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Diario di viaggio 2022

26 gennaio

Video

Memorial Acte
Memorial Acte

Memorial Acte

Museo di Saint-John Perse

Museo Victor Schoelcher

Boulevard des Héros

Boulevard des Héros

26  gennaio 2022

Point-à-Pitre – Abymes. La comunità Cap Excellence

 

L’ultimo giorno di permanenza alla Guadalupa è purtroppo arrivato, e ancora non soddisfatto di conoscere nuove cose, alle 07:00 di questo mercoledì 26 gennaio sono già pronto per prendere il bus che collega Saint-François con Pointe-à-Pitre e andare a scoprire le bellezze di questa città e, qualora il tempo a disposizione me lo consentirà, anche quelle di Abymes.

Un’oretta di viaggio, ed eccomi a gironzolare per Pointe-à-Pitre, capitale economica dell’arcipelago, sede, oltre che dell’importante porto commerciale e croceristico, di numerose attrazioni storico culturali.

Il tour, pianificato a tavolino prima della partenza per la Guadalupa, è iniziato dal Memorial ACTe, magnifica e importante struttura in stile moderno allocata nella baia di Pointe-à-Pitre.

Inaugurato nel 2015 nelle immediate vicinanze di uno più antichi zuccherifici della città, ormai ridotto in dormitorio pubblico ‒ lo zuccherificio Darboussier ‒, il Memorial ACTe è stato costruito con la finalità di preservare la memoria di coloro che hanno vissuto gli anni bui della schiavitù.

Scoprire la storia di questa isola legata a un passato caratterizzato da deportazioni e intolleranza razziali, ha comunque avuto un suo fascino, non solo per la tecnologia interattiva utilizzata nel descrivere ogni singolo padiglione, con giochi di luce, video commemorativi, materiale in esposizione e traduzioni simultanee che iniziano con la scoperta della Guadalupa da parte di Cristoforo Colombo, ma per il significato che ha questa struttura, ovvero non dimenticare uno dei crimini più deplorevoli del passato perpetrato per secoli dall’uomo, ovvero la riduzione in schiavitù dell’essere umano.

Oltre un’ora di percorso guidato per apprendere come è iniziata la deportazione degli schiavi d’Africa, per passare al loro sfruttamento e quindi alla fine di questo fenomeno che è iniziato oltre tre secoli fa, sino a giungere quasi ai nostri giorni.

La passione per questa storia è nata diversi mesi prima della mia partenza per la Guadalupa, quando, nell’organizzare il viaggio, andavo cercando nuovi itinerari che non fossero sempre gli stessi, come le belle spiagge e i siti naturali.

La ricerca mi ha portato alla scoperta della “Slave Route” la rotta degli schiavi, un progetto nato nel 1994 per mano di storici, ricercatori ed esperti della Guadalupa, riconosciuto dall’UNESCO, che annovera ben diciotto siti d’interesse storico sparsi sull’intero arcipelago, e tra questi il Memorial ACTe, che rappresenta un po’ la casa madre dell’intero progetto.

La storia della deportazione è strettamente collegata al loro sfruttamento nei campi dove si produceva lo zucchero e il rum, ed ecco quindi un altro spunto per aver reso questo viaggio, tra le varie piantagioni, ancora più istruttivo.

Da qui è nato anche uno studio sulle distillerie presenti sull’arcipelago, che, come avrete avuto modo di leggere dalle pagine di questo diario, credo di aver adeguatamente documentato.

Oltre alla mostra permanente, molto suggestiva e ben curata nei dettagli, il Memorial ACTe ospita varie sale espositive, una biblioteca, laboratori didattici, una sala polivalente da trecento posti per spettacoli dal vivo, proiezioni, meeting, seminari, convegni o altri eventi, e un parco paesaggistico, il Morne de la Mémoire.

In sintesi, un concentrato di storia e cultura da visitare.

Uscito da questa meraviglia architettonica, tecnologica e soprattutto storica, ho attraversato la caratteristica darsena, luogo di mercato del pesce e della frutta, costeggiando sulla mia destra Piazza della Vittoria, all’interno della quale è posto il busto dell’ex Governatore Felix Eboue, primo uomo di colore che nel 1936 ricoprì la carica di governatore nell’impero francese, e il caratteristico ufficio turistico in stile coloniale.

Successivamente, mi sono portato al museo di Saint-John Perse, sede di una mostra permanente sulla vita del poeta e diplomatico Alexis Leger, alias Saint-John Perse, nonché dei suoi costumi creoli.

Lungo la strada che conduceva a questo museo, ho incrociato la statua del Velò, al secolo Marcel Lollia, noto musicista interprete della musica folcloristica un tempo suonata dagli schiavi dell’isola, meglio conosciuta come “gwo ka” e il pittoresco mercato delle spezie, ricco di tanti coloratissimi prodotti locali.

Uno spettacolo.

