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  • In tour con #EnjoyGuadalupa Anse Bertrand

    A cavallo della punta più a nord dell’isola di Grande-Terre, sorge la città di Anse Bertrand, comune di circa 11mila abitanti custode di paesaggi mozzafiato come le spettacolari affascinanti scogliere a picco sul mare di Pointe de la Grande Vigie e Port d'Enfer, di alcune spiagge d'incanto come Trou a Man Loui, la Chapelle Anse Castalia e Anse Labord, e di siti d’interesse storico come la piantagione Mahaudière, il mulino Beaufond e la prigione degli schiavi. La prima tappa e l'abitazione Mahaudière, di proprietà di Jean-Baptiste Douillard Mahaudière, nel 1732 era dedita alla coltivazione del cotone. Nel corso degli anni, la proprietà trasformò l’azienda da produttrice di cotone a quella di zucchero, tanto che nel 1828 ampliò la manodopera assumendo 147 schiavi. A seguito dell'abolizione della schiavitù la piantagione Mahaudière ridusse progressivamente la produzione di zucchero trasformandosi, alla fine del XIX secolo, in una distilleria a vapore, attività che si protrasse sino agli anni ’50, per poi chiudere definitivamente. Lasciata l'abitazione Mahaudière, deviamo per la statale 122 sino raggiungere Port d'Enfer. Contrariamente al suo nome, questo caratteristico sito posto lungo il versante est di Grande-Terre è molto simile a un piccolo fiordo alla cui riva si concentra un’alta percentuale di sargasso, tale da rendere l’acqua del mare di un marrone scuro. Da questo punto, parte un percorso di circa otto chilometri, denominato Trace des Douaniers, ben segnalato da apposita cartellonistica, indica perfettamente la direzione da seguire per raggiungere sia la grotta del Trou Madame Coco che il Trou Du Souffleur. Dalla passarella d'ingresso a Port d'Enfer, parte un sentiero che accede al Trou de Madame Coco, una grotta sotterranea naturale scavata nella scogliera dove, secondo la leggenda, fu imprigionata la strega Madame Coco per non aver rispettato con il diavolo il patto con il quale sarebbe dovuta diventare più forte della sua rivale Madame Grands-Fonds. Seguendo il sentiero, su quest’area è altresì interessante ammirare il Trou Du Souffleur, un geyser marittimo dalle cui cavità rocciose vibrano verso l’altro assordanti nebulizzi d’acqua. Lasciato Port d'Enfer, in soli 10 minuti si raggiunge Pointe de la Grande Vigie, la punta più nord di Grande-terre. Grazie ai suoi osservatori disposti sulle alte scogliere calcari, consente di ammirare, a destra, l’oceano Atlantico, a sinistra il mar dei Caraibi, e in lontananza, le sagome delle isole de la Désirade, di Antigua e Montserrat. L’area, raggiungibile attraverso un sentierino, offre molti punti d’osservazione. Da questo luogo è possibile ammirare il perimetro della costa nord di Grande-Terre, fatto di alte scogliere coperte da una fitta vegetazione verde. Il sito successivo è la Grotta dell'Anse Castalia, uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti del litorale nord della Guadalupa. Le sue acque blu turchesi che si allungano sulla piccola spiaggia la rende un lido seducente. Raggiungibile dalla strada 122 proveniente da Pointe de la Grande Vigie, Anse Castalia si raggiunge percorrendo un sentiero all’interno della riserva biologica di difficile accesso. Nonostante il permanente divieto di balneazione per le forti correnti del suo specchio d’acqua, tale da aver fatto registrare in passato diversi incidenti, il sito è meta di molti turisti, pronti a sfidare le asperità del sentiero d’accesso e le seducenti acque del mare. Proseguendo sulla D122 arriviamo al Trou a Man Loui, una spettacolare piccola baia con acqua turchese e cristallina e sabbia chiara avvolta da una lussureggiante vegetazione e scogli. L'accesso alla spiaggia è comodo, la distanza dalla strada è inferiore a 500 metri con il parcheggio posizionato a meno di 300 metri. Questo angolo di paradiso è particolarmente adatto a diverse categorie di persone come viaggiatori solitari. Ma per godere di un lido stupendo, in circa 15 minuti di auto si raggiunge Anse Labord, una delle spiagge più belle di Anse Bertrand. Lunga circa 500 metri, si caratterizza per la presenza di una splendida e attrezzata spiaggia dalle acque turchesi e sabbia fine dorata sulla quale è possibile trascorrere meravigliosi momenti di relax. Nelle giornate limpide s’intravede l'isola di Montserrat e Antigua, ma in quelle ventose, le correnti rendono pericolosi i bagni. Sul posto si trova il "Point Bleu Soleil", punto di informazione e animazione ecoturistica. Il tour tra le splendide spiagge di Anse Bertrand, si conclude sul lido della Chapelle, meglio conosciuta dal popolo dei surfisti per le sue onde che si allungano nel bacino d’acqua di color turchese, offre un colpo d’occhio eccezionale, tipico delle spiagge tropicali, grazie alla presenza della barriera corallina e di un arenile bianchissimo coperto da palme di cocco. La spiaggia della Chapelle deve il suo nome ad un'antica cappella, un tempo, presente in zona. Ultima tappa è la visita a Anse Bertrand, cittadina di poco più 10mila abitanti, posta sul versante nord-ovest di Grande-Terre, è un piccolo Comune che ospita il porto peschereccio di Ravine Sable, il mulino Beaufond e una piazza del municipio realizzata il secolo scorso dal famoso architetto locale Ali Tur, dove prende posto il monumento dedicato ai caduti della Prima guerra Mondiale e un magnifico parco. Anse Bertrand è altresì conosciuta per aver dato i natali al calciatore, campione del mondo 1998, Lilian Thuram. Situato a Lacroix, lungo statale 8, il mulino Beaufond, nei secoli passati fu di proprietà del Signor Beaufond. La struttura si caratterizza per la presenza, al suo interno, di un albero di fico soprannominato "maledetto" capace di tenerlo ancora in piedi. Questo mulino, un tempo era costituito da una torre in muratura di forma tron conica sormontata da una calotta orientabile nella direzione del vento che sosteneva le pale fissate ad un asse orizzontali. Oggi è un sito noto per aver ospitato numerose manifestazioni. Seguendo via Comandant Mortenol, in direzione sud rispetto al centro di Anse Bertrand, in pochi minuti si raggiunge la prigione degli schiavi. Questa ex prigione è stata costruita in pietra nel 1854 e si compone di due lunghi edifici paralleli, progettati per una ridotta popolazione carceraria. Fino al 1848, anno dell'abolizione definitiva della schiavitù in Guadalupa, solo gli uomini liberi potevano andare in prigione. La sorte degli schiavi dipendeva dalla giustizia privata del padrone, a meno che non fossero ripresi dopo un tentativo di fuga e che fossero allora diretti alle carceri di Pointe-à-Pitre e Basse-Terre. Dopo l'abolizione della schiavitù, tutti i cittadini dipendevano dalla giustizia pubblica. Servì quindi, in particolare durante la seconda guerra mondiale, come luogo di detenzione a vista, prima di essere dismessa per poi ritrovare una nuova vita parziale con l'accoglienza di spettacoli. Trou a Man Loui

