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Diario di viaggio 2022

15 gennaio 2022

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La Dèsirade Enjoy Guadalupa
Ansa des Galets

Anse des Gales

Spiaggia A Fi Fi

Spiaggia Fanfan

Cappella Nostra Signora del Calvario

Cappella Nostra Signora del Calvario

15 gennaio 2022

La Désirade, l'isola degli indesiderati

 

Spinto da un sempre rinnovato spirito d’avventura e di conoscenza, la quinta giornata di permanenza alla Guadalupa l’ho dedicata interamente all’isola de la Désirade.

Mi sono alzato prestissimo per mettere a punto il diario di viaggio, fare colazione e preparare lo zainetto e alle ore 06:30 mi sono diretto a St. François per imbarcarmi sul traghetto veloce.

La Désirade è una piccola isola di origine vulcanica scoperta nel 1493 da Cristoforo Colombo nel suo secondo viaggio verso la Guadalupa.

Essa conserva testimonianze risalenti alla fase più antica della storia geologica delle Piccole Antille e il suo nome è stato dato dai membri dell’equipaggio del navigatore genovese.

Questa gemma caraibica è altresì un piccolo gioiello selvaggio; immersa nelle calde e celesti acque del mar dei Caraibi, è custode di spiagge e fondali bellissimi, di alcune rovine, di antichi manufatti e di aree isolate dagli scenari naturalistici contrastanti.

Il suo fascino per la particolare conformazione allungata, l’aspetto selvaggio, le spiagge meravigliose protette da lunghe barriere coralline, la rende una meta turistica unica, romantica e misteriosa in quanto legata a un passato fatto di storie di deportazioni e d’isolamento perpetrate nei confronti dei lebbrosi dalla Francia di Re Luigi XIV.

La Désirade oggi ospita circa 1600 abitanti residenti nel comune di Beauséjour, porto d’arrivo e d’imbarco per Grande Terre. Quattro sono i quartieri presenti sull’isola: Quartier des sables, Quartier des Galets, Le Souffleur, e Baie-Mahault. A la Désirade trovano residenza i discendenti dagli antichi Bretoni e Normanni.

Dopo circa un’ora di traversata ho raggiunto l’isola.

Il programma della giornata prevedeva la scoperta di quei siti che nel precedente mio viaggio non ebbi il tempo di conoscere e, al contempo, rivisitare quelli che invece hanno lasciato dentro di me profondi ricordi.

Dopo aver noleggiato una mountain bike, ho iniziato il mio tour dalla piazzetta centrale del piccolo borgo di pescatori di Beauséjour, Place du Maire mendiant, dove si trova la chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione, il monumento dedicato ai quattro giovanissimi francesi locali caduti durante la Prima guerra mondiale, quello dell’importante figura eroica di Louis Delgrès, oggi simbolo della lotta alla schiavitù portata avanti nei primi anni del 1800 e infine quello dedicato a Victor Schoelcher, difensore dei diritti umani e fautore del decreto del 27 aprile 1846 con il quale si sanciva l’abolizione della schiavitù.

A Place du Maire mendiant ho dedicato alcuni minuti, quindi via per la punta più a sud ovest della Désirade, Pointe de Colibrì.

Raggiunta dopo circa un chilometro e mezzo, l’area contava già un certo numero di turisti con guide al seguito intenti a illustrare gli aspetti morfologici dell’area, caratterizzata da basse anse e grotte all’interno delle quali confluivano violentemente le onde del mare (Anse des Galets) creando, nei brevi momenti di pausa di ritiro delle acque, grandi piscine di un colore celeste intenso.

Veramente suggestive.

Continuando con il giro, mi sono portato sulle due spiagge adiacenti a Pointe de Colibrì, anse d’Eschelle e plage à Fanfan.

La prima, proprio a ridosso della piana di Colibrì, si presentava molto spartana, abbandonata, ma con un fascino da fare invidia a molti altri lidi che ho visitato negli scorsi giorni.

Acqua verde e celeste, sabbia chiarissima e tante alte palme di cocco, cosa volere di più da un lido come questo?

Peccato che fosse isolata.

L’altra spiaggia, invece, la Fanfan, aveva tutto un altro fascino.

Caratterizzata dalla presenza di alcuni bungalow e da un originale percorso ginnico colorato giallo-verde, dava più il senso di un lido strutturato e accogliente.

