Le cascate
In tour tra le cascate di Basse-Terre
Benvenuti a un viaggio incantevole tra i ritmi della natura selvaggia di Basse-Terre, l'isola verde della Guadalupa.
Con questo approfondimento esploreremo quindici cascate mozzafiato che, immerse nella lussureggiante foresta pluviale, raccontano una storia di potenza, delicatezza e biodiversità. Ogni salto d'acqua, ogni pozza scintillante e ogni sentiero verdeggiante offrono ai visitatori un'esperienza sensoriale unica: il fruscio delle foglie, il profumo dell’umidità, il fragoroso crollo dell’acqua e l’abbraccio fresco della brina che sale dalle rocce.
In un susseguirsi di emozionanti esperienze, vi accompagneremo dai sentieri meno battuti alle destinazioni più amate dai turisti e dagli escursionisti.
Scopriremo come le quindici cascate si intrecciano con la fauna e la cultura dell’isola, offrendo spunti su cosa portare, come muoversi in sicurezza e quando è il momento migliore per ammirarle.
Prepariamoci a un tour articolato su più giornate che va oltre la mera bellezza visiva: un invito a rallentare, ascoltare il suono dell’acqua e lasciarsi ispirare dalla natura che maestosamente segue il proprio corso.
Saut des Trois Cornes - Sainte-Rose

Il nostro viaggio inizia a Sainte-Rose, a nord di Basse-Terre, per scoprire la cascata del Saut des Trois Cornes.
Nascosta tra la vegetazione rigogliosa del Parco Nazionale della Guadalupa, la cascata si cela come una meraviglia naturale che incanta escursionisti e amanti della natura selvaggia. Questa spettacolare caduta d'acqua, priva di bacino balneabile, si rivela in tutta la sua maestosità solo a chi è disposto a guadagnarsela con una breve, ma impegnativa escursione.
Il sentiero, lungo circa 1,5 km con un dislivello di 150 metri, parte dalla sorgente termale di Sofaïa, le cui acque, a 31°C, sono famose per le virtù dermatologiche. Il percorso si snoda in discesa tra radici contorte, pietre scivolose e tratti fangosi.
Classificato come facile, il cammino può diventare tecnico e insidioso, soprattutto dopo la pioggia, trasformandosi, per gli spiriti più avventurosi, in una vera prova di resistenza. L'attraversamento del fiume Moustique segna il passaggio verso l'ultimo tratto che conduce alla cascata, immersa in un ecosistema vibrante e incontaminato.
Qui, tra il fruscio delle foglie e il canto degli uccelli tropicali, la natura guadalupense si manifesta in tutta la sua potenza. Non c'è piscina in cui tuffarsi, ma c'è una vista che toglie il fiato: un luogo che non si visita, si vive. Il Saut des Trois Cornes non è solo una meta, è un’esperienza sensoriale, un’immersione totale nella bellezza selvaggia dell’isola.
Cascata Bis - Sainte-Rose

Lasciato Saut des Trois Cornes, ma rimanendo nel territorio comunicale di Sainte-Rose, percorrendo la strada nazionale 2, route de Belle Riviere e route de Bis, in circa 25 minuti si arriva alla seconda cascata di questa cittadina di Basse-Terre: la cascata Bis. Situata in località Bis, un piccolo parcheggio segnala l'inizio del cammino.
Da lì, un sentiero si apre tra le abitazioni, serpeggiando fino a immergersi nella vegetazione.
La camminata è breve, circa quindici minuti, ma presenta una discesa tecnica.
Corde fissate lungo il percorso aiutano nella discesa e nella risalita, rendendo l’esperienza più sicura.
Il sentiero, pur impegnativo, è ben strutturato. Gradini naturali scolpiti nella roccia facilitano il passaggio, rendendo la passeggiata accessibile a chi è in buona forma fisica.
Non è consigliata ai bambini piccoli, ma per gli adulti è un’avventura affascinante e alla portata.
Giunti sul sito, la ricompensa: la cascata Bis si rivela in tutta la sua bellezza, accompagnata da un bacino naturale perfetto per un bagno rinfrescante.
È il luogo ideale per un picnic in famiglia, per rilassarsi all’ombra degli alberi e lasciarsi avvolgere dalla freschezza dell’acqua.
Uno degli angoli più amati della cascata è il piccolo spazio nascosto sulla sinistra, incassato nella roccia, che offre una doccia naturale, intima e rigenerante.
In sintesi, la cascata Bis è un’esperienza che unisce relax ed energia, silenzio e vitalità.
Un luogo da non perdere per chi ama la natura, lontano dalla folla, vicino all’essenza selvaggia dell’isola.
Cascata Lèzard - Petit-Bourg