  • In tour con #EnjoyGuadalupa Port-Louis

    Posto sul versante ovest dell’isola di Grande-Terre, Port-Louis è un piccolo Comune di poco oltre cinquemila abitanti che ospita alcune attrazioni di particolare interesse turistico. Il nostro itinerario parte dal centro città, sede di uno storico palazzo del Municipio e dalla chiesa Notre-Dame-du-Bon-Secours, per poi raggiungere una della più belle spiagge della Guadalupa, la spiaggia del Souffleur. Adiacente a questo lido, ideale non solo per le splendide acque celesti, ma anche per i romantici tramonti di color arancio intenso romanticamente ammirabili sul chiaro arenile coperto da maestose palme di cocco, è possibile visitare il grazioso cimitero delle conchiglie. Infine, percorrendo la strada statale N6, in circa 6 minuti di auto dal centro città, si raggiunge il famoso museo della canna da zucchero di Beauport. Il palazzo del Municipio di Port-Louis è un’opera architettonica in stile neoclassico progettata da Ali Tur e dall'architetto guadalupense Gérard-Michel Corbin all’indomani del ciclone del 1928. Dispone di una facciata color crema con rifiniture rosse, un’ampia terrazza centrale che sovrasta il porticato d’ingresso, al cui fianco destro sventolano i vessilli della Francia e della Comunità europea. Al suo interno, la sala consigliare ospita un imponente specchio. A poche decine di metri dal Municipio, all’interno di una grande piazza, prende posto la chiesa Notre-Dame-du-Bon-Secours. La parrocchia, sorta intorno al 1730, nel 1827 fu devastata da un incendio. Nel periodo successivo, grazie all’interessamento del barone des Rotours, allora governatore della Guadalupa, fu ricostruita, ma il terremoto del 1843 la distrusse nuovamente. Riaperta ai fedeli tre anni dopo, un secondo incendio la distrusse nel 1890 e fu ricostruita facendo ricorso ad una struttura metallica importata dal Belgio. L’ultimo danno risale al 1989 per effetto dall'uragano Hugo che s’abbatté sull’isola. All'interno è possibile ammirare un bellissimo altare in marmo di Carrara. Tra le meraviglie naturali della città di Port-Louis c’è una spiaggia delle più belle della Guadalupa: l’Anse du Souffleur. L’ampio arenile dalla chiarissima sabbia, puntellata da eleganti palme di cocco, è una delle destinazioni balneari più frequentate dai turisti e dai locali. Alle spalle del bagnasciuga c’è un ampio bosco di mandorli indiani dove prendono posto alcuni bar e ristori, facendo di questo lido una perla caraibica di assoluto fascino soprattutto al calar del sole, quando molte coppie si godono lo splendore del tramonto sul mare colorato da intense tinte arancioni e dorate. Adiacente all’Anse du Souffleur si trova un cimitero conosciuto come “cimitero marino”: un luogo di memoria e preghiera molto affascinante. Qui, alle tipiche sepolture a “casetta” si alternano alcuni tumuli dalla sobrietà sconvolgente: grandi conchiglie e fiori cingono cumuli di sabbia, alle volte coronati da semplici croci, altre completamente spogli di ogni richiamo al defunto o alla religione. Chiude il tour a Port-Louis, la visita al museo della canna di Beauport, importante azienda dedita alla produzione dello zucchero dal 1792 sino al 1989, anno in cui l’uragano Hugo distrusse la struttura e la fitta rete ferroviaria che collegava le varie coltivazioni. Oggi, questa ex fabbrica è una meta d’interesse culturale per tutti coloro che vogliono conoscere i segreti della coltivazione della canna da zucchero. La struttura è attraversata da un trenino con guida al seguito che, nell’arco di cinquanta minuti di viaggio, attraversa l’intera tenuta. Il museo ospita un negozio di souvenir, delle sale da pranzo, un ristorante, e un tipico mulino dal quale, salendo una scalinata interna, è possibile ammirare la vastità dell’area circostante. Port-Louis (enjoyguadalupa.com) Notre-Dame-du-Bon-Secours

