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  • Immagine del redattoreStefano

La Guadalupa tra storia e leggende

La rivolta degli schiavi di Marie-Galante con “La Mare au Punch.”

La storia della Guadalupa è strettamente legata al fenomeno della schiavitù e allo sfruttamento dei neri d’Africa nei campi della canna da zucchero, pianta importata nei Caraibi oltre tre secoli fa, quando i francesi, nel 1635, colonizzarono l’arcipelago dando vita ad una moltitudine di coltivazioni e fabbriche dello zucchero e del rum, oggi diventati siti di particolare interesse storico.

Al fine di fornire una comprensione più completa del passato dell'isola e mantenere sempre vivo il ricordo di un passato caratterizzato da deportazioni e schiavitù, nel 1994 il Consiglio Generale della Guadalupa ha elaborato un progetto denominato "La Route de l'esclave - Traces-Mémoires en Guadeloupe".

18 i siti inseriti in questo progetto, sparsi sulle isole di Basse-Terre, Grande-Terre, Marie-Galante e Terre-de-Bas su Les Saintes.

Tra i diciotto siti, il “La Mare au Punch” è strettamente legato a un avvenimento violento accaduto nella notte tra il 25 e 26 giugno dell’anno 1849 sull’isola di Marie-Galante.

La storia racconta che, in un’area dell’attuale Grand-Bourg esisteva la fabbrica “Pirogue” destinata alla produzione dello zucchero e del rum.

La popolazione di colore, appena liberata dalla schiavitù, per effetto di brogli elettorali perpetrati dai bianchi nei loro confronti, alimentarono una rivolta contro le milizie che però portarono la morte di molti manifestanti di colore.

La reazione di questi ultimi non si fece attendere al punto di gettare in uno stagno adiacente alla piantagione l’intera produzione di rum, creando un gigantesco Punch.

In ricordo di questo avvenimento, nelle vicinanze delle vestigia, è stata eretta una stele in memoria dei caduti.

Questa testimonianza storica, presente lungo una strada comunale dell’isola, ancora oggi conserva una enorme fossa colma d’acqua, probabilmente scavata nel terreno con lo scopo di mantenere viva la storia del sito, sul quale è stato eretto un ponticello dal quale è possibile ammirare l’intera struttura.

Sul lato opposto della careggiata, tra cespugli e piante varie, sono invece custoditi i resti arrugginiti di parti dei macchinari dello zuccherificio e una abitazione diroccata in buona parte coperta da una folta vegetazione.



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