La cascata Lèzard è un salto d’acqua di circa dieci metri, le cui fresche acque si riversano in un magnifico bacino celeste, ai cui lati delle ampie rientranze del terreno fanno da platea naturale a chi desidera godersi questo spettacolo della natura in totale relax.
In condizioni meteo favorevoli, il sito si raggiunge con discreta difficoltà in circa quaranta minuti di cammino, ma se il terreno è bagnato, i tempi si allungano. Rami e radici diventano gli appigli per evitare spiacevoli scivoloni.
Il sentiero di media difficoltà non è ufficialmente segnalato, ma grazie alle impronte lasciate dai numerosi visitatori, il tragitto risulta abbastanza intuitivo. Il ritorno avviene lungo lo stesso percorso, impiegando circa mezz'ora.
Prima di intraprendere il cammino verso la cascata Lèzard, è sempre consigliato verificare eventuali divieti d’accesso presso l’Ufficio del turismo di Petit-Bourg, a causa di incidenti occorsi in passato durante avverse condizioni meteo.
Cascata Aux Écrevisses - Petit--Bourg

La tappa successiva è la cascata Aux Écrevisses. Situata lungo la "Route de la Traversée", arteria stradale che taglia l’isola di Basse-Terre da est a ovest, questa cascata è una delle attrazioni naturali più visitate, grazie alla sua facile accessibilità.
Un ampio parcheggio gratuito è disponibile, con la possibilità di sostare anche lungo i margini laterali della strada, qualora ci sia un eccesso di visitatori. Il sentiero piastrellato di circa 350 metri ci porta rapidamente alla cascata. In pochi minuti, il percorso, che si snoda parallelamente al ruscello Corossol, ci porta su una grande piattaforma in legno dalla quale possiamo ammirare un fragoroso salto d’acqua di circa 8-9 metri. La cascata, avvolta da una rigogliosa vegetazione su metà della sua circonferenza, permette di scendere dalle rocce che la circondano, per scattare foto o immergersi nelle sue fresche acque.
In sintesi, la cascata Aux Écrevisses è un’attrazione turistica molto conosciuta, iconica, e di facile accesso, sebbene sia sempre consigliabile consultare le previsioni meteorologiche prima della visita. Per questo sito non è necessario una calzatura tecnica.
Saut d’Acomat - Pointe-Noire

La quinta cascata del nostro tour fa tappa a Pointe-Noire, importante cittadina situata sul versante ovest di Basse-Terre.
Il sito naturale prende il nome di Saut d’Acomat. L'accesso non ha un parcheggio dedicato, ma è possibile lasciare l’auto lungo la strada che porta al punto di ingresso, facilmente riconoscibile grazie a un cartello un po' usurato. Da qui, un sentiero di circa 15 minuti, inizialmente sconnesso e attraversato da radici e rocce, conduce a un piccolo corso d'acqua che, attraversandolo, ci guida verso la cascata. Con un’altezza di circa 5-6 metri, le sue acque si riversano in un bacino celeste di 10 metri di diametro, dove è possibile tuffarsi dalle rocce che la sovrastano o semplicemente rilassarsi. Lungo il corso del ruscello si incontrano anche piccole spiaggette di sabbia dorata, ideali per momenti di assoluto relax. Per chi desidera un'esperienza più avventurosa, a 600 metri di distanza dal parcheggio, è possibile raggiungere il Canyon della Grande Plaine e praticare rafting lungo il fiume, affrontando una discesa di circa 150 metri. Per questa esperienza si consiglia rivolgersi a un’agenzia locale che organizza escursioni.
Saut Matouba - Sainte-Claude

