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Diario di viaggio 2022

11 - 12 gennaio

Stefano

11 gennaio 2022

La partenza

 

Ci siamo, ancora pochi minuti d’attesa e si parte per una nuova e, spero, entusiasmante avventura tra le splendide isole dell’arcipelago caraibico della Guadalupa.

A distanza di ben due anni da quel fatidico 29 gennaio del 2020, in cui lasciai con grande tristezza questo magnifico territorio d’Oltremare francese, ripromettendomi di tornarci quanto prima, questo sogno sta per prendere nuovamente corpo.

L’emozione è veramente tanta, come anche l’aspirazione di scoprire nuovi siti di inestimabile bellezza naturale e storica, accuratamente conosciuti e approfonditi nei tanti momenti di dedicato studio.

Sedici giorni di escursioni opportunamente programmate su tutte e sei le gemme di questo incantevole arcipelago per portare a compimento un sogno vissuto, causa COVID-19, per lungo tempo a occhi aperti.

La mia avventura avrà inizio da Grande-Terre dove mi tratterrò per cinque giorni alla scoperta delle sue ineguagliabili spiagge e scorci naturali, l’ultimo dei quali dedicato all’isola della Désirade; quindi, sarà la volta della lussureggiante Basse-Terre, terra ricca di storia e riserve naturali, dove pernotterò per le successive quattro notti.

Nei successivi tre giorni raggiungerò l’isola di Marie-Galante; quindi, mi trasferirò a Les Saintes dove, grazie a una notte di permanenza a Terre-de-Haut avrò la possibilità di visitare anche l’altra isola abitata dell’arcipelago, Terre-de-Bas.

La penultima giornata del viaggio sarà infine dedicata a Petite Terre per scoprire l’ineguagliabile fascino di questa speciale e unica riserva marina e terrestre immersa nell’oceano Atlantico, mentre l’ultima, di ritorno su Grande-Terre, visiterò i vari monumenti storici di Pointe-à-Pitre e Les Abymes.

Questo il programma di massima del mio viaggio, di questa fantastica esperienza caraibica che in oltre due settimane mi porterà a conoscere circa 150 siti naturali e storici.

12 gennaio 2022

L'inizio di un nuovo sogno 

 

Cari amici buongiorno,

il mio saluto vi giunge dalla città di Gosier, importante centro turistico balneare dell’isola di Grande-Terre.

Il viaggio è stato abbastanza tranquillo, nonostante le tante formalità dovute alle misure anticovid imposte da Air France.

Appena arrivato in aeroporto, l’agenzia alla quale mi sono rivolto per il noleggio dell’auto mi ha condotto nei suoi uffici per il ritiro della mia piccola Twingo, quindi, completate le necessarie formalità, mi sono trasferito al residence prenotato settimane prima della mia partenza.

Ad attendermi c’era il proprietario, il quale, dopo avermi mostrato gli interni, mi ha lasciato le chiavi augurandomi un felice soggiorno.

Alle 21:30 locali di ieri si è quindi chiusa la lunga parentesi del viaggio e stamane, di buon’ora, se ne sta aprendo un’altra, quella da turista alla ricerca di forti emozioni.

Sono le 4:30 locali ‒ le 9:30 in Italia ‒ e la giornata, iniziata con un bel caffè con moka portata da casa, a breve mi vedrà correre per le vie della città di Gosier per conoscere i suoi negozi, le principali attrazioni turistiche e l’ansa dalla quale partirà la mia esperienza di viaggiatore in solitaria alla Guadalupa.

Le rigide misure anti-covid imposte dalla prefettura locale vietano l’uscita da casa dalle otto di sera alle cinque del mattino; quindi, utilizzerò questa oretta a disposizione per scrivere le prime impressioni di questa nuova avventura che avrà inizio dall’ansa Tabarin, spettacolare lido adiacente alla spiaggia della Dacha, dal quale, più tardi, raggiungerò il tropicale isolotto di Gosier.

Presentazione giornata

Video

Ansa Tabarin

Ansa Tabarin

Veduta Isola Gosier

Isolotto Gosier

Pointe de Châteaux

Point-des-Châteaux

Logo

12 gennaio 2022

Grande-Terre, affascinante

È l’Anse Tabarin, nella città di Gosier, ad avermi accolto di buonora.

Posta a poco più di quindici minuti dal mio grazioso residence, questa nuova avventura caraibica alla Guadalupa, dopo una corsetta di una trentina di minuti, è continuata con un tonificante allenamento di nuoto in una piscina artificiale composta da grandi cubi galleggianti posta all’interno di questa magnifica ansa.

Un’ora nuotata tutti d’un fiato, quindi il rientro al residence per una doccia, una ricca colazione e a seguire una sostanziosa spesa per far fronte ai pasti dei giorni successivi.

