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71 elementi trovati per ""

  • 10 siti da visitare a Grande-Terre

    L’affascinante Grande-Terre è un’isola governata da una magia unica, tipica dei lidi tropicali, dove l’incanto dei paesaggi costieri, plasmato da splendide lagune turchesi e bianche spiagge puntellate da alte palme di cocco, si fonde con la magia del suo altopiano calcareo coltivato con le lussureggianti piantagioni della canna da zucchero, rendendo quest’isola una terra carica d’intensa energia e vivacità. Con #EnjoyGuadalupa scopri i 10 siti naturali e storici più visitati di Grande-Terre Pointe-à-Pitre: Memorial Acte Gosier: Isola di Gosier St. Anne: Spiaggia la Caravelle St. François: Pointe-des- Château Le Moule: Distilleria di Damoiseau Anse Bertrande: Pointe de la Grande Vigie Petit-Canal: Scalinata e prigione degli schiavi Port-Louis: Museo della canna da zucchero di Beauport Morne-à-l'Eau: Cimitero monumentale Abymes: Casa delle Mangrovie di Taonaba Grande Terre Enjoy Guadalupa

  • Gli atolli della Guadalupa - Isolotto La Biche

    L'isola La Biche è situata nel cuore della riserva marina di Grand Cul-de-sac Marin di fronte alla città di Sainte-Rose, su Basse-Terre. Coperta da sabbia bianca tra la barriera corallina e le mangrovie è possibile visitarla in kayak o piccole imbarcazioni. Sulla superficie è presente una piccola capanna che da ospitalità a pescatori e turisti in escursioni guidate. www.enjoyguadalupa.com Foto, fonte ilet-caret.com

  • Gli atolli della Guadalupa - Isolotto Fajou

    L' isolotto di Fajou è una piccola isola disabitata situata nella baia di Grand Cul-de-Sac Marin nel Comune di Morne-à-l’Eau. Con una superficie di circa 115 ettari quasi completamente ricoperta da mangrovie, è circondata da una parete di barriera corallina, e dista circa 6 km a nord della foce dello stretto di Rivière Salée e a circa 6 km a ovest della baia di Vieux-Bourg. L' isolotto di Fajou attualmente è un fazzoletto di terra disabitato, ma la storia racconta che nel 1836 Martin Lestour vi installò una fabbrica di fertilizzanti utilizzando piccoli pesci pescati vicino all'isolotto. L’attività vide la sua chiusura nel 1840, per poi riprendere nel 1959 sino al 1969. Anni dopo, e più precisamente nel 1850 fu avviata un'altra attività economica dedita alla produzione della calce, tanto che oggi sull’isola sono presenti i resti parzialmente in rovina. isolotto di www.enjoyguadalupa.com Guadalupa.com

  • Gli atolli della Guadalupa - Isolotto Caret

    L'isolotto Caret è un piccolo atollo di sabbia bianca di 250 metri per 20 metri di larghezza in parte coperto di vegetazione, posto a largo della città di St. Rose. Il suo nome deriva delle tartarughe "Karet", particolare specie marina che nidifica su questo fazzoletto di sabbia, e i suoi fondali sono molto ricchi di pesci e crostacei. L'isolotto Caret fa parte della riserva marina di Grand-Cul-de-Sac Marin ed è costituito da accumoli di coralli provenienti dalla vicina barriera corallina. La sua sabbia bianca, le sue acque cristalline e poco profonde insieme alle poche palme da cocco la rendono un luogo paradisiaco molto apprezzato da turisti e diportisti.

  • Gli atolli della Guadalupa - Isolotto Gosier

    L'isolotto Gosier rappresenta una delle principali attrazioni turistiche della Guadalupa, ed in particolare dell'isola di Grande-Terre. Sito nell'omonima cittadina, l'isolotto Gosier si raggiunge a bordo di piccole imbarcazioni in appena quindici minuti di traversata dalla spiaggia della Dacha. Già a poche decine di metri dall’imbarcadero, l’isola mostra tutto il suo splendore. L’accecante sabbia bianca, le imponenti palme di cocco, e il maestoso faro rivolto verso l’oceano Atlantico, garantisco un colpo d’occhio unico nel suo genere. Degna di particolare citazione è anche la rigogliosa barriera corallina. I tesori presenti sui suoi trasparenti e verdi fondali regalano emozioni a non finire. Qui, infatti, trovano dimora tante varietà di pesci e tartarughe che rendono uniche le escursioni di tutti coloro che si avventurano alla conoscenza dell’isolotto.