Dopo aver visitato le cascate di St. Rose, Petit Bourg e Pointe-Noire, un’altra tappa pensata per chi ama la natura, i profumi tropicali e i panorami mozzafiato ci attende nel Comune di Sainte-Claude, cittadina posta a sud dell’isola di Basse-Terre, conosciuta in particolar modo per essere la via d’accesso al vulcano attivo La Soufrère.
La cascata in argomento è il salto Matouba. Con un salto di circa 10 metri, le acque si gettano in un bacino circolare dall’acqua celeste, circondato da rocce coperte da una vegetazione rigogliosa.
Per raggiungerla occorre percorrere la Nazionale 3, quindi la strada D1 che conduce a Morne Savon.
Seguendo l’apposita segnaletica, si raggiunge un piccolo parcheggio dal quale parte un sentiero caratterizzato dalla presenza di un piccolo carbet. Questa via d’accesso alla cascata, costellata da piante e fiori che aggiungono un tocco di colore all’ambiente rigoglioso, attraversa una pittoresca bananeria.
Lasciata alle spalle la coltivazione, il sentiero si fa più impegnativo in virtù di una discesa decisamente più ripida.
Questa parte del percorso mette alla prova l’agilità e la prudenza degli escursionisti, soprattutto quando il tragitto, battuto dalla pioggia, risulta particolarmente scivoloso. Le radici e le pietre formano delle scale naturali che richiedono attenzione per evitare cadute.
La parte finale della camminata avviene in acqua, risalendo per circa cinquanta metri il corso del fiume Saint-Louis.
Giunti alla cascata, si apre una bellissima visione del sito dove è possibile trascorrere momenti di assoluto relax, sia fuori dal bacino che al suo interno, facendo però attenzione a non avvicinarsi troppo al getto d’acqua, in quanto causa, a volte, di improvvisi mulinelli.
Bassin Bleu - Gourbeyre

Il tour fa tappa nel Comune di Gourbeyre per scoprire il fantastico Bassin Bleu.
Il Bassin Bleu è situato a 620 metri di altitudine, nel cuore della foresta tropicale umida; è una gemma nascosta, alimentata da cascate fresche e limpide, una delle quali ha modellato, nel tempo, un vero e proprio scivolo naturale di roccia. L’acqua qui è pura, trasparente, perfetta per chi ama i bagni in acque dolci, immersi nel verde. La profondità del bacino lo rende adatto anche a piccoli tuffi, sempre in sicurezza e con il dovuto rispetto per l’ambiente.Ma il Bassin Bleu è solo l’inizio. Proseguendo per circa 150 metri più a monte, il sentiero conduce ad altri bacini naturali e più avanti alla suggestiva Cascade de Ravine Chaude: un prolungamento consigliato a chi desidera immergersi ancora di più nella bellezza incontaminata di questa regione. L’escursione al Bassin Bleu è facile e accessibile a tutti: il dislivello è minimo, tra i 50 e i 60 metri, e il tragitto principale è lungo circa un chilometro, percorribile in una ventina di minuti.
Per arrivare al punto di partenza, basta imboccare la strada dipartimentale D10 da Gourbeyre, in direzione del Plateau du Palmiste. Dopo circa 4 chilometri, sulla sinistra, un pannello informativo segnala l’inizio del percorso. Qui troverete anche qualche spazio per parcheggiare l’auto.
La camminata inizia su un sentiero agricolo, inizialmente cementato, poi lastricato con pietre. È largo e ben tenuto, e porta fino a un’area picnic attrezzata con tre carbets, strutture in legno perfette per una sosta. Durante la passeggiata, se il cielo è limpido, si può godere di una vista panoramica mozzafiato sul massiccio della Soufrière: si distingue chiaramente il vulcano, poi l’Échelle e infine la Citerne, con le sue antenne. Il paesaggio cambia progressivamente.
Arrivati al Bassin Bleu, il sentiero si apre in una radura nascosta tra due pareti rocciose, che lasciano filtrare il sole solo per poche ore al giorno. Qui, tre cascate alimentano il bacino. Attenzione: solo la cascata centrale è adatta per essere usata come scivolo naturale. Quella di sinistra è la più visibile dal fronte, mentre quella di destra resta più nascosta. Poco più avanti, sulla destra, si nota un enorme albero le cui radici avvolgono un masso gigantesco. Per chi desidera proseguire verso monte, è possibile utilizzare le corde già presenti e le radici stesse come appigli per esplorare la parte superiore del corso d’acqua.
Cascade de la Parabole - Gourbeyre