  • In tour con #EnjoyGuadalupa Petit-Canal

    Posta sul versante ovest dell’isola di Grande-Terre, la città di Petit-Canal, un tempo denominata Mancenillier, deve il suo nome a un piccolo canale scavato nel XVIII secolo per consentire il passaggio delle imbarcazioni verso la cittadina di Morne-à-l’Eau. Questo piccolo Comune ospita monumenti commemorativi del passato schiavistico della Guadalupa, testimonianze legate alla produzione dello zucchero, e un piccolo porto utilizzato per l’ormeggio delle barche dei pescatori e per quelle destinate alle escursioni verso la famosa laguna marina di Gran-Cul-de-Sac-Marin. Tra le testimonianze legate alla deportazione degli schiavi dall’Africa, il tour ci condurrà alla fiamma allo schiavo ignoto, alla scalinata degli schiavi che conduce alla chiesa Saint-Philippe-et-Saint-Jacques, al monumento che celebra la fine della schiavitù e infine, alla prigione degli schiavi. In merito al passato dedito alla produzione dello zucchero, oggi è possibile ammirare i resti del sito Duval, e, all’interno di una lussureggiante riserva biologica, l’antico mulino Poyen. Infine, a circa dodici chilometri dal centro di Petit-Canal si raggiunge il lido di Anse Maurice, conosciuto per il suo aspetto selvaggio, e per le famose gare di traino dei buoi. Punto di partenza del tour a Petit-Canal è il monumento ai caduti di Petit-Canal della Prima e Seconda guerra Mondiale. Posto sul fianco del palazzo del Comune, il sito si caratterizza per la presenza di una lunga scalinata gialla fiancheggiata da rigogliose piante. In cima è posta la statua in bronzo realizzata nel 1930dallo scultore italiano Giuseppe Pannini. A circa un chilometro dal centro città, in meno di cinque minuti, percorrendo Rue de l'Église si raggiunge la scalinata degli schiavi. Ricostruita dopo il 1848, la storia racconta che gli schiavi, una volta sbarcati sull’adiacente molo, l’avrebbero percorsa per essere condotti ai mercati. In corrispondenza dei muretti verticali della scalinata sono poste delle targhe con impressi i nomi delle varie tribù africane deportate. Ai suoi piedi l’area ospita il monumento della fiamma eterna allo schiavo ignoto con accanto il busto di Louis Dèlgres, famoso, nei primi anni dell’800, per il suo impegno nella lotta alla schiavitù. Inaugurato il 28 maggio 1994, la fiamma eterna allo schiavo ignoto è rappresentata da una fiaccola custode al suo interno, secondo gli storici, di fruste rese da quaranta padroni a seguito dell'abolizione della schiavitù. La visita dei principali musei dell’isola di Grande -Terre prosegue nel grazioso borgo di Petit Canal, famosa per il museo della vita di una volta, la scalinata e la prigione degli schiavi. Qui è presente il «Musée de la vie d'Antan» (museo della vita di una volta) autentica macchina del tempo che ripropone le arti e le tradizioni popolari della Guadalupa fino agli anni '60. Grazie allo storico Raymond Boutin, e ad una massiccia raccolta di oggetti d’uso quotidiano di una volta, il museo nasce con la finalità di far conoscere alle nuove generazioni i costumi e la vita quotidiana e l’evoluzione dei comportamenti degli abitanti della Regione. Inaugurato il 23 maggio 2001, il museo è gestito dall'Associazione Patrimoine et Savoirs la quale, attraverso mostre permanenti portano alla conoscenza dei visitatori gli oggetti di uso comune del passato e mostrano come i nativi americani usavano il fuoco e la luce. La mission del museo è quindi di salvaguardia delle antiche abitudini di vita e permettere a tutti coloro che operano per la difesa del patrimonio di dare il loro sostegno, affinché il Museo possa inserirsi a pieno titolo tra le attrazioni culturali della Guadalupa e permettergli di continuare la sua missione educativa e pedagogica. In cima alla scalinata sorge la chiesa Saint-Philippe-et-Saint-Jacques, distrutta durante il terremoto del 1928 e ricostruita nel 1865 dal noto architetto locale Ali Tur. Caratterizzata dalla presenza di una navata unica, la chiesa è custode di vetrate e di un bellissimo altare in muratura. Frontalmente alla chiesa di chiesa Saint-Philippe-et-Saint-Jacques è presente il monumento più antico della Guadalupa: il tronco delle anime. Questo monumento rappresenta il Memoriale della schiavitù e la scritta “Libertà – 1848”, apposta sulla base di sostegno, indica la data dell'abolizione definitiva della schiavitù che avvenne il 27 aprile del 1848 per effetto del decreto di Victor Schoelcher, importante figura storica del XIX secolo in quanto difensore dei diritti umani. Poco distante dalla scalinata degli schiavi, in circa due minuti di cammino, Petit-Canal regala un altro importante sito storico, la famosa prigione degli schiavi ‒ ormai ridotta in macerie ‒ all’interno della quale hanno messo le radici secolari di alberi di fico. Tra questi, quello più spettacolare e degno di particolare menzione ‒ in quanto legato a una leggenda secondo la quale gli schiavi nel costruire la prigione avrebbero piantato semi di fico per agevolare, nel tempo, la naturale distruzione dell’edificio ‒ è quello denominato il “fico maledetto”. I suoi rami e le enormi radici hanno effettivamente stretto in una morsa i muri della prigione, facendo idealmente significare la fine di secoli di schiavitù. Lasciando il centro città, in appena 12 minuti di strada lungo la statale 6 si raggiunge il mulino Poyen. Posto all’interno di una lussureggiante riserva biologica, il sito, risalente al 1780, è raggiungibile percorrendo un itinerario ad anello di poco più di due chilometri. Adiacenti al mulino sono presenti vecchie attrezzature idrauliche del XX secolo, cisterne, un pozzo e un abbeveratoio. Lasciato il mulino Poyen, in circa venti minuti d’auto lungo la Chemin de St. Elise, si raggiunge il sito Duval. Questo luogo, un tempo fu sede di uno zuccherificio nel quale lavoravano operai provenienti dalle isole di St Lucie, Dominique, Antigue e St Martin. Oggi, sui suoi sei ettari di terreno, il sito Duval ospita l’Espace International della musica Ka e dei tamburi del sud. A rappresentare questa musica folcloristica che rievoca le danze degli schiavi d’Africa, il sito ospita il famoso Fondal Ka, un enorme tamburo simbolo di questo genere musicale, e il vicolo dei tambouyès, dove 12 totem ricordano i più famosi maestri del Ka. Su questa area, infine, ogni anno vengono organizzati eventi pubblici come il festival delle danze indiane e della musica dei Caraibi. Il tour a Petit-Canal si chiude al lido Maurice. Raggiungibile in appena 15 minuti dal sito Duval, la spiaggia è particolarmente conosciuta non solo per l’ampia area attrezzata dove sono presenti locali e carbet dove molte famiglie si riuniscono per piacevoli pic-nic, e dove è possibile fare dello snorkeling, ma anche per le famose gare di traino dei buoi. Questo evento è un tradizionale appuntamento competitivo nato nel 1970 con lo scopo di rievocare l’impegno secolare dei buoi nel trasporto della canna da zucchero. I buoi, in base al loro peso, sono classificati in cinque categorie, e sotto i colpi di massimo 12 frustate di un conduttore e la presenza di un assistente, devono percorre nel meno tempo possibile un percorso in salita ricavato normalmente sui fianchi di una collina trasportando, a seconda della categoria, un carico che varia dai 1300 ai 1700 chilogrammi. (Foto: Prigione degli schiavi) Petit Canal (enjoyguadalupa.com) Prigione degli Schiavi