  • Enjoy Guadalupa ci porta a conoscere la competizione del traino dei buoi.

    La competizione di traino di buoi è un tradizionale appuntamento competitivo nato nel 1970 per mano dell'Associazione di Salvaguardia dei Buoi Creoli (ASBC), con lo scopo di rievocare l’impegno secolare dei buoi nel trasporto della canna da zucchero. I buoi, in base al loro peso, sono classificati in cinque categorie, e sotto i colpi di massimo 12 frustate del conduttore e di due assistenti chiamati “koreurs”, incaricati di bloccare le ruote dei carri durante la loro progressione per evitare che il carro scenda lungo la costa, devono percorre nel minor tempo possibile un percorso in salita ricavato normalmente sui fianchi di una collina trasportando, a seconda della categoria d’appartenenza, un carico che varia dai 1300 ai 1700 chilogrammi. Le categorie A, B, C sono dedicate ai buoi più grandi che superano una tonnellata di peso, mentre le categorie restanti riuniscono i bovini più giovani e principianti. Il cambio di categoria avviene in ragione della loro evoluzione agonistica nel tempo, cioè in base al numero delle singole vittorie e dei titoli vinti. Tutto dipende dalla forza fisica delle bestie in competizione. Gli allevatori sottopongono i loro buoi a trattamenti da veri atleti, sottoponendoli a particolari e attente cure quotidiane, attraverso costanti allenamenti quotidiani, diete ricche di vitamine e specifici esercizi sportivi finalizzati alle difficoltà dei terreni di gara. La stagione delle competizioni inizia nel mese di maggio nel Comune di Abymes, e continua con altri incontri nei diversi comuni dell'isola, per finire nel mese di dicembre con il festival dei buoi che dura una settimana intera. https://www.enjoyguadalupa.com/copia-di-sport-e-tempo...

  • Il carnevale è alle porte! Conosciamolo con #EnjoyGuadalupa

    Se c’è una festa popolare molto sentita nell’arcipelago della Guadalupa, quella del Carnevale rappresenta un vero e proprio evento folcloristico unico nel suo genere, in grado, ogni anno di attirare dai 60.000 ai 150.000 spettatori. Introdotto intorno al XVII secolo dagli europei cattolici che s’insediarono in questo fantastico angolo dei Caraibi, il periodo dei festeggiamenti inizia con l’Epifania e termina il mercoledì delle Ceneri. Un arco di tempo abbastanza ampio durante il quale, canti, musica travolgente e ritmata, e sfilate di differenti gruppi, ciascuno con il proprio carro, costume e coreografia, lascia spazio ad un’esplosione di euforia collettiva. Per i locali, il carnevale alla Guadalupa rappresenta una celebrazione sentita, per i turisti uno spettacolo da non perdere, capace di mantenere sempre vive tradizioni centenarie, non solo sulle due principali isole dell’arcipelago, Grande-Terre e Basse-Terre, ma anche su quelle minori di Marie-Galante, La Dèsirade e Les Saintes. Molti i momenti durante i quali i festeggiamenti riservano spettacoli significativi messi in campo dall’Associazione organizzatrice, la Groupement pour la Culture et le Carnaval in Région Pointoise. Tra questi la Grande sfilata della domenica grassa a Pointe-à-Pitre; la parta in pigiamo del giorno successivo e la sfilata des Marchandes a Basse-Terre e quella notturna a Saint-François. Ed ancora la Giga parade del martedì grasso a Basse-Terre, ed infine la sfilata del bianco e nero, con l’incenerimento del fantoccio re Varal, simbolo degli avvenimenti dolorosi dell’anno trascorso, del mercoledì grasso, ultimo atto del Carnevale guadalupense. Ed in questo caleidoscopio di suoni, danze e colori durante il quale personaggi emblematici come re, regine, diavoli e svariate maschere simboliche trascinati dal ritmo tipico della Guadalupa, il Gwo Ka, danno vita ad atmosfere inebrianti e divertenti, il Carnevale offre altresì l’opportunità di gustare i piatti tipici di questo periodo, come il sinoball, ovvero una granita ricoperta di sciroppo di menta, granatina o orzata e i beignets di Carnevale. Photo: payguadalupe.com