Nel cuore verde della Guadalupa, protetta dal fitto abbraccio della foresta pluviale di Gourbeyre, si trova un’altra meraviglia che sembra uscita da un sogno: la cascade de la Parabole. Un salto d’acqua alto circa 12 metri, che si getta in un bacino limpido come cristallo, dove la luce danza sulla superficie e il tempo sembra fermarsi. È qui che la natura si esprime con forza, bellezza… e silenziosa armonia.
Ma per raggiungere questo luogo magico, bisogna mettersi in cammino.
La strada inizia a monte del Bassin Bleu, lungo il corso del fiume Le Galion.
Un sentiero di circa quattro chilometri andata e ritorno, tra acque da attraversare, rocce da toccare, radici da seguire.
Un percorso moderatamente impegnativo, ma profondamente appagante per chi è disposto ad ascoltare il battito verde della foresta. Si procede passo dopo passo, avvolti dal canto degli uccelli tropicali e dal profumo umido della terra. La vegetazione si infittisce, le fronde si intrecciano sopra il sentiero, mentre i raggi del sole filtrano tra le foglie creando giochi di luce.
E quando finalmente si arriva… la cascade de la Parabole appare come un regalo.
Un anfiteatro naturale dove l’acqua canta, dove la roccia racconta, dove la biodiversità della Guadalupa si mostra in tutta la sua purezza. È il luogo perfetto per chi cerca qualcosa di più di una semplice escursione.
È un viaggio sensoriale, un invito alla meraviglia.
Per vivere al meglio quest’esperienza, servono scarpe adatte, acqua e rispetto per il luogo.
Controllate sempre il meteo: qui la pioggia può cambiare il volto del sentiero in pochi minuti.
Ma con il giusto spirito, ogni ostacolo diventa parte dell’avventura.
La cascade de la Parabole non è solo una meta.
È un incontro con l’anima selvaggia della Guadalupa.
Bacino Paradis - Capesterre-Belle-Eau

Il tour procede verso Capesterre-Belle-Eau, dove le nostre esplorazioni ci porteranno a scoprire due cascate iconiche: prima il Bacino Paradis, con le sue acque azzurre che svelano un mondo quasi caraibico, e poi la cascata più famosa dell’intero percorso, quella del Carbet, un simbolo della Guadalupa con il suo spettacolare salto di oltre cento metri.
Restate con noi per ascoltare sentieri, suoni della foresta, e racconti di chi vive e respira queste acque straordinarie.
Relativamente semplice da raggiungere, percorrendo da Capesterre-Belle-Eau la D1, la stessa che porta alla cascata del Carbet, è il Bacino Paradis. Posta nel cuore selvaggio della foresta tropicale della Guadalupa, si presenta come una gemma di bellezza incontaminata: un bacino maestoso e una cascata che si tuffa nel fiume Grosse Corde.
L’inizio del sentiero è posto a circa 500 metri dall’ingresso del Parco Nazionale della Guadalupa, teatro della seconda cascata di Carbet, benché agevole, è poco visibile.
Una camminata di circa quindici minuti si trasforma in un premio sensoriale: un bacino dalle acque turchesi che abbraccia il corso d’acqua Grosse Corde, offrendo quiete, freschezza e una bellezza che pare respirare.
Il Bacino Paradis, profondo oltre tre metri, è una promessa per i subacquei avventurieri.
Attenzione: i dintorni sono scivolosi, una sfida che aumenta l’emozione del luogo.
Più giù, a qualche centinaio di metri lungo la Grosse Corde, appare una cascata di acqua calda, piccola ma incantata.
Cascata du Carbet - Capesterre-Belle-Eau