  • In tour con #EnjoyGuadalupa Morne-à-l’Eau.

    Sul versante ovest dell’isola di Grande-Terre, in un’area compresa tra la Mangrove, i grandi fondali Vivier e la pianura Cannière, sorge la città di Morne-à-l’Eau, cittadina di oltre 17mila abitanti custode di importanti attrazioni storiche, come il cimitero monumentale e il canale dei Rotours, e naturali come la famosa spiaggia Babin, e la riserva marina di Gran-Cul-de-Sac-Marin. Nel corso della sua storia, fu denominata successivamente: Case-aux-Lamentins, Vieux-Bourg, Grippon, Bordeaux-Bourg e infine Morne-à-l'Eau. Il tour a Morne-à-l’Eau parte dalla piazza centrale della città dedicata a Gerty Archimède, importante figura storica femminile del secolo scorso, nata in questa città nel 1909. In passato ricoprì la funzione di consigliere e deputato della Guadalupa migliorando le condizioni di vita e il futuro delle donne locali, adoperandosi affinché le leggi sociali vigenti in Francia fossero applicate anche nei dipartimenti d'oltremare. Lasciato il centro città, la seconda tappa è la visita al cimitero monumentale. Dichiarato nel 2015 monumento d’interesse storico della Guadalupa, il cimitero riflette la cultura locale caratterizzata, attraverso i secoli, dalla mescolanza delle tante popolazioni che sono passate per questo angolo dei Caraibi. Disposto ad anfiteatro sul fianco di una piccola collina si caratterizza per la presenza di tombe rivestite da maioliche quadrate bianche e nere, simili a grandi scacchiere, le cui lapidi, in alcuni casi, sono ornate con tetti a spioventi e terrazze. Il nero rappresenta il lutto dei paesi occidentali, mentre il bianco quello di alcuni paesi dell’Africa e dell’Asia. Lasciato il cimitero monumentale, in meno di dieci minuti di strada lungo la rue de Barcadere, si raggiunge il canale dei Rotours. Questo sito, scavato tra il 1826 e il 1829, fu realizzato per consentire il drenaggio della pianura di Grippon (Grande-Terre centrale) e il trasporto delle merci. Esso si estende per circa sei chilometri, attraversa la città di Morne-à-l’Eau, e sfocia a Vieux-Bourg nell’oceano Atlantico. Il progetto di apertura del canale, sebbene fosse stato pianificato molti anni prima della data di inizio lavori del 1826, fu completato con successo, sotto il governo di Jean-Julien Angot, dal barone di Les Rotours. Per questa opera intervenne una forza lavoro composta da 200 a 400 uomini e schiavi liberi, e da fonti storiche sembrerebbe che almeno una trentina di lavoratori persero addirittura la vita. Lasciata Morne-à-l’Eau, in circa 30 minuti, si raggiunge Vieux-Bourg, piccolo borgo di pescatori di poco più di 5mila e 8cento abitanti famosa per la spiaggia Babin. Unica nel suo genere, questo lido consente ai frequentatori di beneficiare delle proprietà curative di una speciale tipologia di sedimenti argillosi posti sul fondale del mare favorevoli alla cura dei reumatismi, e trovare l’adeguato ristoro nel contesto di uno scenario lussureggiante. L’intera area è coperta da un soffice manto erboso sul quale prende posto una flora variegata composta da palme e diverse specie di alberi, una sottile lingua di sabbia dorata e un cartello turistico che promuove un percorso escursionistico denominato “La case aux lamantins". Questo sentiero, della lunghezza di circa cinque chilometri, parte dal sito Babin e raggiunge il porto peschereccio di Vieux-Bourg. Raggiunto il porticciolo di Vieux-Bourg sarà possibile imbarcarsi per visitare un’altra attrazione di particolare interesse naturale e turistico: la riserva marina di Gran-Cul-de-Sac-Marin. Questa affascinante riserva naturale, con un’estensione di ben 17.000 ettari, è inserita nell’esclusiva lista delle Riserve della Biosfera. Essa è custode di coralli, molluschi, crostacei, pesci tropicali, uccelli, tra cui uno endemico dell'isola: il picchio della Guadalupa. Caratterizzata altresì dalla presenza di