  • In tour con Stefano di #EnjoyGuadalupa.

    Scopri gli itinerari, la storia, la via del rum, lo sport, i paesaggi naturali e tanto altro sul blog, pagina Facebook e canale You Tube

  • In tour con #EnjoyGuadalupa St. François

    La città di St. François, posta all’inizio di una lingua di terra che si estende fino alla punta più a sud-est di Grande-Terre, Pointe-des-Châteaux, ospita circa 15mila abitanti, è sede del porto destinato alle tratte per l’isola de la Désirade e Petite Terre, di un museo, e lungo gli otto chilometri della litoranea D118, il promontorio accoglie un’infinità di complessi turistici, un campo da golf, un aerodromo, spiagge libere e scorci naturali molto interessanti. Provenendo dalla cittadina di St. Anne, il tour in questo importante Comune altamente turistico di Grande-Terre prende il via dalla spiaggia Raisins Clairs, uno tra le più belle di St. François, grazie al suo splendido lido caratterizzato da un lungo arenile e uno specchio acqua chiarissimo raccolta all’interno di una suggestiva baia delimitata dalla barriera corallina capace di richiamare numerose famiglie. Posta nelle vicinanze di alcune infrastrutture sportive, il lido offre la possibilità di ristori e spazi per il divertimento dei frequentatori. Altro sito particolarmente importante per i suoi richiami storici è il Memoriale, monumento inaugurato il 27 maggio 1998, anniversario del centocinquantesimo anniversario dell'abolizione della schiavitù dedicato alle commemorazioni degli schiavi e dei combattenti come Louis Delgrès, Solitude, Ignace e Massoteau, eroi che nel maggio del 1802 lottarono contro la restaurazione della schiavitù, abolita una prima volta nel 1794 per volontà di Napoleone Bonaparte. Sul monumento è presente un grande libro aperto in muratura sul quale sono impresse sei parole, Africa, Escale, Torture, Fouet, Nèg Mawon, Liberté, che ricordano i momenti bui degli schiavi neri d’Africa, ed elementi che ne caratterizzarono le loro condizioni di vita, come catene, sfere in ferro e tamburi. L’altro sito è il museo delle belle arti, primo museo delle Antille Francesi che ripercorre il patrimonio culturale delle belle arti locali dal XVI secolo ai giorni nostri. Creato nel 2017 da Jerôme FILLEAU, appassionato di arte, il museo è gestito dall’Associazione del Museo delle Belle Arti di Saint-François. Al suo interno sono presenti sette sale ed un corridoio dove sono esposti 150 dipinti, disegni e sculture, opere grafiche risalenti al XVI secolo, sino ad arrivare ai giorni nostri. Le opere esposte sono principalmente creazioni di artisti locali o che hanno un legame diretto con la Guadalupa o più in generale con le Antille. Tra questi c’è il celebre pittore della Guadalupa Guillaume Lethière, nato a Sainte-Anne nel 1760, così come quelle dei suoi allievi, tutte raccolte in una sala a loro dedicata. Sono rappresentati anche altri pittori della Guadalupa, come Evremond de Berard nato a Sainte-Anne nel 1824, Pierre-Jérôme Lordon, nato a Moule nel 1779, e Armand Budan, nato ad Anse Bertrand nel 1827. Prima di proseguire lungo la litoranea D118 per scoprire siti naturali di assoluta bellezza, una sosta obbligata è la spiaggia Lagoon. Questo piccolo e meraviglioso lido, paradiso per chi pratica gli sport velici, è il luogo ideale per trascorrere momenti di assoluto relax e concedersi un refrigerante bagno nelle sue celesti acque. Posta nei pressi del porto turistico la spiaggia Lagoon è protetta dalla barriera corallina con una spettacolare vista sulla baia di Anse Champagne. Appena qualche chilometro dopo la spiaggia Lagoon, è possibile raggiungere un sito molto caratteristico, denominato la Douche. Ben nascosto dalla vegetazione costiera, la Douche si affaccia direttamente sull’Atlantico; su questo punto della costa le onde, infrangendosi prepotentemente contro gli scogli, danno origine a spettacolari e vigorose docce le cui acque si raccolgono in piccole piscine naturali scavate sugli stessi scogli, all’interno delle quali è possibile sedersi e godere di un esclusivo e costante refrigerio con vista mare. Ma su quel lembo di territorio la natura sembrava non essersi risparmiata. Appena qualche chilometro dopo la Douche si raggiunge un altro sito di elevato interesse turistico, Pointe-des-Châteaux, la punta più a sud-est di questo splendido promontorio. Qui, la litoranea D118 termina la sua corsa in un grande parcheggio dal quale si snodano una serie di sentieri che conducono alla grande Croce, punto suggestivo dal quale è possibile ammirare un panorama mozzafiato. La magia del luogo sprigiona sensazioni uniche, sensazioni diverse che variano a seconda della direzione in cui s’indirizza lo sguardo. Spalle alla Croce è possibile ammirare l’isola della Désirade, mentre in direzione opposta, sia a destra che a sinistra del promontorio, trovano posto le anse più caratteristiche di Grande-Terre, come quella des Châteaux, quella della ventosa Salines, e infine quella di Tarare, all’interno della quale risiede l’omonima spiaggia per naturalisti. Ma lo scenario più suggestivo che si può ammirare a Pointe-des-Châteaux è quello che si gode al tramonto, grazie alle mille sfumature di arancione che colorano l’immenso orizzonte. Pointe-des-Châteaux