La visitatissima cascata del Carbet, con il suo salto d’acqua di 115 metri d’altezza su tre livelli, alimentata dalle acque del fiume Carbet, la cui sorgente è incastonata sul versante est del vulcano La Soufrière, è la cascata più importante della Guadalupa.
La prima cascata del Carbet è la più alta e la più selvaggia delle altre. Con i suoi impressionanti 115 metri di altezza, questa cascata regala emozioni forti e panorami mozzafiato. L’accesso non è per tutti: si parte dal piccolo villaggio di Petit-Marquisat e si affronta un sentiero impegnativo, spesso scivoloso in caso di pioggia, con passaggi stretti e radici nascoste.
Il percorso dura dalle tre alle quattro ore, tra andata e ritorno, e richiede scarpe da trekking solide e tanta determinazione. Il bagno è vietato, ma lo spettacolo che si apre davanti agli occhi è impareggiabile: la cascata si lascia ammirare da lontano, immersa in un paesaggio naturale straordinario e circondata dalla foresta tropicale.
Un’esperienza unica, da vivere con rispetto e attenzione.
Questa escursione è consigliata solo agli escursionisti esperti, ed è meglio evitarla se si è con bambini o se si soffre di vertigini.
Ma per chi ama la natura selvaggia e le sfide, la prima cascata del Carbet è un vero tesoro da scoprire.
Il secondo itinerario è il più semplice e soprattutto più sicuro. Per ammirarla, occorre raggiungere la città di Capesterre-Belle-Eau e seguire la D4 fino al Parco Nazionale della Guadalupa. Sul posto è presente un parcheggio e una biglietteria che consente l’ingresso all’interno del parco.
Questo percorso è decisamente più accessibile e permette di ammirare la cascata da una prospettiva più tranquilla, godendosi il suo maestoso spettacolo senza il rischio di dover affrontare un sentiero particolarmente impegnativo.
È un’ottima scelta per chi vuole immergersi nel cuore della natura guadalupiana, preferendo un’esperienza più rilassata.
Il sentiero per raggiungerla è ben organizzato e sicuro: si alternano scalini in legno con griglie antiscivolo, sentieri di pietra e piccoli ponti.
L’intero percorso dura circa 40 minuti, tra andata e ritorno, ed è adatto a tutti, con difficoltà da facile a moderata.
La cascata si può ammirare da una piattaforma panoramica realizzata dopo una frana nel 2005, che garantisce sicurezza senza togliere nulla alla vista mozzafiato.
Il sito è sorvegliato dagli agenti del Parco Nazionale, che gestiscono gli accessi per una visita tranquilla e sicura.
Ora parliamo della terza cascata del Carbet, la più bassa, con i suoi 20 metri di altezza.
Si trova fuori dal cuore del Parco Nazionale della Guadalupa, ma sempre nel Comune di Capesterre-Belle-Eau.
Il sentiero che porta alla cascata è piacevole e relativamente facile, immerso nella foresta pluviale tropicale.
Lungo il percorso, la natura si svela in tutta la sua bellezza: si attraversa prima una piantagione di mogano a grandi foglie, per poi immergersi nella foresta densa e umida, grazie a passerelle in legno che permettono di superare zone fangose. Pannelli didattici accompagnano il cammino, raccontando la flora e la fauna che abitano questo angolo di paradiso.
Il percorso è lungo circa 4 chilometri andata e ritorno, con un dislivello di 130 metri, e può essere completato in meno di 3 ore, inclusa una sosta per rinfrescarsi nelle acque della cascata.
Il sentiero è ben segnalato con il colore giallo.
Per affrontare questa escursione è consigliabile indossare scarpe da trekking, portare costume da bagno, acqua e qualche spuntino. Il percorso è ombreggiato, ideale per godersi il fresco della foresta.
Attenzione però: poco prima della cascata si attraversa una zona di frane, dove il sentiero è stretto e scivoloso, e bisogna aiutarsi aggrappandosi alle radici degli alberi per superare il passaggio.
Per raggiungere il punto di partenza della terza cascata, si prende la strada D3 in direzione di Routhiers e Petit Marquisat fino alla fine della strada.
Si trovano due aree di parcheggio: la prima all’ingresso della foresta, la seconda a circa 150 metri più avanti, vicino a un carbet, dove inizia ufficialmente il sentiero per la cascata.
Basta seguire i segnali presenti nei paraggi. Una camminata immersi nella natura selvaggia, tra quiete e potenza, che regala emozioni autentiche e paesaggi indimenticabili.
Bras-de-Fort - Goyave

Il tour tra le cascate della Guadalupa giunge al suo termine riservandoci la scoperta delle ultime due meraviglie naturali: il Bras de Fort e le cascate di Moreau, ancora una volta poste nel cuore pulsante del Parco Nazionale della Guadalupa, tra le ombre fitte della foresta di Goyave.
Provenendo da Capesterre-Belle-Eau lungo la Nazionale 1, la prima cascata che visiteremo è il Bras de Fort.
Situata sulle alture del Comune di Goyave, in località Bonfils, è facilmente raggiungibile in circa 40 minuti risalendo il fiume Bras-du-Fort.
È una bella escursione, premiata da una balneazione sotto una cascata che era già rinomata all’inizio del XX secolo.
Il sentiero attraversa il fiume più volte.
Si entra nella foresta su una pendenza ripida e piuttosto scivolosa, risalendo il fiume per 10-15 minuti. Attenzione: il sentiero è a malapena segnalato.
Si scopre una bella vasca d’acqua limpida alimentata da una cascata alta oltre 30 metri.
Un luogo molto noto ai camminatori domenicali, ideale per un bagno e picnic.
Cascate Moreau - Goyave