mangrovie, foreste palustri e paludi, la riserva di Gran-Cul-de-Sac-Marin si estende per 14 km, da Sainte-Rose sino a raggiungere Vieux-Bourg. Nell’area marina di competenza di Morne-à-l’Eau sono presenti alcuni isolotti, come quello di Fajou, completamente ricoperto di mangrovie, e luogo privilegiato per gli uccelli e le tartarughe marine, quello di Macou tipico per i suoi sentieri e la cappella in riva al mare, e quello di Colat, e Duberrand. Questo immenso bacino naturalistico è l’ambiente ideale per chi ama il contatto con la natura e praticare sport all’aria aperta. www.enjoyguadalupa.com Cimitero monumentale

  • In tour con #EnjoyGuadalupa Les Abymes

    Les Abymes, oggi città di circa 60mila abitanti, nel 1691 era un piccolo centro che ospitava poche case abitate da una popolazione dedita alla coltivazione della canna da zucchero, del caffè e del cacao. La data di nascita ufficiale della città, allora denominata Vieux-Bourg, risale al 1756, ma importanti scoperte archeologiche svolte nel 2006 e nel 2020 dalla Direzione Regionale degli Affari Culturali hanno rivelato la presenza di un villaggio risalente al periodo 1000-1200 d.C. Les Abymes è conosciuta per l’importante scalo aeroportuale internazionale Pôle Caraïbes di Raizet, e insieme a Pointe-à-Pitre e Baie-Mahault, è inserita nell'ambito della comunità dei comuni denominata "Cap Excellence". Il tour in questa città posta sull’isola di Grande-Terre, inizia percorrendo il Boulevard des Héros, importante strada di comunicazione cittadina custode del monumento dedicato agli eroi che oltre due secoli fa, su questa terra, ebbero un ruolo da protagonisti nelle sanguinose lotte per debellare la schiavitù esercitata dai francesi. Les Abymes, infatti, si caratterizza per la presenza, sulle principali rotonde stradali, di statue dedicate ai principali eroi di queste lotte, come la Mulậtresse Solitude, Joseph Ignace e Louis Delgres. Giunti nel centro città, Les Abymes ospita la chiesa dell’Immacolata Concezione, il monumento dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale, il busto di Louis Delgres, e a pochi metri dal municipio, il Morne Calvaire, percorso di pellegrinaggio unico in Guadalupa dove è possibile visitare, percorrendo il breve sentierino che si arrampica lungo una collinetta lussureggiante, la grotta di Lourdes costruita tra il 1907 e il 1909 dall’abate Koening, seguire le quattordici stazioni della Via Crucis, ed infine, nella parte superiore della collinetta, fare visita alla cappella eretta nel 1855 dedicata a Nostra Signora della Guadalupa. Alle spalle del Morne Calvaire, è presente il Morne de la Mémoire, monumento che vuole ricordare alla popolazione della Guadalupa la storia della schiavitù, e i sacrifici fatti dai loro antenati per la conquista della libertà. Inaugurato nel 2015, l’opera architettonica posta sulla sommità di una verde collinetta raggiungibile percorrendo una scalinata alla cui base prende posto una lapide che ne racconta la storia, ospita cinque grandi libri in marmo nero poggiati su piedistallo sui quali sono incisi in lettere d’oro i nomi dei 1480 schiavi uomini e donne, che vissero a Les Abymes fino al 1848. A poco più di 4 chilometri di strada dal Morne de la Mémoire, si raggiunge la Casa delle Mangrovie di Taonaba, un sito destinato alla valorizzazione delle aree costiere ricche di mangrovie e foreste paludose. Inserita dal 1994 nel contesto della Riserva mondiale della biosfera del Grand-Cul-de-Sac Marin, l’area ospita il museo di storia naturale delle Riserva della Biosfera della Guadalupa, caratteristiche pedane sopraelevate lungo le quali, percorrendole, è possibile apprezzare la flora e la fauna del posto, e un piccolo punto d’imbarco dove a bordo di canoe si navigano i canali fluviali Perrin e Belle Plaine, sino a raggiungere la riserva naturale di Grand Cul-de-Sac-Marin. Monumento ai caduti della 1^ Guerra Mondiale

