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Lo zuccherificio di Roussel-Trianon si colloca all’interno di una grande area adagiata su un tappeto d’erba verde molto curato.

Nel periodo 1720-1740, fu di proprietà di Nicola Bonhomme, un creolo di Marie-Galante, successivamente della famiglia Fossecave, e prima di passare definitivamente nelle mani di Roussel-Trianon, appartenne a Botreau-Roussel.

 

Si narra altresì che il mulino fatto ergere da Trianon sarebbe stato uno dei più belli dell’intera isola, e ciò grazie anche alla sua maestosa solidità, eretto con tecniche di costruzione e tecnologie di funzionamento innovative per quei tempi. In sintesi, una  meraviglia architettonica unica nel suo genere

Ecomuseo Murat - Grand-Bourg
Ecomuseo Murat - Grand-Bourg
Ecomuseo Murat - Grand-Bourg

Il complesso, risalente al 1600, fu acquistato all'inizio dell'800 dalla famiglia Murat. Oggi è sede dell’ecomuseo di Marie-Galante e rappresenta una delle poche testimonianze storiche del passato schiavista dell’isola.

 

La crescita della produzione dello zucchero di barbabietola del 1836 ed il terremoto del 1843, mandarono in crisi l’abitazione, al punto che nel 1868 fu messa all'asta. 

 

Oggi, l’intera proprietà conta la presenza di decine di edifici, le case degli schiavi, le "capanne gaulette", due mulini e la Maison de Matre, un palazzo signorile costruito nel 1800 dagli inglesi per ospitare i guardiani delle piantagioni di canna da zucchero nelle quali lavoravano oltre duecento schiavi. Il museo offre altresì un centro di documentazione e lettura, oltre ad un giardino di piante medicinali.

 

Nel 1979 il Consiglio Generale della Guadalupa decise di valorizzarlo. Oggi è un ecomuseo delle Arti e Tradizioni Popolari che riunisce in poche centinaia di metri quadrati tre secoli di storia dello zucchero della Guadalupa durante il periodo coloniale.

Punch Pond - Marie-Galante
Punch Pond - Marie-Galante
Punch Pond - Marie-Galante

La denominazione “Punch Pond” deriva da un episodio violento accaduto nell’anno 1849.

A quel tempo, in un’ area dell’attuale Grand-Bourg esisteva la fabbrica “Pirogue” destinata alla produzione dello zucchero e del rum.

 

La popolazione di colore, appena liberata dalla schiavitù, per effetto di brogli elettorali, alimentarono una rivolta contro le milizie che portò la morte di molti manifestanti.

La reazione della popolazione locale non si fece attendere al punto di gettare in uno stagno adiacente alla piantagione l’intera produzione di zucchero e rum creando un gigantesco Punch.

 

In ricordo di questo avvenimento, nelle vicinanze delle vestigia, fu eretta una stele in memoria dei caduti.

Les Galets - Marie-Galante
Les Galets - Marie-Galante
Les Galets - Marie-Galante

Ad est di Marie-Galante, in località in località Le Gouffre, vicino Capesterre, nel contesto di una vasta pianura costiera meglio conosciuta come "Les Galets", prendono posto i resti di un’antica fabbrica d’indaco risalente ai secoli XV e XVI.

 

Les Galets, grazie alle ideali condizioni geomorfologiche, come l’abbondanza d’acque nel sottosuolo ed il clima particolarmente secco, resero florida la coltivazione di questa piantagione destinata alla produzione di un colorante blue.

 

La piana di Les Galets ospita i resti delle solide vasche utilizzate per la lavorazione dell'indaco.

Alcune di esse, in cattivo stato di conservazione, sono a cielo aperto, altre invece, sono situate su terreni privati. 

Slave Route Les Saintes

Slave Route - Terre-de-Bas (Les Saintes)

Guadalupa - Terre-de-Bas
Podere Fidelin - Terre-de-Bas
Podere Fidelin - Terre-de-Bas

Il podere Fidelin, conosciuto anche come "fabbrica di Grand Baie", è stato fondato nel 1760 da Jean-Pierre Fidelin. Oggi, sono ancora visibili molte vestigie, tra cui due fornaci ben conservate, un'officina, diverse cisterne, un edificio circolare per la preparazione della terra, nonché altre costruzioni che fanno di questo luogo una grande attrazione turistica. 

 
Alla fine del XVIII secolo, l'attività della ceramica era principalmente focalizzata sulla fabbricazione di vasellame (alcuni delle quali misuravano più di 50 cm). La terra utilizzata per la lavorazione del citato materiale proveniva principalmente da Terre-de-Haut.

 

Nel 1837 la dimora contava fino a 130 schiavi, impiegati come vasai, trasportatori, taglialegna, alimentatori della fornace ecc. La bottega ha poi diversificato la propria produzione verso la fabbricazione di pentole, vasellame vario, mattoni e tegole. La sua posizione privilegiata sul mare facilitava il carico delle barche per le consegne in terraferma.

 

Fu durante la seconda metà del XIX secolo, dopo l’abolizione della schiavitù, che l'attività del sito si ridusse, per poi repentinamente cessare.

Il podere di Fidelin è stato classificato monumento storico nel 1997.

Stefano Mappa

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