  • In tour con #EnjoyGuadalupa Gosier

    Gosier è un piccolo Comune di circa 27mila abitanti il cui nome deriva da una specie di pellicano bruno denominato "Grand gosier", volatile molto presente su questo lido. Importante centro balneare posto sul versante sud sull’isola di Grande-Terre, Gosier nei secoli scorsi rivestì un rilevante ruolo strategico nella difesa della costa dalle invasioni degli inglesi. Grazie alla presenza di magnifiche spiagge siti storici e culturali, questa accogliente città offre ai tanti turisti che annualmente affollano le rinomate stazioni balneari molte opportunità di divertimento e conoscenza. Il tour tra le bellezze naturali e i siti storici inizia dal museo dei costumi e tradizioni, una macchina del tempo nato per mano dei coniugi Camelie e Claude Bausivoir con lo scopo di far rivivere, attraverso i costumi, scene di vita quotidiana, oggetti, le antiche civiltà afroindiana e caraibica. Il sito culturale ha aperto le porte a novembre del 2008 e si caratterizza per la presenza di una sala reale nella quale è possibile conoscere i modi di vestire di re e regine di regioni e epoche storiche diverse, e quattro sale che propongono la storia dei nativi americani, l’arrivo di Cristoforo Colombo sull’isola, i sovrani d'epoca, l’abbigliamento militare, l’abbigliamento Madras, la biancheria intima, i ricami, ecc. Inoltre, è possibile ammirare scene di quotidianità che partono dai nativi sino ad arrivare a quelle del XX secolo, i giochi e i giocattoli di un tempo, i personaggi importanti della società caraibica, l’artigianato locale, copricapi, cappelli. Lungo l’itinerario del museo si incrocia la tipica casa creola (Ti Kaz An Mwen) che ripropone l'ambiente di una casa delimitata da un giardino all’interno del quale sono state presenti piante medicinali. Infine, è possibile visitare una sala audiovisiva che propone temi sull’abbigliamento, e sui giardini medicinali e floreali. Il museo è gestito dai coniugi Camelie et Claude Bausivoir, i quali, attraverso un tour didattico di circa un’ora e trenta minuti, forniscono delucidazioni sulle singole postazioni e spiegano, a seconda dell’abito che i manichini indossano, la tipologia di abbigliamento che le persone di un tempo utilizzavano a seconda delle occasioni e dei luoghi in cui si recavano, in sintesi un museo unico frutto di studi e ricerche durato oltre trent’anni. Lasciato l’acquario, percorrendo per circa tre chilometri la D119 verso il centro di Gosier, si raggiunge l’Anse Tabarin, luogo dal quale si accede alla spiaggia della Dacha e ci si imbarca per spingersi verso il meraviglioso isolotto Gosier. Raggiungibile in appena quindici minuti attraverso il noleggio di una piccola imbarcazione, già a poche decine di metri dall’imbarcadero, l’isola mostra tutto il suo splendore. L’accecante sabbia bianca dell’isola, le imponenti palme di cocco, e il maestoso faro rivolto verso l’oceano Atlantico, garantisco un colpo d’occhio unico nel suo genere. Degna di particolare citazione è anche la rigogliosa barriera corallina. I tesori presenti sui suoi trasparenti e verdi fondali regalano emozioni a non finire. Qui, infatti, trovano dimora tante varietà di pesci e tartarughe che rendono uniche le escursioni di tutti coloro che si avventurano alla conoscenza dell’isolotto. Oltre alla splendida spiaggia della Dacha, le Gosier ospita il lido della Petit-Havre