Lasciata Bras de Fort, si ritorna sulla Nazionale 1 e proseguendo in direzione nord, si devia per la strada di Moreau fino a raggiungere il parcheggio, punto di partenza dell’escursione per scoprire le cascate Moreau.
Dalla N1, la distanza da percorrere fino al parcheggio è di 8,3 km; può sembrare piuttosto lunga, considerato che si percorrono quasi 5 km su una strada in tufo.
Qui si nasconde una delle meraviglie più maestose dell’isola: le cascate di Moreau.
Un insieme di salti d’acqua potenti e selvaggi, dominati dalla regina del gruppo: la cascata del fiume Racoon, alta quasi 100 metri. Questa escursione non è per tutti. È un viaggio pensato per escursionisti esperti, per chi ama sfidare la natura e lasciarsi guidare dal suono dell’acqua e dal respiro della foresta.
In condizioni di tempo secco, il sentiero è impegnativo, ma quando piove, può diventare impossibile, soprattutto per via dei numerosi attraversamenti fluviali.
La strada prosegue oltre il parcheggio, dove un fossato scavato dalla pioggia ostruisce il passaggio.
Bisogna aggirarlo con attenzione.
Dopo circa 800 metri, deviando a destra si raggiunge il primo fiume, da attraversare due volte.
Poi si prosegue sul lato sinistro per 1,2 km, fino al terzo guado. Da lì in avanti, i passaggi sull’acqua si susseguono: otto attraversamenti in totale.
Contateli bene, perché ognuno è una tappa verso la meta.
Dopo l’ultimo guado, il sentiero si inclina bruscamente sul lato sinistro. È il segnale che siamo quasi arrivati.
Mancano solo 200 metri di cammino e 60 metri di dislivello da scalare. E poi, eccola: la cascata si apre davanti a noi, imponente, fragorosa, avvolta dalla vegetazione. Un gigante d’acqua che cade con forza, incorniciato dal verde.
Ma non finisce qui. Se avete ancora energie, tornate indietro per circa 150 metri e cercate, tra gli alberi, un’altra cascata nascosta, accessibile dalla valle.
E ancora, 200 metri più avanti, un terzo salto d’acqua vi aspetta, a breve distanza dal sentiero principale.
Le cascate di Moreau sono considerate da molti tra le più belle della Guadalupa.
Alcuni ne evidenziano la difficoltà di accesso, la strada dissestata e la mancanza di segnaletica.
Ma una cosa è certa: per chi ama la natura nella sua forma più pura e selvaggia, questa escursione è un’esperienza che lascia il segno da scoprire attraverso la presenza di una guida esperta.
Preparatevi con scarpe da trekking, acqua, pazienza e spirito d’avventura.
E ricordate: qui non si cammina solo con i piedi, ma con il cuore.
Cascata Tambour - Petit-Bourg

Nel cuore verde della Guadalupa, nella rigogliosa foresta tropicale del comune di Petit-Bourg, si nasconde una meraviglia poco conosciuta ma assolutamente indimenticabile: la Cascade Tambour. Un’escursione semi-acquatica, pensata per chi ama la natura, l’avventura e il contatto diretto con gli elementi.
Petit-Bourg è una terra di biodiversità, attraversata da fiumi come la Lézarde e la Sarcelle, e circondata da un paesaggio verde che pulsa di vita. Per raggiungere la Cascade Tambour, ci sono due vie principali: la prima parte dal chemin de Diane, raggiungibile in auto tramite la D1 in direzione Vernou. La seconda, più tranquilla, parte dal parcheggio dell’area picnic del Bain à Colo, lungo la strada forestale della Lézarde.
Il percorso, seppur non segnalato ufficialmente, è accessibile a chi ha una buona condizione fisica e un pizzico di spirito d’avventura.
Si cammina per circa 3,6 km, con un dislivello di 103 metri, e si impiegano tra 1h30 e 2h per l’andata, a seconda del livello dell’acqua e delle condizioni meteo.
Ma attenzione: questa non è una passeggiata qualunque.
Per raggiungere la cascata, bisogna attraversare tre volte il fiume Lézarde, camminando nell’acqua, talvolta fino alle ginocchia.
E nella parte finale, si entra nel letto del fiume Tambour, dove in alcuni tratti sarà necessario nuotare per superare passaggi più profondi.
La partenza avviene sulla strada di Diane, dove è possibile parcheggiare in sicurezza.
Da lì, si scende verso la riva sinistra della Lézarde. Il primo attraversamento è semplice, l’acqua è bassa.
Si prosegue costeggiando una siepe, attraversando campi, fino a entrare in un tunnel vegetale naturale.
Si riconosce il percorso grazie a un grande manguier e a un nespolo del Messico.
Dopo altri due attraversamenti, si entra nella foresta densa, seguendo punti di riferimento come un grande palma spinosa.
L’ingresso nel fiume Tambour è segnalato da una grossa liana. Da qui in poi, si cammina principalmente in acqua, tra rocce, radici e tratti di vegetazione.
E poi, eccola. La Cascade Tambour si rivela, avvolta dalla foresta, con il suo bacino limpido e il suono dell’acqua che rimbomba tra le rocce.
Un luogo magico, dove il tempo sembra fermarsi e la natura si mostra in tutta la sua potenza.
Ma non dimenticate: questa escursione richiede prudenza, preparazione e rispetto.
Portate con voi scarpe da trekking, attrezzatura impermeabile, acqua e snack. E soprattutto, affrontatela solo con tempo asciutto: le piogge possono trasformare i fiumi in correnti pericolose.
La Cascade Tambour non è solo una meta. È un viaggio sensoriale, un’immersione nella bellezza selvaggia della Guadalupa.
Un’esperienza che resta nel cuore, pronta a ispirare il prossimo passo.
Chute du Galion - Sainte-Claude

