I tesori della Guadalupa - Vulcano Soufrière 2^ p.
- Stefano

- 29 ago
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Il vulcano Soufrière, denominato dai locali “La Grande Signora”, con i suoi quasi 1.500 metri, è il punto più alto delle Piccole Antille francesi e domina l’isola con la sua presenza solenne.
Raggiungibile in circa 45 minuti di auto da Capesterre-Belle-Eau percorrendo la principale arteria stradale della N1, il vulcano Soufrère è posto ai piedi della cittadina di Sainte-Claude, Comune di Basse-Terre con oltre diecimila abitanti e una storia che inizia con i coloni olandesi del Seicento, dediti alla produzione di dolciumi.
Oggi, Sainte-Claude è il punto di partenza ideale per chi vuole vivere una giornata a contatto con la natura.
Ma il cuore dell’esperienza è la scalata verso la cima.
Il percorso più battuto è il chemin des Dames, sentiero della larghezza di circa un metro ricavato lungo il pendio del vulcano. L'ascesa è una camminata che parte dal parcheggio e prosegue lungo il sentiero Trace du Pas du-du Roi completamente avvolto da piante tropicali, formata da alberi giganteschi, liane e felci arboree, sino a raggiunge la Savane a Mulets a 1.140 metri di altitudine, e prosegue lungo il chemin des Dames tra vapori sulfurei, tappeti di muschi colorati e i segni lasciati dalla storia del vulcano di difficile percorrenza visto le numerose pietre, per fortuna porose, poste sul terreno.
Qui l’ambiente cambia drasticamente, la foresta rigogliosa si riduce a vista d’occhio, mettendo in primo piano i muschi e i licheni che avvolgono le pareti del vulcano.
La Soufrière non è solo un luogo da visitare: è un vulcano vivo, pulsante.
La sua prima eruzione documentata risale a oltre cinquecento anni fa, nel 1530.
Ma fu nel 1690 che mostrò davvero la sua potenza: un’eruzione violenta oscurò il cielo, devastò i campi e trasformò l’isola.
Altre manifestazioni si susseguirono nei secoli, fino al 1976, quando il vulcano tornò a farsi sentire: tremori, fumo, odore di zolfo.
Più di 70.000 persone furono evacuate.
Alla fine, non ci fu lava, ma l’energia della Soufrière lasciò un segno indelebile nella memoria degli abitanti.
Oggi, il vulcano è monitorato giorno e notte, ma continua a sbuffare, come un gigante che non dorme mai del tutto.
Salire lungo i suoi sentieri significa camminare sopra la sua energia, percependo a ogni passo la forza della natura.
Al termine dell’ascesa al vulcano, ci si può concedere un momento di relax nei Bains Jaunes, una piscina naturale di acqua calda a 28-30 gradi posta ai piedi del Soufrière, adiacente al parcheggio.
Per affrontare le asperità della salita, servono scarpe adatte, una giacca per il vento e acqua a sufficienza.
In cambio, la Soufrière regala circa quattro ore di emozioni autentiche: panorami mozzafiato, vapori sulfurei che avvolgono i sentieri, e la sensazione di trovarsi sul dorso di un colosso antico, capace di plasmare e trasformare il mondo che lo circonda.
Testo e foto Stefano Mappa








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