e di Jacques, tipiche per le graziose e raccolte anse, e quella della Salines famosa al popolo dei surfisti che quotidianamente cavalcano le onde di questo fazzoletto di mare e per la presenza di sentieri naturalistici. Poche centinaia di metri al di sopra dell’ansa Tabarin, Gosier ospita il Parco paesaggistico del Calvario. Situato in centro città, il parco è un luogo in grado di trasmettere una pace unica, grazie alla presenza di una vegetazione composta da alberi e fiori tropicali, e da un sentiero a spirale che consente ai visitatori di fare romantiche passeggiate sino in cima alla collinetta, sulla cui sommità svetta il crocifisso del Cristo e, poco distante, un enorme scritta multicolori “Gosier”, alle cui spalle s’intravede l’isolotto. A circa quindici minuti dal Parco paesaggistico del Calvario, in posizione dominate sulla grande baia di Bas du Fort, svetta imponente il forte Fleur d’Èpèe, il più importante monumento storico della città di Gosier. Edificato durante la Guerra dei Sette anni, tra il 1756 e il 1763, prima dagli inglesi, poi dai francesi a seguito della firma del trattato di Parigi, si narra che la sua denominazione derivi dal soprannome di un soldato francese che ci avrebbe abitato. Posto sulle alture di Bas-du-Fort, domina la sottostante baia, regalando una suggestiva vista panoramica dell’isola di Basse-Terre e di Les Saintes. Questa imponente fortificazione caratterizzata da bastioni lunghi 150 metri e larghi 45, al suo ingresso custodisce tre cannoni, un piazzale per romantiche passeggiate, sale e gallerie per ospitare le mostre d’arte contemporanea organizzate dal Consiglio Generale della Guadalupa. Il nostro viaggio tra le bellezze di Gosier termina all’acquario della Gudalupa, posto alla Marina di Gosier, quasi ai piedi del forte Fleur d’Èpèe. Completamente rinnovato nel 2018, l'Acquario della Guadalupa è una struttura interattiva costruito con l’intento di far scoprire al visitatore la ricchezza dei fondali marini del mare dei Caraibi. L’acquario è dotato di elaborati mezzi tecnologici, ospita più di 50 vasche che presentano i diversi ecosistemi della Guadalupa, e la proiezione di 24 filmati in streaming permettono di conoscere meglio i coralli, i cetacei, le tartarughe marine ecc. che popolano il mare dei Caraibi. Sei le azioni di studio e interventi sugli ecosistemi marini. Attraverso diversi programmi scientifici, l'Acquario della Guadalupa lavora al restauro delle barriere coralline, delle mangrovie, e delle praterie marine. La presenza  dell'Ecole de la Mer, associazione creata con lo scopo di sensibilizzare i giovani al rispetto del mondo marino, dal 2007, consente di svolgere all'interno della struttura, specifiche animazioni e attività pedagogiche. Dal 2011, a causa della pesca eccessiva, del degrado delle scogliere coralline e dell'inquinamento di origine umana, l'Acquario della Guadalupa porta avanti il progetto Zoé, sviluppando la PCC nei Caraibi, ovvero la «Post-larval Capture and Culture» (cattura e allevamento di post-larve), una tecnica che consiste nell’allevamento dei pesci in ambiente controllato per poi rilasciarlo in mare quando raggiungono le giuste dimensioni sufficienti per sfamare pesci predatori. Infine, dal 1999, l'Acquario della Guadalupa ospita gratuitamente il centro di cura delle tartarughe marine ferite o sequestrate dalle autorità. Isolotto Gosier