  • La scoperta e la storia della #Guadalupa 3^ parte, dalla colonizzazione ai nostri giorni

    L’arcipelago della Guadalupa, oggi territorio d’Oltremare francese, dopo oltre tre secoli di colonizzazioni iniziate dagli spagnoli nel XVI secolo, tra il 1600 e il 1800 fu oggetto di aspri combattimenti tra inglesi e francesi per aggiudicarsene il dominio. La storia della Guadalupa racconta che nel 1635, grazie all’aiuto economico della Compagnie des Îles d'Amérique, i francesi, dopo aver allontanato sull’isola della Dominica i Caribi, stabilirono il primo insediamento europeo, diventando una fiorente colonia dedita alla lavorazione dello zucchero e alla produzione del rum. I grandi proprietari terrieri di allora, per incrementare i volumi delle esportazioni verso l’Europa dei citati prodotti, ebbero bisogno di una massiccia forza lavoro che reclutarono dall'Africa occidentale con la deportazione degli schiavi neri. L’occupazione della Guadalupa da parte dei francesi venne però interrotta dagli inglesi tra il 1759 e il 1763; gli inglesi fecero di Pointe-à-Pitre un grande porto specializzato nell’esportazione dello zucchero sui mercati inglesi e nord americani, e nell’importazione, dai medesimi Paesi, del legname e del cibo. La difficile convivenza tra francesi e inglesi ebbe fine nel 1763 con la firma del trattato di Parigi con il quale la Francia rinunciava alle proprie mire espansionistiche in Canada in cambio di Guadalupa. Ma la pace durò poco. Il caos che la Rivoluzione francese stava creando in Europa, nel 1794 portò gli inglesi a invadere nuovamente l’isola. La risposta francese non si fece attendere. L’invio di un contingente militare comandato da Victor Hugues portò con una legge del 1794 alla liberazione degli schiavi d’Africa, i quali, oltre a cacciare le truppe britanniche diedero vita ad un indiscriminato sterminio di coloni e proprietari di piantagioni. Ma in Europa, il fallimento della missione di Victor Hugues costrinse Napoleone Bonaparte a rispondere con fermezza; nel 1802 inviò alla Guadalupa il generale Antoine Richepance, il quale riuscì a ripristinare la schiavitù nonostante le dure lotte portate avanti da personaggi come Louis Dèlgres, militare, condottiero e politico francese mulatto, leader alla Guadalupa per la non rioccupazione e la non reintegrazione della schiavitù da parte della Francia napoleonica. Bisognava però attendere il decreto del 27 aprile del 1848 per vederla definitivamente abolita. La ferma campagna antirazziale condotta in quegli anni dal politico francese Victor Schoelcher, importante figura storica del XIX secolo, nonché fermo difensore dei diritti umani, mise risolutamente la parola fine, a oltre tre secoli di persecuzioni razziali. Trascorsi 23 anni da quella fatidica data, nel 1871 la Guadalupa ebbe una rappresentanza nel parlamento francese; nel 1946 riuscì a diventare uno dei Dipartimenti d’Oltremare francese, mentre dal 1982 è ufficialmente una Regione d’Oltremare francese. www.enjoyguadalupa.com

  • La scoperta e la storia della #Guadalupa 2^ parte, Memorial dedicato a Cristoforo Colombo