Il programma giornaliero minuziosamente elaborato mesi prima della mia partenza, mi ha visto toccare ben dodici siti.

La prima entusiasmate avventura l’ho vissuta sull’isolotto Gosier, un’area paradisiaca posta a poche centinaia di metri dalla spiaggia della Dacha.

Raggiunta attraverso il noleggio di una piccola imbarcazione in appena quindici minuti, già a poche decine di metri dall’imbarcadero, l’isola mostrava tutto il suo splendore.

Cosa dire? Questa giornata non poteva che iniziare meglio di così.

L’accecante sabbia bianca dell’isola, le sue maestose palme di cocco, la rigogliosa barriera corallina brulicante delle più variopinte specie di pesci e il maestoso faro rivolto verso l’oceano Atlantico, presagivano momenti di assoluta estasi.

E così è stato.

Un colpo d’occhio unico nel suo genere.

I tesori della multicolore barriera corallina mi hanno regalato emozioni a non finire, non solo per la trasparenza delle verdi acque, ma anche per le tante varietà di pesci e tartarughe che indisturbate nuotavano sui fondali, da me opportunamente perlustrati, grazie alle escursioni subacquee.

Il tempo a mia disposizione mi ha concesso anche un’oretta di puro relax all’ombra di una maestosa palmetta, in parte dedicato alla scrittura di queste prime impressioni di viaggiatore in solitaria, in parte dedicato alla consumazione di un delizioso nettare di noce di cocco acquistato dall’unico bar presente sul posto.

Dopo circa due ore, ho lasciato questa fantastica isoletta per proseguire l’escursione sulla terraferma, consumando prima il pranzo sulla spiaggia della Dacha, lido tra i più rinomati della Guadalupa, non solo per la sua bellezza naturale, ma anche per il panorama che offre ai tanti turisti e locali che quotidianamente la frequentano.

Le tappe successive sono state la visita all’adiacente Parc Paysager du Calvaire e al forte Fleur d’Èpèe, sito, quest’ultimo, d’interesse storico rientrante tra i diciotto della “Slave Route”.

Situato nel centro della città di Gosier, il Parc Paysager du Calvaire è un luogo in grado di trasmettere una pace unica, grazie alla presenza di una vegetazione composta da alberi e fiori tropicali, e da un sentiero a spirale che consente ai visitatori di fare romantiche passeggiate sino in cima alla collinetta, sulla cui sommità svetta il crocifisso del Cristo e un enorme scritta multicolori “Gosier”, alle cui spalle s’intravede l’omonimo isolotto.

Insomma, una cartolina perfetta per lo scatto di meravigliose foto ricordo.

Posto a circa quindici minuti dal Parc Paysager du Calvaire, il forte Fleur d’Èpèe è il più importante monumento storico della città di Gosier.

Edificato durante la Guerra dei Sette anni, tra il 1756 e il 1763, prima dagli inglesi, poi dai francesi a seguito della firma del trattato di Parigi, si narra che la sua denominazione derivi dal soprannome di un soldato francese che ci avrebbe abitato.

Posto, come detto, sulle alture di Bas-du-Fort, domina la sottostante baia, regalando una suggestiva vista panoramica dell’isola di Basse-Terre e di Les Saintes.

Questa imponente fortificazione caratterizzata da bastioni lunghi 150 metri e larghi 45, al suo ingresso custodisce tre cannoni, un piazzale per romantiche passeggiate, sale e gallerie per ospitare le mostre d’arte contemporanea organizzate dal Consiglio Generale della Guadalupa.

Il giro mi ha impegnato alcune decine di minuti, giusto il tempo di parcheggiare, godere della vista panoramica e visitare i suoi resti, peraltro ben tenuti.

Devo ammettere che questo mix di bellezze naturali e storiche, racchiuse in pochi chilometri quadrati di territorio, mi ha veramente entusiasmato, dandomi, allo stesso tempo, il giusto slancio per raggiungere le bianche e tropicali spiagge di St. Anne.

Senza perdere tempo, mi sono immesso sulla N1, e in appena venticinque minuti di strada ho raggiunto questo piccolo Comune di Grande-Terre, cittadina già visitata nella mia precedente esperienza alla Guadalupa.

Prima tappa, la bianchissima spiaggia de Le Caravelle per concedermi un po’ di relax a debita distanza dai tantissimi turisti, per lo più croceristi, che affollavano questo lido, posto a ridosso del famoso Club Mediterranee.

La spiaggia, dalle alte palme di cocco con un mare di un celeste straordinario, offre un colpo d’occhio tra i più suggestivi della Guadalupa.