Nel cuore del Parco Nazionale della Guadalupa, nel comune di Saint-Claude, ai piedi del maestoso vulcano La Soufrière, si trova una meraviglia naturale poco conosciuta ma assolutamente spettacolare: la Grande Chute du Galion.
Questa cascata di 40 metri si raggiunge con un’escursione di livello medio, immersa nella foresta dei Bains Jaunes, un luogo dove la vegetazione è così fitta da sembrare un abbraccio verde. Il percorso, lungo 5,6 km, percorribile in circa 3 ore di commino, è ben segnalato con pannelli gialli agli incroci e balisaggio giallo lungo il sentiero.
Si parte dal parcheggio dei Bains Jaunes, lo stesso punto di partenza per chi vuole salire alla Soufrière.
La prima parte del cammino segue il Pas du Roy, un sentiero lastricato che parte proprio davanti al Bassin des Bains Jaunes, dove l’acqua tiepida (~30°) invita a un bagno rilassante al ritorno. Dopo circa dieci minuti di cammino, si incontra una biforcazione: si prosegue a destra, verso la Chute du Galion.
Il sentiero diventa più dolce e scende per quasi 2 km verso la rivière du Galion. Gli alberi diventano imponenti, con radici a contrafforte che sembrano sculture viventi. L’ultimo tratto è il più tecnico: gradini scolpiti nella roccia ci conducono fino al guado sul fiume.
Dal guado, si attraversa il fiume e si sale un piccolo scalino che porta al sentiero sulla sinistra, lungo la riva.
Dopo pochi minuti, appare la Chute du Galion. Per avvicinarsi, si affronta una prima scalata con corda, che ci porta su un primo palcoscenico roccioso con una vista panoramica sulla cascata. Una seconda corda ci conduce a un secondo punto di osservazione, ancora più vicino.
Gli ultimi metri sono semplici. E finalmente, eccola: la Grande Chute du Galion, maestosa e avvolta dalla vegetazione.
È possibile fare una doccia naturale ai suoi piedi, ma il bacino non è abbastanza profondo per nuotare.
La sorgente del Galion si trova 700 metri più in alto, sotto la Savane à Mulet, ai piedi della Soufrière.
È una sorgente termale con acqua a 45,6°C, ma dopo il percorso e il mescolarsi con le acque fredde delle ravine, la temperatura si normalizza.
Guardando verso valle, si intravede il mare e una parte delle Saintes (Terre de Haut).
Se si risale il letto del Galion dal guado, si ottiene una vista alternativa della cascata.
Scendendo invece lungo la traccia dell’Armistice, si raggiunge un piccolo bacino che merita una sosta.
Il ritorno avviene lungo lo stesso sentiero. E una volta tornati ai Bains Jaunes, un bagno tiepido nel bacino è il modo perfetto per concludere questa escursione tra roccia, acqua e foresta.
La Grande Chute du Galion non è solo una meta.
È un viaggio nella natura più autentica della Guadalupa, un cammino che ci ricorda quanto sia potente, fragile e meravigliosa la terra che ci ospita.
Chute du Coulisse - Trois-Rivières