  • In tour con #EnjoyGuadalupa St. Anne

    Lasciata la città di Gosier, in 20 minuti di auto lungo la N4, si raggiunge la cittadina di St. Anne, Comune di circa 25.000 abitanti, particolarmente rinomato per le sue splendide spiagge poste nel breve raggio di poco più di quindici chilometri, i coloratissimi mercatini, e il meraviglioso lungomare. A circa due chilometri dal centro città, St. Anne vanta un lido tropicale unico, la famosissima spiaggia la Caravelle. Particolarmente conosciuta per la sua sabbia bianchissima, le alte e maestose palme di cocco, ed un mare di un celeste straordinario, la Caravelle è un perfetto mix di bellezze naturali in grado di offrire ai tantissimi bagnanti che quotidianamente raggiungono questo lido, posto a ridosso del famoso Club Mediterranee, un angolo di paradiso tra i più suggestivi e rinomati della Guadalupa. Appena 10 minuti di auto dalla Caravelle si raggiunge il centro città di St. Anne e la sua lunga spiaggia comunale du Bourg. Questo fantastico lido, si allunga parallelamente al suo caratteristico lungomare sino a raggiungere il centro velico, punto dal quale tre insenature puntellate dalle solite palmette, regalano angoli di mare di un’incredibile bellezza e tranquillità, tanto da ospitare, sin dalle prime ore del mattino, molti abitanti locali intenti alla pratica del nuoto o del fitness. Sullo splendido lido molte sono le attività commerciali che valorizzano questa graziosa cittadina. La presenza di bar e ristoranti aperti sino a tarda ora, e dei coloratissimi mercatini che propongono sulle bancarelle i classici prodotti alimentari e manufatturieri di questa terra, fanno di St. Anne un Comune dalla sempre crescente presenza turistica. A circa trenta minuti di strada, al quanto trafficata, dal centro di St. Anne, si raggiunge la spiaggia di Bois Jolan. Caratterizzata dalla presenza di un’ampia area attrezzata dove trovavano ristoro molte famiglie, il litorale, a differenza delle precedenti spiagge, ha un bagnasciuga molto stretto, un bel mare celeste e una vegetazione variegata e rigogliosa, all’interno della quale si possono trovare angoli di assoluta riservatezza e tranquillità. In sintesi, un lido da visitare assolutamente, in quanto ideale per trascorrere spensieratamente qualche ora in spiaggia e consumare, su uno dei tanti gazebo presenti nell’area attrezzata, deliziosi pranzi al sacco. Ultima spiaggia, prima di raggiungere il Comune di St. François, è il lido Helleux, conosciuto anche con il nome di Gros Sable, molto frequentata dal popolo dei surfisti, ma poco dai turisti. Un lido quindi, dove per quest’ultimi è possibile isolarsi e vivere momenti di assoluto relax lontano dal fragore dalle precedenti spiagge di St. Anne, e per gli appassionati del surf di trascorrere magnifiche giornate di sport. Spiaggia la Caravelle