Anche qui, il mare, la sabbia e le palme non hanno tradito le aspettative, tutto era in perfetto stile caraibico a portata di turista esigente.

Adiacente alla spiaggia ho potuto notare la presenza del cimitero locale. Costruito con lo stesso stile architettonico di tutti i cimiteri dell’arcipelago, la struttura ospitava le classiche tombe a scacchi bianco e nere o bianche e celesti, tipo quelle viste ieri a Morne-à-l’Eau.

Concluso il giro sulla parte sud ovest dell’isola, il programma prevedeva la visita alla cappella di nostra Signora del Calvario, posta a circa un chilometro dal borgo di  Beauséjour, raggiungibile percorrendo una salita con piccoli tornanti la cui pendenza media è di gran lunga superiore al 10%, e a seguire la randonnée Morne du Souffleur, una strada sterrata di poco più di cinque chilometri che si allunga con un continuo saliscendi lungo tutto il plateau della montagna, percorribile in bici, per chi allenato in poco meno di un’ora, oppure soltanto con mezzi fuoristrada.

Avendo noleggiato una mountain bike, ho pensato di affrontare l’ascesa senza particolari problemi.

Qui però è iniziato il dramma.

Una semplice escursione si è invece trasformata in una prova impegnativa di mountain bike.

Ho forse chiesto troppo al mio fisico?

Sicuramente no, visto il buon allenamento che ho nelle gambe, però non vi nascondo che la salita alla chiesetta è stata veramente un’agonia, resa ancora più difficile dagli oltre trenta gradi di temperatura.

Lungo la stradina erano presenti le quattordici stazioni della passione di Cristo. Su ognuna di essa era posta una croce, la mia me la sono accollata alla quinta!

Da quel momento ho continuato a piedi, trascinandomi bici e il pesante zainetto che avevo sulle spalle.

Finalmente dopo la quattordicesima croce, la mia passione poteva considerarsi terminata, anche perché finalmente, come per miracolo, in cima alla salita ho visto la piccola chiesetta bianca e celeste di Nostra Signora del Calvario.

Una volta raggiunta mi sono fermato per riprendere fiato e poi, oltre a ringraziarla per avermi accolto sudato e puzzolente, le ho dedicato alcuni scatti fotografici.

Da quell’altezza si godeva di un paesaggio mozzafiato.

All’orizzonte era visibile Petite-Terre e Grande-Terre e in basso tutto il versante sud dell’isola con le sue favolose spiagge.

Uno spettacolo unico.

Ho recuperato un po’ le energie e ho ripreso il cammino in mountain bike, percorrendo la randonnée Morne du Souffleur sino ad arrivare all’imponente impianto delle pale eoliche.

Lungo il sentiero non c’era nulla vedere, quindi, poco prima della fine della strada, ho fatto dietro-front e sono tornato indietro.

Giunto al punto di partenza, ho preso la strada principale dell’isola per raggiungere il versante est della Désirade, caratterizzata da quattro splendide spiagge, dalla graziosa Cappella di Nostra Signora del Faro, dal grande faro, dalle rovine dell’ex cotonificio, dal lebbrosario e infine dalla presenza della stazione meteo, ormai in disuso.

La pedalata lungo questa strada caratterizzata dall’attraversamento di molte iguane, metro dopo metro, è stata molto interessante, in quanto a sinistra si potevano ammirare le meravigliose spiagge bianche con le tipiche palme di cocco, a destra la folta vegetazione che si arrampicava sino al vertice del caratteristico plateau sulla cui parte terminale erano posizionate imponenti strutture eoliche.

Dopo pochi chilometri ecco incrociare il grande faro, maestoso perfettamente funzionante a favore delle tante imbarcazioni che giornalmente solcano l’oceano Atlantico, quindi, a seguire, i tre manufatti: il famoso lebbrosario, struttura attiva dal 1728 al 1956, le macerie del cotonificio e l’antica stazione meteo.

Che dire. Niente di che!

Al mio stupore si univa quello di tanti altri turisti che nel frattempo avevano raggiunto la mia posizione.

Ma aldilà dei siti, la natura della punta sud, invece, con i suoi scenari mozzafiato si è rivelata molto suggestiva.

La punta sud, denominata Pointe Doublé, si è mostrata arida e lunare; posta a ridosso dell’ansa Devant-y-Bon e a quella des Galets. Il luogo, con le sue scogliere sulle quali s’infrangevano violentemente le onde e un territorio tutt’intorno governato da una pace che non saprei descrivere, mi ha regalato attimi carichi di intense emozioni.