    Sainte-Marie, oggi piccola frazione del comune di Capesterre-Belle-Eau, è custode del Memorial dedicato a Cristoforo Colombo scopritore, il novembre del 1493, della Guadalupa. Inaugurato il 4 novembre del 1916 per volontà del Governatore Merwart (Emil Mervar) e del vescovo Genoud, all’interno del Memorial, oltre ai ruderi di una vecchia polveriera, è presente un busto del navigatore in marmo di Carrara scolpito dallo scultore italiano Umberto Bacci. Alla sua base sono presenti due grandi targhe: una ricorda gli architetti che realizzarono l’opera, l’altra ospita i versi di una poesia scritta dal Governatore Emile Merwart. Il memorial, posto a circa 200 metri dalla spiaggia dove Cristoforo Colombo sbarcò, ospita altresì due grandi ancore, una delle quali trovata nella baia di Capesterre-Belle- Eau. La visita di questo importante sito storico della Guadalupa ci consente di fare il punto sulla storia di questo arcipelago, oggi territorio d’Oltremare francese per oltre due secoli territorio caratterizzato da diverse colonizzazioni iniziate dagli spagnoli nel XVI secolo e proseguite tra il XVII e XIX secolo, dagli inglesi e dai francesi. www.enjoyguadalupa.com

  • La scoperta e la storia della #Guadalupa 1^ parte, la scoperta della Guadalupa

    Correva l’anno 1493 quando Cristoforo Colombo, in occasione del viaggio di ritorno a bordo della Nina dalle isole del Nuovo Mondo scoperte il 12 ottobre del 1492, s’imbatté in una tremenda tempesta. Il fragore e la veemenza del mare inghiottirono la Pinta con tutto il suo equipaggio, salvando miracolosamente la caravella del navigatore genovese. Durante quei terribili attimi di tormenta, Cristoforo Colombo fece un voto alla Madonna della Guadalupa, affinché lui e il suo equipaggio fossero risparmiati dalla tragica sorte che invece aveva colpito i compagni di viaggio della Pinta. Superata incredibilmente quella terribile esperienza, Cristoforo Colombo, al fine di mantenere fede alla sua promessa, decise di organizzare un pellegrinaggio al Monastero reale di Santa Maria di Guadalupe, lasciando alla sorte la scelta della persona che, al misericordioso cospetto della Madonna, avrebbe dovuto sciogliere il voto. Il giornale di bordo di Cristoforo Colombo, trascritto da Padre Bartolomé de Las Casas, racconta che all’interno di un berretto vennero mescolati tanti ceci quante erano le persone che si trovavano sulla nave al momento della tempesta, più uno segnato con una croce. Colui che l’avrebbe estratto, sarebbe andato a far visita alla Madonna della Guadalupa. Il fato volle che fosse proprio Cristoforo Colombo a estrarlo. Il 15 marzo del 1493 il navigatore genovese arrivò a Palos, ed il giorno seguente si recò a Santa Clara di Monguer sede del Monastero per sciogliere il voto e promettere ai frati della chiesa che la prossima isola scoperta l’avrebbe denominata Santa Maria della Guadalupa. Il 25 settembre del 1493 il navigatore genovese partì da Cadice per il suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo, toccando il 4 novembre dello stesso anno le coste della Guadalupa, allora denominata dai Caribi, un gruppo amerindo proveniente dall’America Meridionale, reo di aver cacciato dall'isola la popolazione originaria degli Arawak, Karukera, “L’isola dalle belle acque”. Ascolta il podcast su: https://www.youtube.com/watch?v=8sX77c_lNrI&t=52s

  • Frammenti di viaggio con #Enjoyguadalupa, Museo Kreol West Indies - Marie-Galante

    Sulla meravigliosa e autentica isola di Marie-Galante, nella città di Grand-Bourg, sorge il famoso museo locale, Kreol West Indies. Nato per mano di Vincent Nicaudie, il Kreol West Indies, più che un museo, è un'area espositiva estesa su oltre 200 metri quadri di spazio dove sette sale espositive ripropongono, attraverso una mostra permanente denominata “4000 anni di storia”, le arti contemporanee e gli oggetti del passato che i nostri giorni hanno ormai dimenticato. Al suo interno vengono ricostruiti scenografie originali delle civiltà precolombiane, quella dei filibustieri e della pirateria, gli strumenti e gli oggetti tradizionali risalenti al 18 °, 19 ° e 20° secolo e che rappresentano una parte del passato storico, economico, architettonico e culturale della Guadalupa, gli interni delle case creole del XIX secolo, e gli anni '40. Il sito, aperto nel 2012, è referenziato dalla Direzione degli Affari Culturali e ospita regolarmente le scuole locali per visite pedagogiche. Anche l’arte contemporanea trova il suo adeguato spazio grazie alle 250 opere di pittori di fama come Thierry Alet, Bouba, Jean-Marie Heraud, François Piqu.