Come non farsi catturare da questo splendido spettacolo?

Ho raggiunto velocemente il bianco arenile e ho preso posto sul mio asciugamano, lasciandomi andare a un breve sonnellino.

Momenti d’estasi unici, che almeno una volta nella vita bisognerebbe assolutamente vivere.

La stessa sensazione di assoluta libertà che poco dopo ho avuto il piacere di rivivere anche sulla spiaggia comunale du Bourg.

Questo fantastico lido, caratterizzato da tre piccole insenature puntellate dalle solite palmette, vede la presenza di molti locali e qualche turista intento a gironzolare tra i coloratissimi mercatini di prodotti locali.

Nella scorsa esperienza alla Guadalupa ho avuto la fortuna di visitarli proprio al calar del sole e, al riguardo posso affermare che l’esclusiva tipicità offerta da questi pittoreschi mercanti con i loro svariati prodotti locali (spezie, frutta, liquori) e dagli illuminatissimi locali posti sulla spiaggia, sono uno spettacolo unico, peraltro, perfettamente in armonia con le bellezze naturali del luogo.

Anche lì alcuni minuti di permanenza, giusto per rivivere esperienze passate, e via per il lido di Bois Jolan.

Circa trenta minuti di strada ed eccomi toccare anche quella spiaggia.

Caratterizzata dalla presenza di un’ampia area attrezzata dove trovavano ristoro molte famiglie, il litorale si è presentato con un bagnasciuga molto stretto, un mare celeste e con una vegetazione variegata e rigogliosa.

In sintesi, un bel posto che consiglio di visitare, in quanto ideale per trascorrere spensieratamente qualche ora in spiaggia e consumare, su uno dei tanti gazebo presenti nell’area attrezzata, un delizioso pranzo al sacco.

Chiuso il capitolo spiagge, mi sono diretto sulla litorale est di Grande-Terre e ho raggiunto Saint-François.

Il Comune di St. François si trova all’inizio di una lingua di terra che si estende fino alla punta più a sud-est di Grande-Terre, Pointe-des-Châteaux.

La città di circa 15mila abitanti ospita il porto destinato alle tratte per l’isola de la Désirade e Petite Terre, e lungo gli otto chilometri della litoranea D118, il promontorio accoglie un’infinità di complessi turistici, un campo da golf, un aerodromo, spiagge libere e scorci naturali molto interessanti come la Douche, che ho raggiunto immediatamente.  

Ben nascosta dalla vegetazione costiera, la Douche si affaccia direttamente sull’Atlantico; su questo punto della costa le onde, infrangendosi prepotentemente contro gli scogli, danno origine a spettacolari e vigorose docce le cui acque si raccolgono in piccole piscine naturali all’interno delle quali è possibile sedersi e godere di un esclusivo e costante refrigerio con vista mare.

L’originalità del luogo mi ha portato a sostare diversi muniti sul sito frequentato da molti turisti divertiti dal fragore delle onde.

La mia presenza è stata solo da spettatore incuriosito: mi sono limito a scattare soltanto alcune foto.

Ma su quel lembo di territorio la natura sembrava non essersi risparmiata.

Appena qualche chilometro dopo la Douche ho raggiunto un altro sito di elevato interesse turistico, Pointe-des-Châteaux, la punta più a sud-est di questo splendido promontorio.

Qui, la D118 termina la sua corsa in un grande parcheggio dal quale si snodano una serie di sentieri che conducono alla grande Croce, punto suggestivo dal quale è possibile ammirare un panorama mozzafiato.

La magia del luogo sprigiona sensazioni uniche, sensazioni diverse che variano a seconda della direzione in cui s’indirizza lo sguardo.

Spalle alla Croce è possibile ammirare l’isola della Désirade, mentre in direzione opposta, sia a destra che a sinistra del promontorio, trovano posto le anse più caratteristiche di Grande-Terre, come quella des Châteaux, quella della ventosa Salines e infine quella di Tarare, all’interno della quale risiede l’omonima spiaggia per naturalisti.

Nel frattempo, il sole iniziava lentamente a calare e allora come non fermarsi ancora qualche minuto per ammirare il tanto decantato tramonto di Pointe-des-Châteaux?

Anche in questo caso lo spettacolo è stato stupefacente, e ciò grazie alle mille sfumature di arancione che coloravano l’immenso orizzonte.

E con lo spirito pienamente appagato da quest’altra meravigliosa esperienza non mi restava altro che riprendere l’auto per far ritorno a Gosier.

Una bella cenetta, rigorosamente in solitaria, e via dormire anche perché il giorno dopo il programma avrebbe previsto la scoperta di nuovi siti nelle cittadine di Le Moule e di Anse-Bertrand.

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