  • In tour con #EnjoyGuadalupa Le Moule

    La città di le Moule, anticamente denominata Portland, fu fondata dai francesi nel 1635. Le sue origini risalgono al 400 a.C. in virtù della presenza sul territorio dei nativi americani, gli indiani Arawak. In passato, il borgo ospitava un importante porto militare e commerciale dedito all’esportazione dello zucchero e del rum, e un forte con una batteria di cannoni utilizzati per la difesa di le Moule dagli assalti navali condotti dagli inglesi. Dell’antico borgo, oggi sono ancora visibili le vestige dell’antica fabbrica di succhi di frutta, oggi trasformata, nell'Area Wizosky, in luogo di animazione. Posta sul versante est di Grande-Terre, oggi le Moule si pone tra le città più visitate della Guadalupa grazie alle sue coste ricche di baie, sentieri escursionistici, splendide spiagge panorami mozzafiato e di importanti monumenti storici come l’abitazione Zèvallos, lo zuccherificio Gardel, la distilleria Damoiseau, e il Museo Edgar Clerc. Provenendo da St. Francoise, lungo la strada nazionale N5, il primo importante sito storico che s’incontra è la casa coloniale Zèvallos, tipica struttura in stile coloniale replica di quella che ospita il museo Saint-John Perse a Pointe-à-Pitre. Progettata nelle officine di Gustave Eiffel, venne costruita tra il 1868 e il 1871 e destinata a zuccherificio. Al fine di rivalorizzarla, nel 1999 fu acquistata dalla famiglia Débibakas Rosan. Nel 2010, a seguito di importanti lavori di ristrutturazione, fu riportata al suo antico splendore diventando meta dei turisti grazie alle visite guidate organizzate dall’associazione Les Amis de la maison de Zévallos. Prima di raggiungere il sentiero escursionistico posto lungo il versante costiero est, e i suoi rinomati lidi, a pochi chilometri dalla casa coloniale Zévallos, è possibile visitare l’antico zuccherificio Gardel. Fondato nel 1870 da Benjamin François Benony Saint-Alarey, è tra i pochi zuccherifici ancora funzionante alla Guadalupa. Lo stabilimento si avvale di un appezzamento terriero di 1000 ettari e di una area industriale capace di produrre 50.000 tonnellate di zucchero all'anno, l’80% della canna da zucchero coltivata alla Guadalupa. Tornando sulla strada nazionale 5, l’itinerario devia sulla strada de la Clinique per raggiungere due siti naturalistici mozzafiato: Port d’Enfer e la baia di Conchou. Il primo è il punto di partenza di un'escursione di 10 chilometri che termina su Anse Montal; l’alternativa è anche passeggiare tra le scogliere circostanti fino a Pointe Morne utilizzando un sentiero di 2 chilometri tra andata e ritorno. Il secondo, invece, consente di percorrere un itinerario ad anello di circa quattro chilometri partente dalla spiaggia degli Alisei sino a toccare la Pointe de la Couronne Conchou e Pointe Conchou. Poco più a nord, invece, splendono le meravigliose spiagge di Autre Bord e dei Delfini. Di particolare interesse sportivo sono invece gli spot del surf di Damencourt e Salabouelle, rispettivamente, posti a nord e sud di le Moule. In appena dieci minuti d’auto, dalla spiaggia degli Alisei, si giunge in località Morel sede del parco Ouatibi-Tibi (rana in lingua caraibica), uno spazio per passeggiate e relax realizzato su uno dei siti archeologici più importanti della regione caraibica. Il sito si caratterizza per la presenza di alcune sculture ispirate ai nativi americani che hanno vissuto lì per oltre 1000 anni. Gli scavi effettuati negli anni '50 hanno portato alla luce molti tesori archeologici esposti al museo Edgar Clerc. Lasciato il parco Ouatibi-Tibi arriviamo nel cuore della città di le Moule. Nella centrale Piazza è presente la Chiesa di San Giovanni Battista risalente al XV° secolo. La facciata in stile neoclassico ospita quattro colonne ioniche sormontate da un frontone triangolare e, su entrambi i lati del portale, due nicchie destinate ad alloggiare statue. Con le sue due cappelle, l'edificio forma