parte risalente alla metà del XVIII secolo come la croce processionale, la lampada del santuario, e il ciborio.
Altro sito d’interesse di Vieux-Habitants è il museo del caffè risalente al secolo IXI, oggi originale testimonianza di antica fabbrica del caffè.
Allocata all’interno di una Bonifierie completamente restaurata, la visita al suo interno consente di risalire alle origini di questa pianta presente nei cinque continenti, e conoscere le secolari fasi della lavorazione del chicco di caffè, dalla raccolta, alla lavorazione, ed alla torrefazione.
La Maison Chaulet è un’azienda a conduzione familiare che dal 1860 produce questa particolarissima miscela di caffè denominata Grigne au vent, considerata tra le più raffinate del mondo. La fabbrica, inizialmente presente a Baillif, fu trasferita a Vieux-Habitants nel 1989 e trasformata in museo nel 1998.
Infine, presso la Maison Chaulet è anche presente la cioccolateria les Suprêmes, una raffinata cioccolata prodotta con cacao locale utilizzando il know-how svizzero, un prodotto finale di primissima qualità lavorato senza utilizzare coloranti, aromi artificiali o conservanti e grassi vegetali.
La visita al museo è possibile prenotarla direttamente dal sito www.musee-du-cafe.com
Ultimo sito del tour, è la magnifica ansa à la Barque.
La spiaggia, poco frequentata, forse perché ospita un porticciolo per pescatori, sfoggia sul suo lato sinistro un bel faro e alle sue spalle un fitto boschetto paludoso all’interno del quale sono presenti le vestigia di un sito storico un tempo dedicato alla lavorazione dell’indaco, pianta tropicale dalla quale si estraeva un colorante blu.
Il sito, come detto, è tra quelli inseriti nel progetto della rotta degli schiavi in quanto, tempo addietro, erano stati rinvenuti alcuni resti risalenti al XVII secolo, come piccole vasche e frammenti di ceramiche, e, intorno alla grande vasca di agitazione o ammollo, cocci di bottiglie di vetro.
Gli studi portati avanti da alcuni storici raccontano che la scelta dell’Anse-à-la-Barque, quale luogo ideale per costruire questa piccola fabbrica, scaturì principalmente per due motivi: il clima secco della costa, particolarmente adatto alla crescita delle piante di indaco, e il torrente che scorre nel vicino fossato, fonte di un grande quantitativo d’acqua dolce indispensabile al processo produttivo.