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Diario di viaggio 2022

20 gennaio

Enjoy Guadalupa 22 gennaio 2022
Spiaggia la Feullière

Spiaggia la Feullière

Les Galieres

Les Galieres

Les Galets

Les Galets

20  gennaio 2022

Marie-Galante, autentica

 

Sul lato sud-ovest dell’arcipelago caraibico della Guadalupa splende una gemma tropicale rurale, autentica, unica capace di sprigionare sensazioni d’altri tempi.

Siamo a Marie-Galante, denominata l’isola dei cento mulini, un territorio di 158 chilometri quadrati d’estensione, coperto da lussureggianti piantagioni della canna da zucchero per la produzione del rum, bagnato da spiagge mozzafiato e sede di importanti siti storici, sul quale vive una popolazione di circa 12mila abitanti concentrati principalmente nelle città di Ground-Bourg, Capesterre e St. Louis.

Grand-Bourg, situata a sud dell’isola, principale porto di imbarco e sbarco per Pointe-à-Pitre, sulla Grande-Terre, conserva testimonianze d’inestimabile valore storico; Capesterre, a sud-est di Marie-Galante, è un piccolo borgo caratterizzato dalla presenza di spiagge bellissime e interessanti attrazioni naturali; infine, Saint-Louis a nord-ovest dell’isola, porto d’imbarco per le tratte da e per Saint-François e Les Saintes, ospita una popolazione molto legata alle antiche tradizioni locali, dedita principalmente alla coltivazione delle piantagioni della canna da zucchero; è bagnata da splendidi litorali e gode di panorami naturali mozzafiato.

Con un programma articolato su tre giornate di permanenza sull’isola, la mia esperienza a Marie-Galante è iniziata da Capesterre, piccolo borgo affacciato su uno dei luoghi più seducenti dell’intero arcipelago della Guadalupa, per conoscere spiagge fantastiche come quella della Feuillère e Feuillard, il sito storico “Les Galets”, antica fabbrica d’indaco risalente ai secoli XV e XVI, e scenari naturali temprati dal tempo come le grotte Les Galeries.

Partito di buon’ora da Deshaies in direzione aeroporto di Point-à-Pitre per riconsegnare l’auto a noleggio, alle 8:15 mi sono imbarcato sull’Express des Iles per raggiungere ‒ dopo un’ora di traversata ‒ Grand-Bourg, principale centro di questa magica isola caraibica.

Ho ritirato un’altra auto a noleggio e mi sono immediatamente andato a sistemare presso il residence prenotato settimane prima del mio viaggio.

La ricerca dell’alloggio mi ha portato a percorrere la litoranea est dell’isola, una strada, che per effetto delle sue bellezze poste in prossimità del mare, ha immediatamente catturato la mia attenzione, tanto da lasciarmi andare a diverse soste per ammirarne i meravigliosi dettagli paesaggistici, fatti da celesti specchi d’acqua, piccole anse con alte palme di cocco e tanta vegetazione.

Dopo essermi sistemato in una bella abitazione posta a circa un chilometro dalla littoranea, ho provveduto all’approvvigionamento dei viveri nel vicino centro alimentari, e infine alla preparazione del pranzo, affinché potessi poi avere l’intero pomeriggio libero per le escursioni messe in programma.

Come anticipato, l’avventura nel comune di Capesterre ha avuto inizio da una delle più belle spiagge dell’intero arcipelago della Guadalupa, la Feuillère.

La sosta per un tempo abbastanza lungo è stata d’obbligo, anche per concedermi un po’ di relax all’ombra di una maestosa palma di cocco.

Tutto intorno si respirava un’aria dal sapore tipicamente tropicale; la bianchissima e accecante sabbia faceva da contrasto alle splendide e trasparenti acque celesti del mare, battute da un leggero venticello che dava il giusto refrigerio ai tanti bagnanti presenti sul lido e ispirava i tanti surfisti a vertiginose acrobazie sulle acque.

Poco distante dalla riva, la sottile barriera corallina trasformava l’intero specchio di mare antistante la spiaggia in una grande piscina, restituendo un paesaggio a dir poco d’inestimabile fascino.

Nel complesso una sensazione davvero eccitante, che ha premiato a pieni voti l’inizio di soggiorno sull’isola di Marie-Galante.

Dopo un paio di orette, trascorse in parte al sole e in parte a nuotare, ho lasciato la Feuillère per raggiungere le grotte les Galeries.

Les Galeries sono delle grotte poste a un’altezza di una quindicina di metri sopra il livello del mare emerse per effetto di remoti movimenti tettonici.

Esse sono accessibili attraverso il Gallery Trail, un sentiero a forma d’anello di 1,4 chilometri, percorribile in trenta-quaranta minuti.

Incuriosito da questa attrazione naturale mi sono portato lungo la strada comunale sino a raggiungere la località Capharnaüm dove, dopo aver parcheggiato, mi sono incamminato per il citato sentiero.

Sono entrato in un canalone, seguendo le indicazioni poste sul terreno, e a un certo punto le gallerie scavate dal mare si sono presentate magicamente alla mia visione.

Fragorose onde s’infrangevano violentemente sugli scogli, rendendo lo spettacolo unico e appagante.

Sono stato sul posto per qualche minuto per godermi lo scenario, quindi, controllando l’apposita segnaletica gialla, pian piano sono ritornato al punto di partenza per riprendere l’auto e dirigermi su uno dei siti storici della “Slave Route”, denominato “Les Galets”, un’antica fabbrica d’indaco risalente ai secoli XV e XVI. 

Les Galets ‒ grazie alle ideali condizioni geomorfologiche, come l’abbondanza d’acque nel sottosuolo e il clima particolarmente secco ‒ resero florida la coltivazione di questa piantagione destinata alla produzione di un colorante blue.

La piana di Les Galets, ora in stato d’abbandono, ospita i resti delle solide vasche utilizzate per la lavorazione dell’indaco, un manufatto diroccato e niente altro. 

Un po’ deluso del sito, ho ripreso l’auto e dopo circa dieci minuti d’auto, ho raggiunto l’anse Feuillard.

Questa spiaggia, già visitata nel primo viaggio del 2020, un po’ isolata, non è altro che un altro gioiello di questa parte dell’isola, ed è proprio per questo motivo che ho deciso di ritornarci.

Dopo aver parcheggiato l’auto in un’area comune mi sono incamminato lungo un sentiero di circa un chilometro, in parte sotto il sole cocente, in parte coperto da una folta vegetazione.

La spiaggia si estende per circa 500 metri con alcuni punti di bagnasciuga coperto da rocce piatte, alghe e piccole baracchette dove credo trovino riparo dal sole o sollievo i naturisti.

Il posto, privo delle classiche palme di cocco, mi ha comunque colpito, non tanto per la natura tipicamente selvaggia, ma per la grande tranquillità che mi ha trasmesso.

Nonostante ciò, rimane comunque una spiaggia meravigliosa che sono contento di aver rivisitato.

Nel frattempo, il sole piano piano è iniziato a calare, quindi, con un po’ di rammarico per questa sola mezza giornata di escursioni, ho ripreso l’auto e fatto rientro al mio alloggio, per scrivere i primi appunti sulla giornata appena trascorsa e mettere a punto l’itinerario del giorno dopo.

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