una croce latina. La Chiesa di San Giovanni Battista è custode di quattro quadri che raccontano la vita del Santo, e le sue vetrate raccontano le quattordici stazioni della Via Crucis. Adiacente alla piazza centrale è presente il caratteristico palazzo del Comune dalle sgargianti tinte verde acqua e giallo, mentre all’interno della piazza è possibile ammirare l’immancabile busto in bronzo di Louis Dèlgres e il monumento dedicato ai Caduti della Prima guerra Mondiale. Lasciando il centro città e percorrendo la D123, nel bel mezzo di un bellissimo parco paesaggistico, si raggiunge un altro importante sito d’interesse storico, il museo dipartimentale d’archeologia Edgar Clerc, rilevante testimonianza della storia nativa americana dell'isola e delle diverse culture precolombiane che si sono succedute per millenni sulla Guadalupa. Il museo, oltre ad esporre le testimonianze rinvenute in località Morel (Parco Ouatibi-Tibi), espone resti archeologici rinvenuti su tutto il territorio dell’arcipelago come ceramiche decorate, collane e ornamenti finemente tagliati, tre punte enigmatiche e straordinarie collezioni di asce levigate. Custode di un'eredità culturale, il museo Edgar Clerc desidera portare il visitatore a una vera riflessione sulla storia e le abitudini della vita quotidiana dei nativi americani. A circa quattro chilometri dal museo Edgar Clerc  la D101 ci conduce alla storica distilleria Damoiseau fondata alla fine del diciannovesimo secolo dal Signor Roger Rimbaud. La distilleria è collocata all’interno di una grande tenuta circondata dalle piantagioni della canna da zucchero; una segnaletica invita a scoprire il vecchio mulino, gli antichi resti dei macchinari utilizzati nella lavorazione dello zucchero, e infine la fabbrica che produce il rum. Insomma, un vero museo a cielo aperto con tanto di punto ristoro, boutique per l’acquisto e la degustazione dei suoi prodotti ben pubblicizzati con enormi botti variopinte, e cartelli informativi sui vari processi produttivi. Penultimo sito d’interesse storico in programma, è la famosa abitazione Néron posta a circa sette chilometri dalla distilleria Damoiseau. Rientrante tra i diciotto della “Slave Route”, il progetto UNESCO della Guadalupa finalizzato a mantenere sempre viva la memoria legata alla deportazione degli schiavi d’Africa, l’abitazione Néron, un tempo destinata alla produzione dello zucchero greggio, fu fondata nel 1740 da Pierre Néron Beauclair dando lavoro a più di cento schiavi. Il violento terremoto del 1843, e la crisi dello zucchero maturata tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, portò l’attività originale a un repentino declino tanto da trasformare l’impianto in una distilleria per la produzione del rum Néron, attività, quest’ultima, portata avanti fino al 1965. Il cimitero di Santa Margherita sembrerebbe essere stata una struttura attiva dal 1700 fino al 1800, forse anche qualche anno dopo l’abolizione della schiavitù come per altro testimoniato dal ritrovamento di una medaglia datata 1852. Oggi è possibile ammirare i resti dei macchinari e dell’ottocentesco mulino in pietra, e alcune strutture in stile caraibico di recente costruzione. Il tour nel comprensorio della città di le Moule si chiude al cimitero degli schiavi di Santa Margherita posto sulle sponde dell’oceano Atlantico, riconosciuto sito d’interesse storico e inserito tra i diciotto della “Slave Route”. Il cimitero di Santa Margherita sembrerebbe essere stata una struttura attiva dal 1700 fino al 1800, forse anche qualche anno dopo l’abolizione della schiavitù come per altro testimoniato dal ritrovamento di una medaglia datata 1852. I lavori di un gruppo di archeologi guidati da Patrice Courtaud, articolato su cinque campagne di scavo di sei settimane condotte tra il 1997 e il 2002, hanno portato alla luce i resti di 272 individui. Foto: casa coloniale Zévallos

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