  • Frammenti di viaggio con #EnjoyGuadalupa Il museo di Forte Louis Delgrès, Basse-Terre

    Il tour sull’isola di Basse-Terre alla scoperta dei musei si conclude nel capoluogo della Guadalupa, la città di Basse-Terre. Questa città è custode di un un importante fortezza, il forte Louis Delgrès. Edificato nel 1649 da Charles Houel, il forte Louis Delgrès è simbolo della lotta alla schiavitù portata avanti nei primi anni del 1800 da Louis Delgrès. Nel 1802 fu teatro di battaglie tra le truppe del generale Antoine Richepance (inviate da Bonaparte per reinsediare la schiavitù abolita nel 1794) e i seguaci del comandante Louis Delgrès, un mulatto con una lunga esperienza militare nella lotta contro gli inglesi, da sempre acerrimi nemici. Classificato come monumento storico nel 1977, il sito è gratuitamente aperto al pubblico tutto l’anno e offre visite guidate, mostre e vari eventi culturali. Giunto nella parte alta di Basse-Terre, il massiccio ingresso del forte già mostrava la sua imponenza e maestosità. Seguendo l’itinerario predefinito, è possibile ammirare la piccola polveriera, oggi diventata uno spazio espositivo legato alla disastrosa eruzione del vulcano Soufrière del 1976, le cisterne, il cimitero militare, posto alla sommità del forte dal quale è possibile ammirare all’orizzonte la grande baia di Basse-Terre dove sono sepolti il generale Richepanse e l’ammiraglio Gourbeyre, quindi il bastione del Galeone. Il giro si conclude sul monumento più rappresentativo e iconico del forte, il famoso Memorial Louis Delgrès, opera edificata nel 2002 dallo scultore Roger Arékian. Questa scultura, posta su un pianoro ricoperto d’erba accanto alla caserma del bastione nord, raffigurante il capo del citato personaggio, è posta al centro di tre anelli concentrici sui quali sono adagiate simboliche pietre, all’interno delle quali frecciano incuranti dei turisti simpatiche e innocue iguane. Infine, all’interno di alcune sale poste sotto l’ingresso al forte è presente una mostra permanente con pannelli informativi riguardanti il periodo della schiavitù e della rivoluzione completamente dedicata a Louis Delgrès, personaggio chiave della guerra del 1802, ed agli eroi che combatterono per la libertà degli schiavi contro l’esercito napoleonico.

  • Frammenti di viaggio con #EnjoyGuadalupa Il museo del caffè, Vieux-Habitants -Basse-Terre

    Il museo del caffè di Vieux-Habitants rappresenta, per la Guadalupa, un’originale testimonianza di antica fabbrica del caffè. Allocata all’interno di una Bonifierie del XIX secolo completamente restaurata, la visita al suo interno, caratterizzata da odori di chicchi di caffè tostati, consente, partendo dal 1721, anno d’importazione del caffè ai Caraibi sino ad arrivare ai giorni nostri, di risalire alle origini di questa pianta presente nei cinque continenti, e conoscere le secolari fasi della lavorazione del chicco di caffè, dalla raccolta, alla lavorazione, ed alla torrefazione. La Maison Chaulet è un’azienda a conduzione familiare che dal 1860 produce questa particolarissima miscela di caffè denominata Grigne au vent, considerata tra le più raffinate del mondo. La fabbrica, inizialmente presente a Baillif, fu trasferita a Vieux-Habitants nel 1989 e trasformata in museo nel 1998. Produttore, esportatore e importatore dal 1900, i caffè Chaulet selezionano rigorosamente le migliori arabiche, e nel rispetto del tradizionale know-how familiare, le trasforma in diversi tipi di caffè, da quello 100% Guadalupa, a quello prodotto con arabica d'importazione dal Sudamerica. Nel corso del tour è possibile ammirare, oltre che alle coltivazioni del caffè, anche una collezione di oggetti antichi, macinacaffè, caffettiere, torrefattori e numerose macchine dell'industria del caffè, facendo del museo uno delle principali attrazioni storiche di Basse-Terre. Infine, presso la Maison Chaulet è anche presente la cioccolateria les Suprêmes, una raffinata cioccolata prodotta con cacao locale utilizzando il know-how svizzero, un prodotto finale di primissima qualità lavorato senza utilizzare coloranti, aromi artificiali o conservanti e grassi vegetali.

  • Frammenti di viaggio con #EnjoyGuadalupa La casa del cacao, Point-Noire - Basse-Terre

    Il cacao, pianta un tempo coltivata alla Guadalupa per il solo piacere dei re di Francia, oggi rappresenta uno dei prodotti più pregiati dell’agricoltura locale, al punto di essere stato adeguatamente valorizzato grazie all’istituzione, nel 1993, a Pointe-Noire, della famosa casa del cacao. La struttura, immersa all’interno di un lussureggiante giardino botanico dove convivono le diverse specie di cacao coltivate nel mondo, offre la possibilità di visitare una cioccolateria artigianale dai profumi creoli in grado di soddisfare il palato dei più esigenti amanti del cioccolato. La visita guidata di circa un’ora programmata dal martedì al sabato previa opportuna prenotazione on line dell’orario d’ingresso, ci conduce lungo un percorso didattico caratterizzato da pannelli informativi che illustrano la storia del cacao e delle sue peculiarità botaniche. Di particolare interesse è la spiegazione riguardante le tecniche di lavorazione utilizzate dagli artigiani del laboratorio posto all’interno della casa museo, che parte dalla fermentazione delle fave di cacao, alla loro essiccazione e tostatura, sino ad arrivare ad avere la materia prima per produrre del buonissimo cioccolato. Al termine della visita è possibile degustare una tazza di cioccolata e acquistare un’ampia gamma di prodotti come il burro di cacao, le fave di cacao, i cioccolatini ed i liquori a base di cacao che hanno tutto un altro sapore rispetto a quelli ai quali siamo abituati.

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