Nel cuore del comune di Trois-Rivières, nella Guadalupa meridionale, si nasconde un luogo discreto e affascinante: il bacino della Coulisse, alimentato dal tratto terminale del fiume Petit Carbet, che qui prende il nome di rivière La Coulisse, in omaggio a una delle antiche abitazioni zuccheriere della zona.
La Cascade de La Coulisse è ombreggiata da una vegetazione densa e rigogliosa. Per raggiungerla, bisogna imboccare il chemin de La Coulisse: la cascata e il suo bacino si trovano poco più in basso, in corrispondenza di una curva.
L’escursione consiste nel risalire il fiume La Coulisse dalla sua foce fino alla cascata principale, situata nei pressi dell’antico Moulin de la Coulisse. Il letto del fiume, scolpito nella roccia, offre una successione di cascate, piccoli bacini e scivoli naturali.
Ma attenzione: questa esplorazione è davvero interessante solo quando il flusso d’acqua è sufficiente, e va affrontata con tempo asciutto, per evitare scivoloni sulle rocce.
Parametri tecnici:
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Difficoltà: media, per via di alcuni passaggi tecnici
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Lunghezza: 1,3 km totali, di cui quasi 1 km direttamente nel fiume
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Durata: circa 2 ore
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Nessuna segnaletica
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Percorso lineare: partenza vicino all’Anse Duquery, arrivo presso l’Habitation Duquery.
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È possibile completare l’escursione con un anello, scendendo lungo la strada fino al punto di partenza.
Punti di attenzione:
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Da fare solo con bel tempo
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In caso di pioggia sul massiccio della Soufrière, anche se il cielo è sereno a La Coulisse, il livello dell’acqua può salire molto rapidamente
Il modo più semplice per iniziare è parcheggiare all’Anse Duquery, poi risalire la strada per circa 200 metri fino al pannello che indica il sentiero di Grande Pointe.
Dopo una discesa e una risalita, si nota una roccia sulla sinistra che segna l’inizio di un altro sentiero, utile in caso di abbandono prima della grande cascata.
Si prosegue dritti fino alla foce del fiume La Coulisse, dove si incontra la prima cascata di 4 metri, con un bacino balneabile.
Per salire sopra la cascata, si passa sotto la vegetazione sulla destra: è facile.
Dopo questo passaggio, si arriva su un palcoscenico roccioso e si scopre, a pochi metri, una seconda cascata di 5 metri.
Per raggiungerne la sommità, si cerca un passaggio sotto la vegetazione, sempre sulla destra.
Il tratto è un po’ delicato, con rami spinosi e un pendio ripido che può impressionare.
Dal punto panoramico sopra la cascata, si vede il fiume scorrere verso valle.
Sulla riva destra, si trova il sentiero segnalato all’inizio, utile per chi decide di interrompere l’escursione prima della grande cascata di 8 metri.
Ma noi proseguiamo, risalendo il fiume tra rocce e caos naturale.
Dopo poco, si incontra un bacino profondo, che si aggira sulla sinistra. Poi un secondo bacino, più piccolo e meno profondo, anch’esso da aggirare.
Dopo circa 200 metri nel letto del fiume, appare la cascata più alta: 8 metri di altezza, che in caso di forte flusso si divide in due getti.
Per salire, ci si arrampica facilmente aggrappandosi a delle radici.
Una volta in cima, si ammira il bacino a valle e si scopre il letto roccioso del fiume, che forma un toboggan naturale. Più avanti, un vero e proprio scivolo di roccia attira gli amanti della discesa. Dopo gli scivoli, ancora un piccolo bacino.
E infine, eccola: la magnifica Cascade de La Coulisse, alta 7 metri, con un grande bacino.
Un grosso tronco d’albero ne ostacola parzialmente la vista, ma è molto apprezzato dai bagnanti come trampolino naturale.
Il sito è perfetto anche per un picnic nella natura.
Lasciando il sito, si passa davanti ai resti del vecchio mulino ad acqua dell’Habitation La Coulisse.
Dietro il muro, si intravede la grande ruota idraulica. Una vista finale sulla cascata, con la ruota sullo sfondo, chiude questa avventura.
Poco dopo, si sbuca sulla strada, proprio di fronte all’Habitation Duquery, e l’escursione si conclude qui.
Volendo, si può scendere lungo la strada per tornare al parcheggio dell’Anse Duquery.
La Cascade de La Coulisse non è solo una meta. È un viaggio d’acqua e roccia, un sentiero che parla di storia, natura e meraviglia.