In lontananza era visibile Petite Terre, due piccole isole, Terre-de-Haut, strettamente interdetta al pubblico in quanto riserva naturale, e Terre-de-Bas, accessibile al pubblico e soprannominata il faro della fine del mondo.

Dopo aver trascorso diversi minuti a scattare foto, video e godere di impagabili momenti di pura contemplazione dagli scogli di Pointe Doublé, appagato per quanto visto, ho sentito in me accrescere il desiderio di lasciare il luogo per andare a scoprire le altre attrazioni dell’isola.

Ho invertito la marcia in direzione Pointe des Colibris, l’altra estremità dell’isola, e ho passato in rassegna le meravigliose spiagge della Désirade.

Tre i lidi che ho avuto il piacere di riscoprire su questo versante dell’isola.

Partendo da quello più a sud, il primo che ho visitato, è stato quello della Petit-Rivière.

Situato nell’omonima baia, la bianca spiaggia, seppur coperta da alghe scure, manteneva inalterata la bellezza del posto, reso ancor più invitante grazie alla presenza da una lussureggiante barriera corallina che consente ai locali centri immersioni di organizzare spettacolari escursioni ai fondali, e questa mattina erano in tanti ad aver optato per questa esperienza, rispetto a quella dei deludenti ruderi.

Appagato da così tanta bellezza, ho risalito la strada che conduceva alla spiaggia, portandomi nuovamente sulla litoranea per visitare la graziosa Cappella di Nostra Signora del Faro.

Gli ho dedicato qualche minuto (le dimensioni non consentivano ampi tempi di visita!) e quindi mi sono diretto alla spiaggia del Souffleur.

Il lido del Souffleur si estende per alcune centinaia di metri in direzione nord dell’isola.

C’era la classica sabbia bianca sulla quale prendevano posto maestose palme di cocco e qualche gazebo, all’interno dei quali è possibile trascorrere fantastici momenti di contemplazione con vista mare oppure sostare per consumare i pasti. Io, chiaramente, ho optato per il primo.

Troppo bello per non farlo.

Dopo aver opportunamente documentato anche questo lido, ho inforcato di nuovo la bici, e sotto un sole molto caldo che faceva segnare almeno trenta gradi, mi sono diretto sulla spiaggia più rinomata della Désirade, la Fifi.

Allocata a circa a 200 metri da Beauséjour, la spiaggia Fifi si estende su un’area molto ampia dove, anche qui, alte palme e una sabbia bianchissima fanno da cornice a uno specchio di mare cristallino dai colori celeste e verde intenso.

A pochi metri dalla riva una passarella di circa venti metri, formata da grandi cubi galleggianti, conduce a una piscina artificiale, strutturata nella medesima maniera.

Su questo lido trovano posto dei graziosi gazebo e un bar ristorante molto caratteristico, il tutto nel rigoroso rispetto dell’ambiente.

Qui la sosta è stata obbligata anche per riprendere fiato dalle affannose pedalate e consumare il pranzo al sacco in compagnia di ben due bottiglie da un litro e mezzo d’acqua acquistate nel vicino bar.

In effetti, la giornata è stata veramente dura, non tanto per la fatica nel pedalare in lungo e largo per l’isola, quanto invece per il gran caldo.

Ma alla fine, la soddisfazione di aver esaudito la sete di conoscenza è stata prevalente rispetto a quella derivante dalla fatica.

Tanto per riposare c’è sempre tempo!

La bellezza e la magia del posto, mi hanno suggerito, dopo avere consumato il pasto, di distendermi sotto una palma di cocco e attendere l’ora dell’imbarco per il rientro a Grande-Terre.

E così ho fatto.

Alle 16:00 sono salito a bordo del traghetto e per non distogliere lo sguardo dall’isola ho preso posto accanto a un finestrino.

La Désirade si allontanava sempre di più dai miei occhi e dal mio cuore, ma la meravigliosa esperienza vissuta mi ha comunque dato la giusta carica per scrivere un’altra pagina importante del mio diario di viaggio alla Guadalupa.

 

Con l’escursione alla Désirade si chiude con grande soddisfazione il capitolo Grande-Terre e se apre un altro, quello sull’ala est della grande farfalla, lussureggiante, ricca di storia e bellezze naturali, dal nome Basse-Terre.

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