Giunto al museo, con molto rammarico, ho notato che la struttura, in perfetto stile creolo, era chiusa, quasi sicuramente per le limitazioni COVID, quindi, strada facendo, ho raggiunto quello dedicato a Victor Schoelcher, importante figura storica del XIX secolo in quanto difensore dei diritti umani e fautore del decreto del 27 aprile del 1848 con il quale si sanciva l’abolizione della schiavitù.

Adibito all’interno di una abitazione in stile coloniale, il museo è custode di una sua collezione di porcellane e oggetti personali.  

Qualche minuto per visitalo, date le modeste dimensioni delle sale d’esposizione, quindi, ho raggiunto uno dei monumenti storici tutelati di Pointe-à-Pitre, la cattedrale Saint Pierre e Saint Paul, tipica per il suo tetto interno con cornice metallica e la presenza di un altare in marmo di Carrara del XIX secolo.

Concluso il tour a Pointe-à-Pitre, via bus ho raggiunto Abymes, città di circa 60mila abitanti, appartenente insieme a Pointe-à-Pitre e Baie-Mahault, alla comunità dei comuni denominata Cap Excellence.

Il primo borgo, situato a pochi chilometri dall’attuale centro urbano, fu fondato nel 1691 e ospitava poche case abitate da una popolazione dedita alla coltivazione della canna da zucchero, del caffè e del cacao.

La data di nascita ufficiale della città, allora denominata Vieux-Bourg, risale invece al 1756.

Importanti scoperte archeologiche svolte nel 2006 e nel 2020 dalla Direzione Regionale degli Affari Culturali rilevarono la presenza di un villaggio risalente al periodo 1000-1200 d.C.

La città, in piena espansione urbanistica, conserva comunque importanti monumenti legati al periodo della lotta alla schiavitù portata avanti nei primi anni del 1800 da autorevoli figure storiche come Louis Delgrès, e Josef Ignace.

D’interesse, è altresì la statua, La Mulậtresse Solitude, eretta nel 1999 in omaggio alla resistenza alla schiavitù, il Boulevard des Héros, e la chiesa dell’Immacolata Concezione realizzata dall’architetto Ali Tur, custode di una Madonna con Bambino in legno dorato.

Tra le attrazioni finalizzate allo sviluppo turistico del territorio, il centro di Abymes ospita il Morne Calvaire, percorso di pellegrinaggio unico in Guadalupa che ho visitato, percorrendo il breve sentierino che si arrampica lungo una collinetta lussureggiante.

Ai piedi del sito i pellegrini iniziano la loro visita con la grotta di Lourdes che fu costruita tra il 1907 e il 1909 dall’abate Koening.

Questa grotta è stata originariamente scavata nella roccia, e nel tempo ha preso la forma di una graziosa grotta naturale.

Il percorso prosegue con le quattordici stazioni della Via Crucis all’ombra di grandi alberi di gomma e pero.

Nella parte superiore del Morne, c’è una cappella, la Concert Lyrique, eretta nel 1855 e dedicata a Nostra Signora della Guadalupa, immersa in un ambiente verde, in cui sono già state celebrate importanti messe e dove si sono tenuti vari concerti di musica classica.

Adiacente al Morne Calvaire, è presente il Morne de la Mémoire, simbolo della libertà dalla schiavitù.

Sulle grandi targhe poste in cima alla collinetta, sono incisi in lettere d’oro i nomi degli schiavi che vissero a Les Abymes fino al 1848, data che celebra la loro libertà.

Altro sito che per ragioni di tempo ho visitato è stata la casa delle Mangrovie di Taonaba, un sito destinato alla valorizzazione delle aree costiere ricche di mangrovie e foreste paludose.

Su quest’ultimo sito, infatti, è possibile ammirare il museo di storia naturale delle Riserva della Biosfera della Guadalupa, percorrere caratteristiche pedane sopraelevate per apprezzare la flora e la fauna del posto e anche navigare in canoa i canali fluviali Perrin e Belle Plaine sino a raggiungere la riserva naturale di Grand Cul-de-Sac-Marin.

Per ragioni di tempo, mi sono limitato a visitare soltanto il parco e percorrere parte di queste caratteristiche passerelle immerse nel verde.

Purtroppo, il tempo stringeva e considerato che prima dell’imbarco dovevo sottopormi al test anti-covid, ho lasciato il centro di Les Abymes e ho raggiunto l’aeroporto per prepararmi al rientro nella mia amata Patria.

 

Che dire, il mio viaggio è terminato proprio sotto una tenda per fare il test antigenico che, nonostante i cinquanta euro pagati, nell’immediato non mi ha garantito il rilascio del certificato attestante la mia negatività a causa di un guasto al sistema informatico.

Qualche minuto di attesa in più rispetto ai canonici quindici e tutto si è risolto per il meglio.

Bagaglio in spalla e via per le scrupolose operazioni d’imbarco fatte però a stretto contatto di numerosissimi altri turistici.

Boh!

E da Pointe-à-Pitre è tutto, cari amici.

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