top of page

I musei di Marie-Galante

In tour tra i musei di Marie-Galante

Grand-Bourg
Ecomueso Murat

L'ecomuseo Murat rappresenta una delle più importanti testimonianze storiche del passato schiavistico dell’isola di Marie-Galante.

Risalente al 1600, la proprietà contava la presenza di una decina di edifici, le case degli schiavi, i due mulini e la Maison de Maître, un palazzo signorile ‒ costruito nel 1800 dagli inglesi ‒ per ospitare i guardiani delle piantagioni di canna da zucchero.

Il sito conserva i resti del mulino, dello zuccherificio, i macchinari di lavoro al tempo utilizzati, ormai arrugginiti, e le macerie di quelle che dovevano essere le fondamenta delle case degli schiavi.

Nel 1839 L’ecomuseo Murât, con i suoi 307 schiavi, era la più grande piantagione di canna da zucchero della Guadalupa.

Nel 1979 il Consiglio Generale della Guadalupa decise di valorizzarlo, tanto che oggi è un ecomuseo delle Arti e Tradizioni Popolari che riunisce in poche centinaia di metri quadrati tre secoli di storia dedicati alla lavorazione dello zucchero.

 All’interno della grande tenuta adagiata su un verde manto erboso di sette ettari, è possibile ammirare la maestosa Maison des maitres, dal 2012 sede di un meraviglioso museo, custode di strumenti a realizzati a mano, di materiali, di oggetti di uso quotidiano, documenti d'archivio privati e testimonianze delle tradizioni popolari dell'isola. Di stile neoclassico, testimonia la conoscenza architettonica di questi «schiavi di talento», operai qualificati aiutati da artigiani europei. La qualità della muratura in pietra del mulino a vento e il suo stemma scolpito nella pietra attestano anch'essi un evidente savoir-faire.

Tra le rovine dello zuccherificio gli studiosi hanno rivelato la presenza di 9 caldaie, mentre dietro l'abitazione, il recinto degli animali è stato trasformato in un giardino medicinale

Infine, vicino allo stagno circondato da alberi centenari, sono state replicate le misere unità abitative degli lavoratori neri, a testimonianza di come erano precarie le condizioni di vita degli schiavi che lavoravano nelle piantagioni.

Grand-Bourg
Zuccherificio Roussel-Trianon

Lo zuccherificio di Roussel-Trianon si colloca all’interno di una grande area adagiata su un tappeto d’erba verde molto curato.

Dai cartelli informativi apprendo che la struttura, nel periodo 1720-1740, fu di proprietà di Nicola Bonhomme, un creolo di Marie-Galante, successivamente della famiglia Fossecave, e prima di passare definitivamente nelle mani di Roussel-Trianon, appartenne a Botreau-Roussel.

Si narra altresì che il mulino, fatto ergere da Trianon, sarebbe uno dei più belli dell’intera isola, e ciò grazie anche alla sua maestosa solidità, eretto con tecniche di costruzione e tecnologie di funzionamento innovative per quei tempi.

In sintesi, una meraviglia architettonica unica nel suo genere.

Anche qui, molti i resti ben tenuti delle infrastrutture un tempo utilizzate per la produzione dello zucchero.

Al suo interno è possibile visitare Les. Ècuries, ovvero le stalle, la Maison de Maître, i mulini, l’abbeveratoio degli animali e, anche qui, i resti di cisterne e parti meccaniche arrugginite.

Grand-Bourg
Museo Kreol West Indies

Per mano di Vincent Nicaudie, il Kreol West Indies, più che un museo, è un'area espositiva estesa su oltre 200 metri quadri di spazio dove sette sale espositive ripropongono, attraverso una mostra permanente denominata “4000 anni di storia”, le arti contemporanee e gli oggetti del passato che i nostri giorni hanno ormai dimenticato.

Al suo interno vengono ricostruiti scenografie originali delle civiltà precolombiane, quella dei filibustieri e della pirateria, gli strumenti e gli oggetti tradizionali risalenti al 18 °, 19 ° e 20° secolo e che rappresentano una parte del passato storico, economico, architettonico e culturale della Guadalupa, gli interni delle case creole del XIX secolo, e gli anni '40.

Il sito, aperto nel 2012, è referenziato dalla Direzione degli Affari Culturali e ospita regolarmente le scuole locali per visite pedagogiche.

Anche l’arte contemporanea trova il suo adeguato spazio grazie alle 250 opere di pittori di fama come Thierry Alet, Bouba, Jean-Marie Heraud, François Piquet.

bottom of page